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Dove si trovava esattamente la Contrada, o via, dei Pellicciai? Nella zona scomparsa con la ricostruzione anni 30 di via Roma? O in quella precedente di fine 800, della zona di via IV Marzo? O quella scomparsa con l'apertura da piazza San Giovanni verso corso Regina di via XX Settembre?
Mappa Gotto, 1863

 

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_
3) un intervento storico di qualche secolo fa circa la doppia ansa di corso SVIZZERA e corso UMBRIA___

i_
Se si tratta di quella dove sorge l'"Amedeo di Savoia": l'ospedale venne costruito volutamente nella doppia ansa, perchè, in quanto ospedale contumaciale per malattie infettive, con necessità di isolamento e quarantena dei malati, lo si voleva il più isolato possibile, pur senza andare troppo fuori città.
 

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__quante righe sopporta un post come questo ?????____c'e' un limite oppure un grafomane puo' dare libero sfogo alle sue disdicevoli passioni e compilare un'intera enciclopedia ?????
 

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Riguardo alla costruzione dell' ospedale Amedeo di Savoia.
Il concetto di isolamento significa che i malati dovevano essere isolati da altri pazienti con patologie non infettive, non che essi dovessero essere relegati in un lazzaretto inaccessibile.
Il volume intitolato "Un progetto di ospedale per le malattie contagiose", scritto da Pagliani/Abbati nel 1878 ed edito a Torino spiega bene i motivi di tali scelte.
Con la successiva legge Pagliani Crispi numero 5849 del 1888 venne rafforzato il concetto in quanto la legge si intitola "Sulla tutela dell' igiene e della sanitÃ* pubblica"
Luigi Pagliani, epidemiologo torinese, con i suoi studi e le sue pubblicazioni getto' le basi per quanto riguarda la cultura della prevenzione delle malattie in Italia.
Ma qui usciamo fuori da Torino Sparita....
Altri esempi di ospedali per la cura di patologie specifiche furono il Maria Adelaide e (quello si' sparito) il San Luigi di corso Orbassano che sorgeva nella zona fra piazia Cattaneo e strada del Portone.
A memoria ricordo immagini nel forum ma mi associo, valle a cercare....
 

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Sempre l'Almanacco Piemontese di Ottobre parla delle esibizioni del "Circo" di Buffalo Bill, al secolo col. William G. Cody, a Torino. Oltre a quella ben conosciuta del 1906 alla Crocetta, già documentata con foto in questo forum, ve ne era già stata in precedenza una nel 1884, di cui ancora non ero a conoscenza; nell'occasione, gli artisti alloggiarono nella Contrada dei Pellicciai, ora scomparsa; del soggiorno rimane traccia in una canzone popolare col ritornello: "Alè, alè, alè, 'ndoma a balè, ch'a j'è la Merica 'n via dij Plissè".
Per quanto riguarda la volta del 1906, nella vecchia Piazza d'Armi alla Crocetta, precisa che i posti costavano da 2 a 8 lire pro capite; lo spettacolo inaugurale fu rovinato da un temporale, ma il successo vi fu ugualmente con scene di battaglia, l'attacco alla diligenza e le danze tribali dei nativi. Quello che più entusiasmò gli spettatori furono i tiri con la pistola di Buffalo Bill e John Baker, che presentò la novità dei tiri verso le bottigliette lanciate in aria dal pubblico, una sorta di tiro al piattello. A uno spettacolo presenziò anche il Duca di Genova con la famiglia che, entusiasta, fece recapitare il giorno dopo a Buffalo Bill un orologio d'oro.
Io ho sempre pensato che la canzone, trattando di una anziana peripatetica, alludesse alla sua sede lavorativa e alle meraviglie delle sue prestazioni...
 

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Il primo nucleo delle Vallette sorse ad opera dell'IACP (Istituto Autonomo Case Popolari, precursore dell'Agenzia per la Casa) nella seconda metà degli anni 50: qui lo vediamo allo stato d'origine





e il centro del borgo, col mercato e la chiesa



la parte architettonicamente più interessante del quartiere, quella dei "villini" con giardino lungo viale dei Mughetti, sorse però qualche anno dopo, in occasione di Italia 61, come "villaggio stampa" destinato a ospitare la moltitudine di giornalisti e altri addetti alla comunicazione che si immaginava venissero a Torino per l'esposizione.....(Diciamolo, si volle scimiottare il Villaggio Olimpico realizzato a Roma per le Olimpiadi del 1960...). Al termine dell'esposizione, anch'essi passarono in carico all'IACP per l'assegnazione.
 

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Riguardo alla costruzione dell' ospedale Amedeo di Savoia.
Il concetto di isolamento significa che i malati dovevano essere isolati da altri pazienti con patologie non infettive, non che essi dovessero essere relegati in un lazzaretto inaccessibile.
Il volume intitolato "Un progetto di ospedale per le malattie contagiose", scritto da Pagliani/Abbati nel 1878 ed edito a Torino spiega bene i motivi di tali scelte.
Con la successiva legge Pagliani Crispi numero 5849 del 1888 venne rafforzato il concetto in quanto la legge si intitola "Sulla tutela dell' igiene e della sanitÃ* pubblica"
Luigi Pagliani, epidemiologo torinese, con i suoi studi e le sue pubblicazioni getto' le basi per quanto riguarda la cultura della prevenzione delle malattie in Italia.
Ma qui usciamo fuori da Torino Sparita....
Altri esempi di ospedali per la cura di patologie specifiche furono il Maria Adelaide e (quello si' sparito) il San Luigi di corso Orbassano che sorgeva nella zona fra piazia Cattaneo e strada del Portone.
A memoria ricordo immagini nel forum ma mi associo, valle a cercare....
Ribadisco comunque che quel sito tra le anse della Dora venne scelto ad hoc.
A far scomparire il vecchio San Luigi fu l'espansione della Fiat Mirafiori, in quanto l'azienda aveva bisogno, a fine anni 60, di espandersi in quell'area; se ben ricordo, contribuì anche finanziariamente alla costruzione del nuovo ospedale a Orbassano regione Gonzole.
 

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Che il luogo di costruzione dell' Amedeo sia stato scelto appositamente non ci piove.
Non è stato scelto deliberatamente di isolare i malati dalla cittÃ*.
Scientificamente non aveva più alcun senso.
Per isolare un malato dal restante ambiente basta una porta.
A conferma di ciò basta ricordare che in adiacenza, appena pochi anni dopo, fu costruito il Birago di Vische,che era un sanatorio.
Attualmente i due complessi condividono addirittura lo stesso sito
 

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_se a qualcuno interessa__ altrimenti cestinare_

_scopro casualmente___tra tanti personaggi famosi non torinesi ((la cui lista, peraltro variabile a seconda delle angolazioni, e' sicuramente conosciutissima da tutti i forumer)) che transitarono da TORINO o ci vissero quantomeno parzialmente, ci fu anche FRIEDRICH ENGELS, grande amico e praticamente vice di KARL MARX____ forse meno famoso, ma ugualmente significativo__

_alla fine del 1849, proveniente (scappava ???) da GERMANIA, GINEVRA e MONCENISIO si fermo' una decina di giorni (o forse piu') nella nostra citta'___ era diretto a GENOVA onde imbarcarsi per LONDRA___ intanto si deduce che doveva avere qualche motivo per evitare la via piu' breve (ovvero la FRANCIA)___a meno che non volesse (difficile) concedersi una vacanza marina__naturalmente approfitto' della sosta per scrivere lettere___non ebbe modo di valutare le bellezze di TORINO___ noto' solo l'efficienza della polizia sabauda__

__ciononostante curiosamente si ricordo' di TORINO una decina d'anni dopo (gennaio 1860) in un'altra lettera in cui immaginava VITT EMAN II salire a VILLA REGINA e contemplare amaramente le ALPI, oltre le quali non possedeva piu' l'avita SAVOIA___

__comunque la si pensi, ENGELS ed i suoi simili erano gente tosta (multitasking come minimo) :) :) :)__ leggevano, pensavano, elaboravano, diffondevano, polemizzavano in linguaggio peraltro (ahime') comprensibile solo da loro__ nella vita di tutti i giorni viaggiavano non per turismo, traslocavano di continuo tra alberghetti, tipografie, redazioni in qualche sottoscala e stazioni di polizia__ ogni tanto un meritato riposo in qualche carcere dove raccogliere nuove idee__ soprattutto scrivevano_tra libri, pamphlet e programmi un numero imprecisato di lettere al giorno a cui trovavano risposta soltanto dopo qualche mese (in qualche fermoposta non avendo mai un recapito fisso)____con la posta elettronica, non dovendo perdere tempo a trovare francobolli e cassette delle lettere :) :) :) ne avrebbero scritto (ahime') il doppio___ con conseguente aumento pero' d'occupazione per ricercatori e studiosi :) :) :)

_evidente esondazione fuori tema_autocritica preventiva_ siete sicuri che il programma funzioni bene ???____di tanto in tanto non accetta l'accento in forma corretta__ neanche dopo la correzione in edit
 

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_chi cerca trova, ma non sempre___perche' BORGO ROSSINI si chiama cosi'___ unica spiegazione potrebbe essere che anticamente via ROSSINI andasse anche oltra la DORA e che sia stata poi successivamente decurtata____ ?????_____scarsa abilita' nel cercare ?????
 

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_chi cerca trova, ma non sempre___perche' BORGO ROSSINI si chiama cosi'___ unica spiegazione potrebbe essere che anticamente via ROSSINI andasse anche oltra la DORA e che sia stata poi successivamente decurtata____ ?????_____scarsa abilita' nel cercare ?????
Credo che la motivazione sia ancora più banale....
alla sua edificazione (fine '800) per raggiungerlo, occorreva percorrere la strada che, da poco, era stata dedicata a Rossini.

Almeno fino agli anni settanta dell' 800 era denominata via dell' Ippodromo.....

[Torricella - Torino e le sue Vie - 1868]


P.S.
Molto più curioso è il motivo per il quale via "dell' Ippodromo" (già "contrada della Posta") avesse quel nome...

( no, non è perchè passasse accanto alla Cavallerizza Reale :) ).

 

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_post 30526 e 30527___via dell'ippodromo forse (ipotesi abbastanza credibile) perche' il teatro VITT EMAN II (attuale AUDITORIUM) nacque nel 1856 come pomposo REGIO IPPODROMO destinato in realta' all'equitazione___praticamente un galoppatoio al coperto non certamente pubblico___la gente comune non aveva il cavallo e quando l'aveva era perche' faceva il carrettiere e non era un cavallo da equitazione ___ da notare che nelle piantine di ICOPIX si vedono bene teatro SCRIBE (diventato poi il gualiniano TEATRO di TORINO) e ACCADEMIA FILODRAMMATICA (diventato nel tempo l'attuale teatro GOBETTI) quasi sempre erroneamente chiamato ROSSINI, quando il vero teatro ROSSINI era in via PO tra via S.MASSIMO e via ACCADEMIA ALBERTINA___ non solo___ anche un mercato del vino dove poi sara' allocato un museo (quale ???) e successivamente si espandera' l'AVOGADRO__

__pippotto tratto essenzialmente da MUSEO TORINO___ciononostante da verificare__
 

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^^

La risposta era all'interno stesso del post:

cito dal Torricella:

"Emanuele Filiberto in questa località, serviva anticamente per
custodire i cavalli pel servizio delle regie poste.
Nel 1809 la via era ancora chiusa da un vecchio ed inutile bastione.
In quell'anno il Municipio lo fece atterrare, e ordinò
il prolungamento della medesima sino al viale di S. Maurizio.
Il nome d'Ippodromo, parola che deriva dal greco ippos (cavallo)
, dromo (corso) , gli è venuto dall'uso e dalla forma del
teatro Vittorio Emanuele
, che trovasi nella via.
Questo teatro, innalzato da una Società ,
venne aperto nel 1806 colla celebre compagnia Ciniselli.
Esso doveva servire esclusivamente per gli
spettacoli equestri e per gli esercizi dei cavalli
,
ma ora vi si danno anche spettacoli d'opera e ballo.
Il teatro appartiene ai signori Casalegno e Galli;
fu abbellito nel 1864, e contiene più di quattromila persone".
 

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Si è già parlato in passato del sottopassaggio di Porta Nuova, demolito per la costruzione della stazione della metro, e delle sue vetrinette;



come ricordo personale, ne ricordo una che, 40 o 50 anni fa, quando i vegani ancora dovevano nascere, stigmatizzava il consumo di carne, e l'incoraggiamento che allora a questo veniva anche dalla classe medica (da poco la carne aveva smesso di essere un lusso diventando un piatto di tutti i giorni, anche per i ceti non abbienti). Si ipotizzava addirittura un "patto scellerato" tra medici e macellai (i primi incoraggiavano il consumo di carne, i secondi facevano affari; poi i medici rifacevano affari curando le malattie derivanti dal consumo di carne).
 
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