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Ancora una foto di inizio 900 del laghetto del Valentino (ripresa probabilmente con un grandangolo, per farlo sembrare più grande), affollato di barche



le barche venivano affittate dallo chalet sulla sponda, che faceva anche servizio di caffè e ristorante.





Il servizio di noleggio cessò poco dopo la prima guerra mondiale, per il già ricordato abbassamento di livello dell'acqua, che creava rischio di impantanamento e incagliamento delle imbarcazioni. Pochi anni dopo, come già detto, lo specchio d'acqua venne prosciugato e interrato. (E pensare che, durante l'esposizione del 1902, aveva ospitato anche le gondole veneziane!).

 

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Si è parlato tempo fa, per alcuni fotogrammi di un film, del ponticello di legno del Valentino; eccolo in una foto dei primi del 900



come ricordato, il ponte è stato a lungo chiuso perchè pericolante; attualmente, riparato e rinforzato, è stato riaperto.
 

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Anni 30: un giovanissimo ciclista si riposa ai piedi della statua dell'Industria, una delle quattro ai quattro lati del Ponte Umberto (è dal lato di corso Fiume)

 

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Niemeyer può aver fatto tante opere, ma, per chi è vissuto negli anni 50 o comunque nel secolo scorso, rimane indissolubilmente legato alla capitale brasiliana: la leggendaria città nata dal nulla, su un altipiano deserto, di cui fu il principale "creatore"...
 

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Per restare sempre nella stessa zona del Valentino: il V Padiglione sotterraneo di Torino Esposizioni, all'atto della sua inaugurazione, nell'autunno del 1959 (prossimo quindi a compiere 60 anni)



nato sull'area del Galoppatoio e, prima ancora, del laghetto di cui si è parlato.
La costruzione del quinto padiglione fu voluta per ovviare alla carenza di spazi manifestatasi nel complesso di Torino Esposizioni (padiglione Agnelli e adiacenze), che costringeva, per le due manifestazioni più importanti, il Salone dell'Auto e il Salone della Tecnica, a occupare anche gli spazi esterni coi viali adiacenti del Valentino, cosa che già allora faceva storcere il naso a molti.
Il risultato, dal punto di vista espositivo, non fu dei più felici: il padiglione sotterraneo si rivelò di altezza piuttosto limitata, di accesso non facile (per la stradina in curva da viale Ceppi) sia per i mezzi operativi di allestimento delle manifestazioni, sia per quelli esposti (si pensi ad autobus e autocarri...); non risolse quindi il problema di dover occupare gli spazi esterni e i viali, che continuò a esserci quasi come prima.
Venne comunque utilizzato per tutte le manifestazioni fino al trasferimento, negli anni 80, di tutte le manifestazioni espositive nel nuovo complesso del Lingotto Fiere,
e anche, lo ricordo personalmente, per l'espletamento di prove scritte di concorsi pubblici, specie comunali.
Nella seconda metà degli anni 90, ormai inutilizzato, venne trasformato nell'attuale parcheggio sotterraneo, ovviando a una carenza assai sentita in zona; per l'occasione, venne risistemata anche la copertura, eliminando il parco giochi per i bimbi (spostato sull'adiacente viale Ceppi), con le zone prative attualmente esistenti.
 

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Il Salone dell'Auto ci ha definitivamente lasciati, attratto dalle "sirene" della Madonnina..
Ricordiamo almeno quello che fu, negli anni 50 e 60, nel grande padiglione Agnelli di Torino Esposizioni: ricordo di tempi destinati probabilmente, purtroppo, a non tornare più....





a proposito ancora del V Padiglione: l'inaugurazione avvenne proprio col Salone dell'Auto del 1959, spostato, per la prima volta, dalla primavera all'autunno (fine ottobre - inizio novembre), come rimase poi fino alla fine dello scorso secolo.
 

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La Continassa quando ancora era ben lontana dal diventare sede della Juve, negli anni 50



il complesso, facente parte di un'antica tenuta agricola, venne acquisito dal Comune già nel 1911, successivamente con varie destinazioni (isolamento profilattico, anche carcere, poi sistemazione abitativa, come forse è il caso della foto); rimase poi inutilizzato, fino all'attuale recupero da parte della Società calcistica.
 

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Vista aerea dell'Ippodromo di Mirafiori, con la Fiat sullo sfondo, primi anni 50



un fantino in gara



e il pubblico dalle tribune



ippodromo, lo ricordiamo, spostato, con tuttl gli altri impianti ippici cittadini e la sede societaria, a fine anni 50 nella zona di Vinovo.
 

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Per restare sempre nella stessa zona del Valentino: il V Padiglione sotterraneo di Torino Esposizioni, all'atto della sua inaugurazione, nell'autunno del 1959 (prossimo quindi a compiere 60 anni)
nato sull'area del Galoppatoio e, prima ancora, del laghetto di cui si è parlato.
La costruzione del quinto padiglione fu voluta per ovviare alla carenza di spazi manifestatasi nel complesso di Torino Esposizioni (padiglione Agnelli e adiacenze), che costringeva, per le due manifestazioni più importanti, il Salone dell'Auto e il Salone della Tecnica, a occupare anche gli spazi esterni coi viali adiacenti del Valentino, cosa che già allora faceva storcere il naso a molti.
Il risultato, dal punto di vista espositivo, non fu dei più felici: il padiglione sotterraneo si rivelò di altezza piuttosto limitata, di accesso non facile (per la stradina in curva da viale Ceppi) sia per i mezzi operativi di allestimento delle manifestazioni, sia per quelli esposti (si pensi ad autobus e autocarri...); non risolse quindi il problema di dover occupare gli spazi esterni e i viali, che continuò a esserci quasi come prima.
Venne comunque utilizzato per tutte le manifestazioni fino al trasferimento, negli anni 80, di tutte le manifestazioni espositive nel nuovo complesso del Lingotto Fiere,
e anche, lo ricordo personalmente, per l'espletamento di prove scritte di concorsi pubblici, specie comunali.
Nella seconda metà degli anni 90, ormai inutilizzato, venne trasformato nell'attuale parcheggio sotterraneo, ovviando a una carenza assai sentita in zona; per l'occasione, venne risistemata anche la copertura, eliminando il parco giochi per i bimbi (spostato sull'adiacente viale Ceppi), con le zone prative attualmente esistenti.
Ricordo ancora, in occasione del Centenario dell'Unità d'Italia, per la mostra di Flor61, trasformato in enorme serra a giungla tropicale, anche con pappagalli multicolori; forse l'occasione più bella vissuta dalla struttura.....
 

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Primo o secondo decennio del 900 (ante Grande Guerra): da corso San Maurizio, la gente osserva levarsi in volo palloni aerostatici dai Giardini Reali, per una gara

 

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per l'occasione, venne risistemata anche la copertura, eliminando il parco giochi per i bimbi (spostato sull'adiacente viale Ceppi), con le zone prative attualmente esistenti.
Il parco giochi su viale Ceppi era nato, per la verità, già a metà anni 50, quando era stato istituito il divieto di circolazione sul viale per tutti i veicoli (anche per le bici, salvo quelle piccole dei bambini; vidi personalmente, negli anni 60, multare un ragazzino già grandicello che aveva osato passare in bicicletta per il viale), con i giochi (giostre, scivoli, altalene, ecc.) però solo sulla parte Sud del viale, quella verso il Po, dove nel 1961, per Flor61, venne installato anche il chiosco bar, tuttora esistente; dopo la costruzione del padiglione sotterraneo, sulla copertura erano stati installati altri giochi (scivoli e altalene) come si vede nella foto postata; con la trasformazione in parcheggio sotterraneo, la copertura venne sistemata a prato, i giochi spostati, aggiungendone altri, sul viale, e il viale stesso venne chiuso con cancelli alle due estremità.

https://www.google.it/maps/@45.0506624,7.6838458,3a,75y,48.93h,90t/data=!3m6!1e1!3m4!1sv63VH2LPL338cTG96mBg7Q!2e0!7i13312!8i6656?hl=it

https://www.google.it/maps/@45.0524141,7.6842162,3a,30y,127.36h,93t/data=!3m6!1e1!3m4!1s02TeEJKejfCF0sGJ6IIzZw!2e0!7i13312!8i6656?hl=it

Ricordo ancora, forse già fatto, il teatrino dei burattini, eretto a fianco del chiosco-bar nel 1962 dall'operaio (alla Farmitalia di Settimo) e burattinaio per diletto Giorgio Benfenati, nel 1966 rifatto, dopo che un incendio per vandalismo l'aveva distrutto, e spostato dall'altro lato del viale; ora non più esistente (forse per...fine del burattinaio), sostituito dall'autoscontro.
 

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questa foto ottocentesca della collezione Alinari, come le altre che seguono, scattata verso la Mole in costruzione dai Giardini Reali, è interessante non tanto per la Mole (tante altre foto la mostrano), quanto perchè in primo piano evidenzia il "giardino zoologico" allora esistente sul lato dei Giardini verso corso Regina (non saprei quando venne soppresso); al posto delle gabbie delle fiere, vere e proprie "casette"...



 

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E ripropongo quest'altra foto della collezione Alinari, ritraente palazzo Carignano



per lo strano "oggetto misterioso" sulla sinistra della foto, qui mostrato ingrandito



che sarà mai? Sembrerebbe un laboratorio fotografico o di pittura ambulante, ma....se fosse un "vespasiano portatile"? (Pare che allora esistessero davvero, usati nelle manifestazioni, come oggi i WC chimici in batteria...).
 

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Ancora della collezione Alinari, la celeberrima foto di piazza San Carlo ottocentesca, ancora con carrozze e tramways a cavalli



notare sulla sinistra un "mucchietto" di escrementi equini, sempre esistenti allora per vie e piazze cittadine, nonostante gli spazzini, in servizio tutto il giorno, facessero del loro meglio per farli sparire al più presto; come dire, ogni epoca ha il suo inquinamento ambientale!
I binari tranviari nei due sensi contornavano il Caval 'd Brons, rimasti così fino al rifacimento di via Roma nel 1931, quando la circolazione tranviaria sull'asse venne soppressa definitivamente; in primo piano, una intercomunicazione tra i due binari di corsa; erano molto frequenti, usati in caso di interruzioni del servizio ad es. per malore o cadute dei cavalli trainanti. Rimasero anche dopo l'elettrificazione delle linee, fino a quando, negli anni 30, si diffusero le vetture tranviarie unidirezionali al posto delle precedenti bidirezionali, e sui corsi i binari, prima affiancati, vennero divaricati.
 

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Tratti da due foto della collezione Alinari (ritagliate): sul Po, alcuni esemplari di lussìe, le imbarcazioni coperte (con tendone rimovibile), attrezzate con panconi, che venivano noleggiate con vogatore, a richiesta, per trasporto di persone e bagagli al seguito lungo il fiume





si tenga presente che un tempo il fiume, perlomeno sulla sponda destra verso la collina, era molto più "abitato", con molte case di pescatori e sabiunè; agglomerati oggi scomparsi; rimane forse solo parte del "Borghetto", quella a fianco del ponte Isabella, dove ora c'è il ristorante "Ciacci".



Aveva quindi senso il servizio di trasporto lungo il fiume, una specie di taxi fluviale....Venezia aveva le gondole, Torino aveva quelle....
 

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Pubblicità della "Fotocelere", nota casa editrice di cartoline postali illustrate, con sede in via Marocchetti, di fianco alla Fiat; da piccolo ho avuto ancora occasione di vederla, verso metà anni 50, con gli addetti al lavoro nel seminterrato; scomparsa poi entro il decennio, attualmente vi sorgono condomini



https://www.google.it/maps/place/Via+Carlo+Marochetti,+43,+10126+Torino+TO/@45.0441114,7.678496,3a,75y,64.58h,88.52t/data=!3m6!1e1!3m4!1sJ700f5eAQn7OnVRaVu6fhA!2e0!7i13312!8i6656!4m5!3m4!1s0x47886d4d0e5cd2b1:0x176c231784a0223c!8m2!3d45.0432063!4d7.6782632?hl=it
 

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Sempre dalla collezione Alinari: una foto notturna del primo tratto di via Roma, appena ricostruito (metà anni 30); interessante perchè si vede abbastanza bene la pavimentazione originaria in blocchi di sienite, rimossa nel 1954 e sostituita con l'asfalto

 

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Il Castello Medioevale, o Rocca, subito dopo la sua inaugurazione, per l'esposizione del 1884





non era ancora stato aperto il viale antistante (viale Stefano Turr); all'estrema destra, si intravede la "collinetta", spianata nel 1928 per la costruzione dell'Acquario



l'Acquario venne semidistrutto dal bombardamento aereo del 1943 (che danneggiò seriamente anche il borgo Medioevale, ricostruito e restaurato nel dopoguerra tra le molte polemiche di chi ne voleva l'abbattimento, giudicandolo un banale "falso") e demolito nel 1946; attualmente rimane solo lo spiazzo vuoto.

 
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