Quella della Rinascente torinese è stata una storia tutto sommato sfortunata.
Decisa all'inizio degli anni 60, in pieno boom economico, con la città che stava festeggiando o aveva appena festeggiato il primo centenario dell'Italia unita, iniziò con l'acquisizione dell'area di via Lagrange - via Carlo Alberto, stabile in parte sinistrato dagli eventi bellici e assai degradato; appena ultimatone l'abbattimento e iniziato lo scavo delle fondamenta, intervenne la "doccia fredda" della "congiuntura" del 1964, con le restrizioni creditizie, per la prima volta si dovette imparare il vocabolo "austerità"; la direzione della Rinascente ritenne quindi di sospendere i lavori, in attesa che passasse la burrasca economica; per cinque anni il cantiere rimase cintato coi lavori fermi; nel 1969, ritenendo che ormai il peggio fosse passato, riprese i lavori, senza peraltro eccessiva fretta, arrivando così all'inaugurazione del 1973; purtroppo, alla vigilia di una nuova peggiore crisi economica, stavolta mondiale, causata dall'impennata dei prezzi petroliferi seguiti alla guerra del Kippur, che ne impedirono in pratica il decollo; la Rinascente torinese vivacchiò per un decennio o poco più, anche con un supermercato alimentari nei seminterrato; finito però tutto come sappiamo.
Pensare che mio padre, che aveva avuto occasione di visitarle, decantava le meraviglie della "casa madre" milanese, e anche della Rinascente di Genova; dove vi era perfino un reparto di vendita di armi, dietro presentazione del porto d'armi....