giuseppe tubi

Scaricato, grazie!

giuseppe tubi

Modestino sei un grande!
Foto interessante che mi aveva attirato quando fu esposta in grande formato sotto i portici di Piazza Vittorio. Pesando un 80-100 tonnellate è alzata su 4 tretaux decisamente più grossi dei miei, ma ancora a manovella!
La stessa sorte di locomobile era toccata, per scaldare i loro locali, ad una locomotiva americana a nafta che alcuni anni fa vidi accantonata ormai inattiva alle Officine Riparazione Locomotive di Via Corelli a Milano . Poi non l'ho più vista e non potei chiedere informazioni. Forse l'hanno demolita, forse no, visto che mi chiesero per la possibilità di ritubarne un'altra che intendevano restaurarsi loro volontariamente.
Voi non lo sapete ma io ho anche partecipato al restauro di 3 o 4 locomotive. Un lavoro di estrema delicatezza...

Censin

Ricordo che il quartiere Vallette nacque come villaggio per gli addetti stampa (non so quante migliaia fossero!) per Italia61. Terminata l'esposizione, vi fu la cessione all'IACP, e l'assegnazione degli alloggi (da fare velocemente, vista la situazione di disagio abitativo della città allora investita da forte ondata migratoria, con molti ospitati alle famigerate Casermette di borgo San Paolo). Forse per questo motivo, vi furono ritardi nell'allestimento della centrale termica, cui si ovviò con la soluzione illustrata dalla foto.

Breus

Bà! Secondo me la casetta l'ha costruita l'Antonelli come dimora per la villeggiatura.... sai magari gli sarebbe piaciuta di più la Liguria, ma non potendosala permettere....

Fabry Turin

C'era in via Fossata ma la foto non è nitida.

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"Come with me I need you, I fear the dark and I live all alone. I'll give you wine and food too, and something special after if you like"

"Seems Helen of Troy has found a new face again"

Ratavuloira

Grazie a te, Joe Tube, spero ti piacciano!

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sardopiem

ciao a tutti. riaggiustata un po'....

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Parellik

Parellik

Parellik

Makyo

a proposito di rotaie, trenini e periferie...



costruzione del quartiere E7 - corso Taranto - 1964-1967

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- Unza Unza Time -

Fabry Turin

Comunque non è via Fossata la risposta al quesito. Non c'è mai stato uno spartitraffico centrale e la sbarra è di quelle lunghe. Continuiamo a cercare...

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"Seems Helen of Troy has found a new face again"

Parellik

posa delle rotaie in via Nicomede bianchi ( maggio 63)

Censin

Ancora a proposito della foto di corso Casale



la foto è senz'altro anteriore al 1952; infatti non si vede ancora in alto il bifilare del filobus Torino - Chieri, costruito in quell'anno dalla ditta Vigo (unico esempio di infrastruttura del genere realizzata da un privato, almeno a Torino).
Il filobus aveva il capolinea torinese nell'emiciclo di piazza Vittorio, da cui, per le strade di Vanchiglia, raggiungeva corso Regina, attraversava il ponte, svoltava su corso Casale, poi per piazza Carrara in via Boccaccio e piazza Marco Aurelio, di dove svoltava sullo stradone di Chieri.
Qui sotto, lo vediamo al capolinea di piazza Vittorio, mentre in partenza sta per imboccare via Giulia di Barolo



qui sotto, ancora in piazza Vittorio



e qui sotto, invece, nel tratto precollinare, in via Boccaccio





La rimessa del filobus, con le apparecchiature di alimentazione elettrica, era poco più avanti della foto di corso Casale all'inizio, appena oltre il cine Eridano; il basso fabbricato ospita ora un supermercato



Il filobus restò in servizio fino al 1980, quando la linea passò all'Atm (Vigo mantenne, e mantiene tuttora, le altre linee di autobus per il Chierese e l'Astigiano) che lo sostituì con autobus di tipo urbano (attuale linea 30).
Nei primi anni di esercizio, i risultati furono ottimi, anche dal punto di vista economico; ciò forse spinse il CTREA, il consorzio che gestiva la Torino - Rivoli, a trasformare in filovia la ferrotranvia lungo corso Francia, come venne poi fatto nel 1955.
Il filobus, con le su corse frequenti (ogni mezz'ora circa) contribuì, non del tutto positivamente, allo sviluppo del territorio collinare; in particolare, colla filovia iniziò lo sviluppo edilizio di Pino Torinese, non sempre armonico ed equilibrato, con edilizia residenziale medio-alta per torinesi benestanti che lasciavano la città ufficialmente per clima e aria migliori, molto più concretamente alla ricerca di un "paradiso fiscale" per sfuggire all'IMU degli anni 50 e 60, l'imposta comunale di famiglia che colpiva piuttosto pesantemente i torinesi, perlomeno quelli agiati, imposta che nel paese collinare era applicata in modo assai più blando. Come dire...nulla di nuovo sotto il sole!

Censin

riguardo alla vecchia imposta comunale di famiglia (soppressa colla riforma fiscale del 1972) bisogna però dire che era forse applicata in modo più "intelligente" dell'attuale IMU; teneva infatti conto del tenore di vita di tutto il nucleo familiare, desunto dalla proprietà o possesso (anche per affitto) non solo dell'abitazione, ma anche di auto, come pure dell'arredamento di casa, della proprietà di elettrodomestici o televisori (quando non erano ancora proprio alla portata di tutti), ecc.. Al riguardo, in casi dubbi, gli impiegati comunali addetti erano autorizzati a compiere sopralluoghi a domicilio, per accertare direttamente tali "indici di benessere"; era difficile sfuggire e farla franca!

Censin

La foto si riferisce probabilmente al prolungamento della linea 22 dall'anello su via Salbetrand - via Crevacuore - corso Monte Grappa fino a piazza Campanella (due isolati); capolinea occupato attualmente dalla linea 13.
Successivamente, il vecchio capolinea venne "ereditato" dalla linea 4, prolungata da piazza Perotti lungo corso Svizzera; soppresso con la soppressione della linea 4 nel 1982.

giuseppe tubi

Ma siete proprio sicuri che fosse un passaggio a livello?
Io speravo che qualcuno si ricordasse dello strano complesso sullo sfondo, con i capannoncini e davanti una costruzione di traverso.
Nell'immagine di Lungo Dora mi parrebbe assodato che provenivano da C.so Palermo o da C.so Regio Parco. Apparendo certo che si tratta della stessa caldaia inquadrata ai Poveri Vecchi, il percorso potrebbe essere quello che porta dallo Scalo Vanchiglia a C.so Unione Sovietica? Magari passando dal centro?
Perché so per certo che molti materiali arrivavano per ferrovia allo Scalo Vanchiglia, anche i vagoni di mattoni refrattari che poi la corvée trasbordava a mano su camion destinazione V. Monte Santo (allora non c'erano pallets e miletti). Nulla di strano che una caldaia fosse trasportata direttamente dal costruttore al luogo d'installazione, anzi a quei tempi meno soste faceva meglio era.
Se così fosse potrebbe essere magari allo Scalo o nelle vicinanze? La zona è ancora oggi zeppa di piccole costruzioni industriali d'epoca.
O magari il costruttore era da quelle parti. A quell'epoca molte caldaie di quel tipo erano costruite a Torino dalla Martino Carello, fallita negli anni 70. Non ho idea di dove fosse la loro officina ma potrei chiederlo al mio ex capufficio, ora quasi novantenne ma con una memoria invidiabile. Però forse non ricorderà l'episodio in sé in quanto mi pare sia entrato in azienda nel 57...

Breus

Per Parellik: lo riconosci?

mmanisse

Mio papà mi raccontava che molte strutture in legno come quella in foto erano dell'esercito americano lasciate nel primissimo dopoguerra. Mi ricordo di questo dettaglio perchè un nostro vicino attorno ad una di queste ci costruì la muratura. Da fuori sembrava una casa come tutte le altre.La ristrutturazione di tale casa porto in anni recenti alla luce questo particolare e apparvero le assi con in timbro us army..

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Baudisè

Buongiorno a tutti,

mi sono iscritto a questo forum oggi dopo averlo frequentato, come lettore, per diverso tempo. Inizio con i dovuti complimenti rivolti a tutti coloro che vi partecipano in quanto le informazioni e i materiali che compaiono sono sempre molto interessanti. Leggendo i vari interventi si riesce davvero ad osservare Torino con altri occhi.
Per la verità sono un po' imbarazzato (e ciò giustifica il fatto che mi sia iscritto solo oggi) poiché non ho materiale da postare e il mio contributo al forum non potrà che essere modesto.

Sono nato in Borgo S. Paolo e spesso da bambino mi recavo a giocare in Piazza Adriano proprio dove un tempo sorgeva la fabbrica di Birra Boringhieri nella quale aveva lavorato mio nonno. Bene, ricordo che fino agli anni '70 al posto della profumeria Camurati compariva il frontespizio di quello che sembrava un opificio industriale non più utilizzato. Mi piacerebbe tanto sapere che fabbrica era e se aveva relazioni con il ben più ampio stabilimento di Boringhieri.

Saluti a tutti e, ancora, complimenti.

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