Raido

Si vede il pallone da cui e' stata scattata la famosa foto aerea di Gabinio

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Censin

Il pallone fu una delle maggiori attrazioni dell'esposizione, anche se l'ascensione non era certo priva di rischi: infatti, il pallone era trattenuto da gomene ancorate al suolo ( si parlava di "pallone frenato"), e c'era sempre il rischio, in caso di colpi di vento, che si sganciasse dalle stesse, finendo alla deriva.
Non risulta comunque che vi siano stati incidenti di sorta; peggio era andata nella precedente esposizione del 1884, quando il pallone durante un temporale era stato colpito da un fulmine (fortunatamente senza persone a bordo), finendo distrutto.
Due immagini d'epoca del pallone





Da notare l'avviso "vietato fumare": il pallone infatti era riempito con gas altamente infiammabili!

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Censin

Per "ferrovia aerea" si intendeva in effetti la teleferica che vediamo in foto, che attraversava, seguendo il corso del Po, tutta l'area espositiva, da corso Vittorio fino appunto al Pilonetto.
Tra l'altro, vediamo nella foto come si presentava, bassa e sabbiosa, la sponda destra del Po nella zona del Pilonetto, fino alla costruzione del ponte delle Molinette, nel 1928; infatti, la costruzione del ponte richiese l'innalzamento della sponda con la formazione del terrapieno di corso Sicilia (dove infatti si vedono le case verso corso Moncalieri a livello inferiore rispetto alla strada), per pareggiarla con la sponda opposta verso la città.

Censin

La decisione di costruire una Città degli Studi in zona isolata, del tutto avulsa dalla città, nemmeno facilmente raggiungibile perlomeno coi mezzi pubblici, era subito risultata sgradita alla maggioranza degli studenti, come a parte del corpo accademico. Questo si veniva a sommare a tensioni, esistenti praticamente da quando ,nel 1962, era stato consentito l'accesso alle facoltà universitarie anche ai diplomati degli istituti tecnici (sia pure con limitazioni legate alla "continuità" di indirizzo), aumentando in tal modo il numero degli iscritti, cui non era seguito l'adeguamento delle sedi.
Va rilevato, a tale proposito, che la parte più élitaria del mondo universitario malvedeva questo ingresso della "razza inferiore" dei diplomati degli istituti tecnici, che cercava di sabotare in ogni modo e con ogni pretesto; ad esempio, il Politecnico, di propria iniziativa, aveva istituito esami e prove di ammissione esclusivamente per i diplomati, studiati apposta per escludere il più possibile i periti e i geometri.
I pochi diplomati che riuscivano a entrare erano sottoposti a una sorta di mobbing, a continue vessazioni, continuamente gli si rinfacciava l'origine "inferiore", creando così tensioni e incomprensioni, infine esplose nell'autunno di mezzo secolo fa.

Censin

Al di là di quel che la "Città degli Studi" ha rappresentato come detonatore delle rivolte studentesche del 1967 - 68, rimane comunque tra i progetti subalpini mai realizzati, per un motivo o per l'altro; non quindi una Torino sparita, ma una Torino mai nata, o se si vuole...abortita!

Censin

Va anche ricordato che erano le stesse aziende, per vari motivi, a scoraggiare il proseguimento di studi dei diplomati nelle facoltà universitarie; tanto che alcune aziende, prima tra tutte Fiat, ma anche IBM Italia, al momento dell'assunzione dei diplomati esigevano una sottoscrizione degli stessi in cui si impegnavano a non proseguire gli studi, pena il licenziamento o le dimissioni forzate.

torinoit

ciao Censin, se posso chiedere, potresti indicarmi qualche fonte (libro, sito, ...) riguardo alle vicende di cui parli?

Non dubito di quello che dici, ma è un fatto a me completamente sconosciuto e mi piacerebbe approfondire.

grazie in anticipo

Riobasco

Curiosità: avevo notato anch'io con stupore la denominazione di "ferrovia" in questa mia foto del primo tratto, in quel periodo smantellato per l'arretramento della stazione di partenza, della funivia che porta il carbone da Savona a San Giuseppe di Cairo. Evidentemente un tempo venivano definite così...

turtu63

1909,ponte isabella,archivio valdese

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Breus

Adesso funziona di nuovo?

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I.M.H.O.

Raido

Quell'isolotto che si vede al centro sopra il ponte dovrebbe essere l'isola d'Armida, immagino sia stata smantellata con la costruzione del ponte V. Emanuele (poi Balbis)

Breus

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I.M.H.O.

Censin

Non si tratta di fonti, ma di....esperienze personali! A settembre del 1967 fui chiamato, assieme ad altri neodiplomati dell'anno, presso la sede della IBM Italia, allora in via della Rocca angolo corso Vittorio, per una selezione di personale tecnico da destinare alle varie filiali; e una delle prime cose che ci venne richiesta fu proprio la rinuncia a proseguire gli studi in ambito universitario.
L'anno successivo, maggio o giugno del 1968, chiamato sempre assieme ad altri neodiplomati presso la Scuola Allievi Fiat di corso Dante per una selezione, stessa richiesta, perlomeno per quanto riguardava il Politecnico e Ingegneria.
In entrambi i casi, la richiesta venne giustificata dall'incompatibilità tra gli orari di lavoro e quelli della frequenza ai corsi universitari; ma personalmente penso si trattasse di una scusa: la verità è che le aziende, almeno allora, erano organizzate in modo "militaresco": la "truppa" era costituita dagli operai, i "sottufficiali" dai diplomati, gli "ufficiali" dai laureati. E i tre "ruoli" erano a compartimenti stagni, come appunto nell'esercito e nelle altre forze armate. I passaggi dall'uno a quello superiore erano decisamente scoraggiati.

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Censin

Si vedono le case lungo corso Moncalieri, in seguito demolite; corrispondono alle rientranze tuttora visibili nel parco ora esistente tra il corso e il Po.

Censin

Visto che si è parlato, a proposito delle esposizioni, di palloni aerostatici, sempre per rimanere nel "più leggero dell'aria", ecco il "varo" del primo dirigibile torinese, il 17/8/1910, sempre dall'Almanacco piemontese 2018



Il dirigibile era gonfiato a idrogeno, lungo 50 mt con una navicella di 30 mt; a bordo della stessa, pilota e unico passeggero, Celestino Usuelli; era dotato di un motore a scoppio da 100 HP che permetteva una velocità di 30 - 40 km/h.
L'esordio non fu dei più fortunati: alzatosi in volo dal cortile della Società Torinese Automobili Elettrici di corso Regina, arrivato all'altezza di 500 mt, si diresse verso Porta Nuova, seguito da terra da un'auto con cinque meccanici e un cronista de La Stampa.
Il proposito era di dirigersi verso Superga, ma il vento teso lo spinse praticamente alla deriva verso Orbassano; avvistata piazza d'Armi, il pilota decise di atterrarvi, ma la manovra non riuscì e fu costretto a riprendere quota; arrivato all'estrema periferia, avvistato un prato che faceva al caso suo, iniziò a scendere, ma il vento lo mandò a sbattere contro una ciminiera. Il pilota all'ultimo momento riuscì a sganciare due sacchetti di zavorra e il dirigibile sfiorò indenne l'ostacolo; a un secondo passaggio riuscì finalmente ad atterrare incolume; ad attenderlo a terra, oltre al padrone del prato, un brigadiere delle guardie municipali che intimò al pilota di fornire le generalità (non è detto se gli venne elevata contravvenzione...).
Così La Stampa del 17/8/1910 dava notizia dell'impresa

turtu63

1903,ponte sulla dora archivio valdese.che ponte è?

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nilton42

Andando un po' a ritroso in cerca di risposte ho trovato invece a pagina 1145 un'altra domanda ed un'osservazione.

Post 22886 foto Bube: si vedono un locomotore di ferrovia secondaria ed un bel locomotivone a vapore tipicamente FS. Strano vederli insieme. Che stazione era ???

Post 22891 foto o cartolina Toro 1958: via Morosini vista da corso Stati Uniti. Osservo una curiosa somiglianza con corso Stati Uniti visto da corso Re Umberto. Nel caso di via Morosini pero' le villotte, che tanto ci piacciono, si sono salvate. Guardando in prospettiva sulla destra, dopo l'incrocio con via Vela, si intravede un basso fabbricato che a memoria mi sembra fosse un'officina Renault. Oggi al suo posto c'e' ovviamente un palazzo moderno. Curiosamente edificato con la stessa metodologia di conservazione della muratura precedente.

archicharles

Non ne sono certo (non dovrebbe vedersi il ponte Mosca????), ma credo che fosse il ponte Principessa Clotilde, ora Carpanini, in una vista opposta a quella pubblicata sul sito Piemonteis.org



Sullo sfondo della prima foto, credo, la conceria Gilardini (vedi post a pagina 917)

Sulla destra della seconda, la chiesa dei Santi Simone e Giuda

Riobasco

Sì, ma i vagoncini non arrivano più sino al mare, causa lavori Aurelia bis. La scorsa settimana ero a Bragno, nei pressi della Cokeria, e l'impianto era in funzione.

Censin

Quella teleferica il 29/10/1960 fu causa di un grave incidente ferroviario: uno dei vagoncini, per un colpo di vento, si scarrucolò e cadde sull'allora binario unico della Genova - Savona, proprio mentre stava arrivando un treno da Savona verso Genova; il macchinista non riuscì purtroppo ad evitare la collisione, il treno deragliò schiantandosi contro l'imbocco di una galleria; un morto, il macchinista, e dodici feriti furono il tragico bilancio della sciagura.