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Old May 20th, 2011, 06:27 PM   #2541
Breus
Breùs, a la francaise
 
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A beneficio della foltissima pattuglia dei forumer di Parella, copio e incollo parte del seguente articolo apparso su TorinoSette del 27-05-2005:

"Qualche anno dopo, in inverni di copiose nevicate come mai dopo, andavo su una slitta autocostruita alla Pellerina, a scivolare dalla montagnola di corso Appio Claudio a fianco dell'allora "da Mola gioco bocce". La slitta era eccezionale tra le altre la più veloce: i pattini li avevo realizzati con un paraurti della Seicento tagliato a metà ed avvitato di sotto in su sulle due tavole verticali smussate in punta. La usavo a pancia in giù ed a testa avanti, frenando e correggendo la direzione con la punta degli scarponcini. Ma il ruzzolone finale era quasi inevitabile e ritornavo sempre a casa marcio di neve e di sudore, perché la slitta era pesante ed io ero piccolo ma già allora il più sviciu, quello che con la slitta andava più lontano di tutti. In casa non avevamo ancora il frigorifero, arrivò nel 54 un Bolinders svedese, bianco con la guarnizione di gomma grigia e la maniglia lunga. Avevamo prima di allora una ghiacciaia di legno rivestita di lamiera zincata e stagnata in cui si poneva un pezzo di barra di ghiaccio lungo 30-40 centimetri... La fabbrica del ghiaccio era in via Fejus, qusi a Boringhieri, sparita da tanti anni. L'immondizia allora finiva dalle canne della spazzatura sui balconi direttamente in una nicchia giù in cantina. Di qui veniva raccolta da addetti che, sistematala in una gerla a spalle risalivano, in diversi viaggi, le scale dalla cantina del condominio e poi una lunga scala a pioli appesa con due ganci a :ianco di un cartun a cavallo con le sponde altissime. Gassu si chiamava l'omino: con la gerla si arrampicava fin lassù e rovesciava dentro il contenuto che di tanto in tanto costipava con i piedi. Il carro sovente pisciava bagna con una puzza incredibile che Gassu si portava dietro anche a lavoro finito. Via Servais finiva in piazza Campanella e poi dopo i prati. In via Nicola Fabrizi, dove ora passa il tram, da via Capelli ad andare giù scorreva a centro strada una bealera in bella vista. Mio padre, come tantissimi altri all'epoca, affittava un orto al fondo di via Capelli, sopra il canale della Pellerina, coltivato da buon figlio di contadini con ogni ben di Dio di ortaggi e fiori ad uso famiglia nei ritagli di tempo del dopolavoro. Per bagnare l'orto si prendeva l'acqua con i secchi dal canale, al fondo di una ripida scaletta scavata nella terra: mio padre non voleva che mi avvicinassi al cariale e mi raccontava, per spaventarmi, di averci visto un grosso serpente ed io gli ho sempre creduto. L'acqua la prendeva dal bordo con un secchio di lamiera, infilzato in un lungo bastone, che poi riversava in altre latte tutte in fila fino a riempirle, con le quali poi risaliva la lunga scala più volte di seguito. D'estate, qualche volta, arrivava l'acqua dalla bealera superiore: passava un certo Sansun a prenotare l'ora e ritirare il dazio ed al momento giusto, mai prima e per il solo tempo stabilito in genere mezz'ora, si allagava l'orto tramite un apposito stramazzo ed uno sbarramento sul canale principale. Era tutto un infervorare di giardinieri e di voci che in quel giorno, e solo in quello dell'acqua, erano tutti presenti contemporaneamente per non perdere neppure un minuto del turno, riempiendo ogni latta e vasca. Poi restavano qualche rana e tanta melma. Ritornavo poi a casa con un bel mazzo di dalie e zinnie coloratissime che avrebbero fatto bella mostra sul tavolo per diversi giorni ma, nel tentativo di aiutare mio padre, ero sempre infangato fino alle orecchie perché era arrivata l'acqua di Sansun, figura che mia madre non amava particolarmente».

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Old May 20th, 2011, 06:39 PM   #2542
giuanin suiru
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Originally Posted by Breus View Post
A beneficio della foltissima pattuglia dei forumer di Parella, copio e incollo parte del seguente articolo apparso su TorinoSette del 27-05-2005:

"Qualche anno dopo, in inverni di copiose nevicate come mai dopo, andavo su una slitta autocostruita alla Pellerina, a scivolare dalla montagnola di corso Appio Claudio a fianco dell'allora "da Mola gioco bocce" - ME LA RICORDO BENE - La slitta era eccezionale tra le altre la più veloce: i pattini li avevo realizzati con un paraurti della Seicento tagliato a metà ed avvitato di sotto in su sulle due tavole verticali smussate in punta. La usavo a pancia in giù ed a testa avanti, frenando e correggendo la direzione con la punta degli scarponcini. Ma il ruzzolone finale era quasi inevitabile e ritornavo sempre a casa marcio di neve e di sudore, perché la slitta era pesante ed io ero piccolo ma già allora il più sviciu, quello che con la slitta andava più lontano di tutti. In casa non avevamo ancora il frigorifero, arrivò nel 54 un Bolinders svedese, bianco con la guarnizione di gomma grigia e la maniglia lunga. Avevamo prima di allora una ghiacciaia di legno rivestita di lamiera zincata e stagnata in cui si poneva un pezzo di barra di ghiaccio lungo 30-40 centimetri... La fabbrica del ghiaccio era in via Fejus, qusi a Boringhieri, sparita da tanti anni. L'immondizia allora finiva dalle canne della spazzatura sui balconi direttamente in una nicchia giù in cantina - A CASA MIA, IN VIA CAPELLI, IN CORTILE - Di qui veniva raccolta da addetti che, sistematala in una gerla a spalle risalivano, in diversi viaggi, le scale dalla cantina del condominio e poi una lunga scala a pioli appesa con due ganci a :ianco di un cartun a cavallo con le sponde altissime. Gassu si chiamava l'omino: con la gerla si arrampicava fin lassù e rovesciava dentro il contenuto che di tanto in tanto costipava con i piedi. Il carro sovente pisciava bagna con una puzza incredibile che Gassu si portava dietro anche a lavoro finito - L'UNICA DIFFERENZA, NEI MIEI RICORDI - E' DATA DAI CAMION - Via Servais finiva in piazza Campanella e poi dopo i prati. In via Nicola Fabrizi, dove ora passa il tram, da via Capelli ad andare giù scorreva a centro strada una bealera in bella vista. Mio padre, come tantissimi altri all'epoca, affittava un orto al fondo di via Capelli, sopra il canale della Pellerina, coltivato da buon figlio di contadini con ogni ben di Dio di ortaggi e fiori ad uso famiglia nei ritagli di tempo del dopolavoro. Per bagnare l'orto si prendeva l'acqua con i secchi dal canale, al fondo di una ripida scaletta scavata nella terra: mio padre non voleva che mi avvicinassi al cariale e mi raccontava, per spaventarmi, di averci visto un grosso serpente ed io gli ho sempre creduto. L'acqua la prendeva dal bordo con un secchio di lamiera, infilzato in un lungo bastone, che poi riversava in altre latte tutte in fila fino a riempirle, con le quali poi risaliva la lunga scala più volte di seguito. D'estate, qualche volta, arrivava l'acqua dalla bealera superiore: passava un certo Sansun a prenotare l'ora e ritirare il dazio ed al momento giusto, mai prima e per il solo tempo stabilito in genere mezz'ora, si allagava l'orto tramite un apposito stramazzo ed uno sbarramento sul canale principale. Era tutto un infervorare di giardinieri e di voci che in quel giorno, e solo in quello dell'acqua, erano tutti presenti contemporaneamente per non perdere neppure un minuto del turno, riempiendo ogni latta e vasca. Poi restavano qualche rana e tanta melma. Ritornavo poi a casa con un bel mazzo di dalie e zinnie coloratissime che avrebbero fatto bella mostra sul tavolo per diversi giorni ma, nel tentativo di aiutare mio padre, ero sempre infangato fino alle orecchie perché era arrivata l'acqua di Sansun, figura che mia madre non amava particolarmente».

che bel ricordo, grazie !
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Old May 21st, 2011, 12:39 AM   #2543
Riobasco
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Originally Posted by giuanin suiru View Post
caro Paolo, se pubblichi la foto di 'quel viottolo', di cui ho un 'ricordo fotografico' nella mia mente (mi 'vedo' mentre passo di lì, tenuto per mano da papà, nei nostri giri alla Pellerina, quand'ero proprio piccolo, dunque almeno 50 anni fa) non potrò esimermi dal venire a Torino per ringraziarti di persona
Ok, ti prendo in parola...
Ecco la foto, che si può definire senza alcun dubbio come "Parella sparita", in cui si vede la famosa scalinata che, dal fondo di via Salbertrand (allora ancora "stupa") scendeva alla Pellerina. La messa a fuoco era regolata su mio padre, per cui la ridotta profondità di campo del 50 mm. (e chi aveva i soldi per un grandangolare, allora?) ha reso sfocato lo sfondo. A giudicare dai modelli delle auto su corso Appio Claudio daterei l'immagine al 1979 (in quell'anno mi fu appunto regalata, per la maturità, la mia prima reflex). La scalinata era davvero malridotta dal gelo e dall'assestamento del terreno, per cui percorrerla era ad elevato rischio di... caduta.
Ti aspetto!



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Old May 21st, 2011, 01:53 AM   #2544
Nick07
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Originally Posted by Makyo View Post
Rispondo solo ad un post riportato in vita:

Se non ho capito male intendete quella specie di pozzo sulla destra del Giardino Roccioso, verso la fine, scendendo dallo slargo con la statua di Amedeo d' Aosta.

Per quel che ne so dovrebbe essere solo una specie di urna o pozzetto, non so se originale o finto, con decorazioni orientaleggianti (paiono iraniani).
L' angolo è molto suggestivo perchè a pochi metri si trovano una palma e altre piante a foglia larga molto esotiche.
Secondo me il manufatto potrebbe esser stato messo lì (negli anni 60) proprio per creare questa suggestione orientale.

Potrebbe anche essere una specie di scultura/pozzo medievale, forse ricollegato al Borgo, ma come appunto vi dicevo a me rimanda all' oriente...

Grazie molte Makyo

In effetti la tua spiegazione mi sembra molto verosimile.

E visto che leggo che sei di San Salvario ricambio la tua cortesia con questo...

P.S.: Sono ancora a pagina 60
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Old May 21st, 2011, 02:37 AM   #2545
Nick07
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Se non sono già state postate (come dicevo sono ancora a pag.60 ) posto qualche cartolina trovata su delcampe che ha suscitato il mio interesse:




Interno di PN con l'arcata demolita come detto tanti post fa per recuperare il ferro.




I laghetto del Valentino nominato tanti post fa, al suo posto ora c'è il Padiglione dove fanno Natale in Giostra


Dopolavoro Fiat in Corso Stupinigi (Corso Unione Sovietica)

Mi fermo qua altrimenti rendo troppo pesante la pagina e mi insultate.

Last edited by Nick07; May 21st, 2011 at 02:43 AM.
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Old May 21st, 2011, 02:56 AM   #2546
Nick07
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Questa la pagina da cui avevo tratto la (per me sorprendentissima) foto della moltitudine di sciatori a Cavoretto: http://personalpages.to.infn.it/~cas...008_10_17.html
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Old May 21st, 2011, 06:23 PM   #2547
giuanin suiru
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Originally Posted by Riobasco View Post
Ok, ti prendo in parola...
Ecco la foto, che si può definire senza alcun dubbio come "Parella sparita", in cui si vede la famosa scalinata che, dal fondo di via Salbertrand (allora ancora "stupa") scendeva alla Pellerina. La messa a fuoco era regolata su mio padre, per cui la ridotta profondità di campo del 50 mm. (e chi aveva i soldi per un grandangolare, allora?) ha reso sfocato lo sfondo. A giudicare dai modelli delle auto su corso Appio Claudio daterei l'immagine al 1979 (in quell'anno mi fu appunto regalata, per la maturità, la mia prima reflex). La scalinata era davvero malridotta dal gelo e dall'assestamento del terreno, per cui percorrerla era ad elevato rischio di... caduta.
Ti aspetto!



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grazie !
via Salbertrand non è più 'stupa' ?
cercherò di venire a fare un giro appena possibile
(mi piacerebbe fotografare "la fetta 'd gurgunsola", se c'è ancora)
(il 'possibile' dipende soprattutto dalle condizioni di mio suocero,
da circa un mese non possiamo quasi più permetterci neanche gite in giornata, speriamo di non rimanere a lungo in questa situazione pesantemente condizionata)
grazie ancora, ciao !
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Old May 22nd, 2011, 02:59 AM   #2548
bube
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o basta la ,e' passato proprio tanto tempo perche' ricordo anche io quando gli "spazzaturai amrr" portavano via la spazzatura dallo scantinato di casa mia con le gerle per poi salire con una scala appoggiata alla altissima sponda del camion per buttarcela dentro senza neanche togliersela dalle spalle,pero' abitando in via Giolitti non c'erano i campi ma i giardini cavur .Tanto mio padre ,come me ,la terra non la gradiva ,per cui orti e campagne non ne ho visti,al massimo a pasquetta ,pero' mi ricordo ancora delle fughe con vigile dietro che regolarmente seminavamo passando da un portone ed uscendo da un altro o entrando in qualche cantina e uscendo da qualche porta buia ,che solo chi esplorava la zona conosceva,magari passando dagli infernotti(in mezzo a topi e scarafaggi per la spazzatura di sopra)con gatti selvatici che aggredivano chiunque si avvicinasse troppo.
L'edificio dove ho abitato per 3-4 anni era di proprieta' di un certo Molino ,ora a veder la cronaca cittadina e' ancora sulla breccia ma e' il figlio ,le condizioni degli edifici lasciati in affitto oggi sono sempre le stesse ,tra il pericolante o prossimo al crollo,ora affitta a disperati , malviventi,prostitute, che non sono piu' italiani,ma sempre con un affitto da residence di lusso.L'edificio dove abitavo e' stato molti anni fa acquistato dal comune e ristrutturato penso perche con caratteristiche architettoniche o storiche di qualche valore,
Il ricordo che ho dei tempi pero' e' piacevole per via dei pomeriggi passati a giocare a noscondersi in tutti i buchi possibili di cortile portoni cantine ecc e per le spedizioni esplorative ,durate anni, nel palazzo abbandonato e chiuso da anni che era uno dei lati del cortile .Le cantine erano sede delle prove di virilita perche' essendo senza luce e veramente spaventose per le condizioni in cui erano e per gli animali e insetti sconosciuti che si diceva ci fossero, in piu'erano su due piani sotto terra e con porte che comunicavano nei palazzi vicini (credo che arrivassero fino alla chiesa di angolo tra via giolitti v. D.Rosine e forse al san Giovanni vecchio),ogni tanto si sbucava da qualche parte strana ma un po per paura di essere in case horror o mostri o perche' se ci vedevano quattro schiaffi te li davano anche le suore ,non indagammo mai su dove eravamo di preciso , quei passaggi segreti al massimo si utilizzavano per scappare dai vigili che ci inseguivano regolarmente perche giocavamo sulle aiuole dei giardini vicini.Anche le scale dell'edificio servivano per le fughe visto che cinque piani di corsa fatti una o due volte tagliavano le gambe agli uomini in nero e si saliva da una scala e si scendeva da un'altra senza restar bloccati senza contare alcuni passaggi dai balconi.
Nel cortile girarono anche una scena del film con le mini ,ed in via Giolitti costruirono anche un mercato con le bancarelle perr l'occasione (chiudendo la strada e forse deviando il 5 ed il 21 per una settimana o piu')ma nel film in pratica si vede porta palazzo-il cortile-zona gran madre.Finito di girare le scene tutti gli abitanti dell'isolato si portarono a casa qualche decina di quintali di frutta e vedura del finto mercato (lamentandosi perche non era granche')
Poi c'erano diversi amici che abitavano nei dintorni ,tipo via Carlo alberto e via bogino che abitavano in case con addirittura passagi segreti celati da pannelli mobili, come nel caso di un palazzo di proprieta ed abitato da una sconosciuta principessa dove un o degli amici era in portineria.(incredibile il numero di nobili che c'erano ai tempi)
Il tempo passato ha portato via il ricordo anche dei nomi degli amici di elementari e medie o di palazzo ,pero' il ricordo delle belle giornate passate senza playstion ,pc e soldini se non per un gelatino da 35 o 50 lire mi e restato.
Nel cortile ai tempi c'erano anche diverse attivita' tipo falegname e restauratore ,ed il retro di un paio di di negozi di vi san Massimo, uno dei quali era di un calzolaio vecchissimo e solo di piu' di 80 anni costretto a lavorare perche' di pensione dell'artigianato prendeva 3500 £ mensili ,ogni tanto se ci beccava ci parlava di politica (8-10 anni!), guerra nel vietnam e americani imperialisti per cui si girava largo adesso avrei piacere di sentir qualche sua storia.
Oddio anche a Mario soldati nei suoi ricordi di gioventu' delle basse del Po con nebbia , freddo e fango veniva fuori che era tutto bello ,forse perche erano ricordi legati alla sua giovinezza.
La campagna ai tempi la vedevo quando mi mandavano in veneto dai nonni che facevano i mezzadri ,io comunque preferivo il mare (mi mandarono a Salerno per asma fino a 6 anni) e non ci andavo volentieri,precedentemente abitai in p. Salluzzo (il calzolaio era mio papa') e via principe Tommaso(bar Garrone) e dopo un trasloco mi son ritrovato a Madonna di Campagna :li i campi li ricordo bene ma oggi non saprei proprio dire sotto quale edificio li abbiano messi come i "vetrie" o le bici con la mola e gli spartineve in legno parcheggiati per le vie di torino.
E finalmente nel 65 un periodo senza traslochi in via Giolitti , fino al 70
Tanto per scrivere visto che di foto non ne ho.

Porcaccia miseria a Madonna di Campagna ci ho abitato prima di via Giolitti ,spero sia per l'ora tarda di scrittura del post altrimenti ho bisogno di visite urgenti .Non e' una amnistia ma e una indult :correggo.

BB
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Last edited by bube; May 22nd, 2011 at 04:27 PM.
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Old May 22nd, 2011, 08:24 AM   #2549
giuanin suiru
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Originally Posted by bube View Post
o basta la ,e' passato proprio tanto tempo perche' ricordo anche io quando gli "spazzaturai amrr" portavano via la spazzatura dallo scantinato di casa mia con le gerle per poi salire con una scala appoggiata alla altissima sponda del camion per buttarcela dentro senza neanche togliersela dalle spalle,pero' abitando in via Giolitti non c'erano i campi ma i giardini cavur .Tanto mio padre ,come me ,la terra non la gradiva ,per cui orti e campagne non ne ho visti,al massimo a pasquetta ,pero' mi ricordo ancora delle fughe con vigile dietro che regolarmente seminavamo passando da un portone ed uscendo da un altro o entrando in qualche cantina e uscendo da qualche porta buia ,che solo chi esplorava la zona conosceva,magari passando dagli infernotti(in mezzo a topi e scarafaggi per la spazzatura di sopra)con gatti selvatici che aggredivano chiunque si avvicinasse troppo.
L'edificio dove ho abitato per 3-4 anni era di proprieta' di un certo Molino ,ora a veder la cronaca cittadina e' ancora sulla breccia ma e' il figlio ,le condizioni degli edifici lasciati in affitto oggi sono sempre le stesse ,tra il pericolante o prossimo al crollo,ora affitta a disperati , malviventi,prostitute, che non sono piu' italiani,ma sempre con un affitto da residence di lusso.L'edificio dove abitavo e' stato molti anni fa acquistato dal comune e ristrutturato penso perche con caratteristiche architettoniche o storiche di qualche valore,
Il ricordo che ho dei tempi pero' e' piacevole per via dei pomeriggi passati a giocare a noscondersi in tutti i buchi possibili di cortile portoni cantine ecc e per le spedizioni esplorative ,durate anni, nel palazzo abbandonato e chiuso da anni che era uno dei lati del cortile .Le cantine erano sede delle prove di virilita perche' essendo senza luce e veramente spaventose per le condizioni in cui erano e per gli animali e insetti sconosciuti che si diceva ci fossero, in piu'erano su due piani sotto terra e con porte che comunicavano nei palazzi vicini (credo che arrivassero fino alla chiesa di angolo tra via giolitti v. D.Rosine e forse al san Giovanni vecchio),ogni tanto si sbucava da qualche parte strana ma un po per paura di essere in case horror o mostri o perche' se ci vedevano quattro schiaffi te li davano anche le suore ,non indagammo mai su dove eravamo di preciso , quei passaggi segreti al massimo si utilizzavano per scappare dai vigili che ci inseguivano regolarmente perche giocavamo sulle aiuole dei giardini vicini.Anche le scale dell'edificio servivano per le fughe visto che cinque piani di corsa fatti una o due volte tagliavano le gambe agli uomini in nero e si saliva da una scala e si scendeva da un'altra senza restar bloccati senza contare alcuni passaggi dai balconi.
Nel cortile girarono anche una scena del film con le mini ,ed in via Giolitti costruirono anche un mercato con le bancarelle perr l'occasione (chiudendo la strada e forse deviando il 5 ed il 21 per una settimana o piu')ma nel film in pratica si vede porta palazzo-il cortile-zona gran madre.Finito di girare le scene tutti gli abitanti dell'isolato si portarono a casa qualche decina di quintali di frutta e vedura del finto mercato (lamentandosi perche non era granche')
Poi c'erano diversi amici che abitavano nei dintorni ,tipo via Carlo alberto e via bogino che abitavano in case con addirittura passagi segreti celati da pannelli mobili, come nel caso di un palazzo di proprieta ed abitato da una sconosciuta principessa dove un o degli amici era in portineria.(incredibile il numero di nobili che c'erano ai tempi)
Il tempo passato ha portato via il ricordo anche dei nomi degli amici di elementari e medie o di palazzo ,pero' il ricordo delle belle giornate passate senza playstion ,pc e soldini se non per un gelatino da 35 o 50 lire mi e restato.
Nel cortile ai tempi c'erano anche diverse attivita' tipo falegname e restauratore ,ed il retro di un paio di di negozi di vi san Massimo, uno dei quali era di un calzolaio vecchissimo e solo di piu' di 80 anni costretto a lavorare perche' di pensione dell'artigianato prendeva 3500 £ mensili ,ogni tanto se ci beccava ci parlava di politica (8-10 anni!), guerra nel vietnam e americani imperialisti per cui si girava largo adesso avrei piacere di sentir qualche sua storia.
Oddio anche a Mario soldati nei suoi ricordi di gioventu' delle basse del Po con nebbia , freddo e fango veniva fuori che era tutto bello ,forse perche erano ricordi legati alla sua giovinezza.
La campagna ai tempi la vedevo quando mi mandavano in veneto dai nonni che facevano i mezzadri ,io comunque preferivo il mare e non ci andavo volentieri,poi dopo un trasloco mi son ritrovato a Madonna di Campagna :li i campi li ricordo bene ma oggi non saprei proprio dire sotto quale edificio li abbiano messi come i "vetrie" o le bici con la mola e gli spartineve in legno parcheggiati per le vie di torino.

Tanto per scrivere visto che di foto non ne ho.

BB
grazie !
per racconti così le parole sono sufficienti, non importa se non ci sono foto
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Old May 22nd, 2011, 04:08 PM   #2550
Makyo
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Originally posted by Nick07

Grazie molte Makyo

In effetti la tua spiegazione mi sembra molto verosimile.

E visto che leggo che sei di San Salvario ricambio la tua cortesia con questo...



P.S.: Sono ancora a pagina 60


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Originally Posted by Nick07

Se non sono già state postate (come dicevo sono ancora a pag.60 ) posto qualche cartolina trovata su delcampe che ha suscitato il mio interesse:

Stupende queste immagini! Stupenda la reklam della Opessi! Grazie nick07!

Non riesco però ad identificare il disegno della fabbrica:
ammesso che sia l' officina di corso Raffaello angolo via Madama (non si capisce..potrebbe essere anche via S. Maurizio) da che angolazione è vista?

Da est con la facciata su via Madama? E quello a sinistra sarebbe corso Raffaello? Eppure non mi risulta che via Madama fosse alberata...mah...
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Old May 23rd, 2011, 12:44 AM   #2551
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Salve!

Questa cartolina è strana...



... intanto lo scambio: strana la possibilità di passare sull'altro binario... escludendo una circolazione banalizzata ante litteram, si tratta forse di un'asta di manovra per invertire la marcia? Ma a che pro?

Forse lo scambio è collegato alla circolazione dei convogli estraurbani, ma comunque... pericolosetto, no?

E poi la totale mancanza di linea aerea! Eppure le auto ci dicono che dovremmo essere almeno negli anni trenta, ma anche ben oltre....

Forse sullo sfondo si intravedono dei lavori sulla sede tramviaria (all'incrocio con via Rossini, dove altro, se no? )

Qualcuno ne sa di più?

B.
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Old May 23rd, 2011, 01:01 AM   #2552
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Originally Posted by Makyo View Post
Non riesco però ad identificare il disegno della fabbrica: ammesso che sia l' officina di corso Raffaello angolo via Madama (non si capisce..potrebbe essere anche via S. Maurizio) da che angolazione è vista?

Da est con la facciata su via Madama? E quello a sinistra sarebbe corso Raffaello? Eppure non mi risulta che via Madama fosse alberata...mah...

Intanto è senz'altro l'officina. Visto che l'indirizzo indicato è Corso Raffaello angolo Via Madama, la facciata sarà stata in Corso Raffaello...

Last edited by Nick07; May 23rd, 2011 at 01:07 AM.
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Old May 23rd, 2011, 01:07 AM   #2553
Nick07
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Dopo averne letto il relativo articolo su La Stampa, guardavo il sito dell'Archivio di Stato di Torino e sfogliavo le mappe (un pò tanto scomodo).

Mi incuriosiva leggere in mappe del settecento del Borgo di Balone o anche Borgo del Pallone, ovviamente la zona fuori le mura di Porta Palazzo. Come mai si chiamava così?

Ha qualcosa a che fare con sto Pallamaglio che si trova scritto da più parti? Cos'era, una specie di pallone elastico (che nel cuneese se non erro viene chiamato proprio semplicemente "balon")?
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Old May 23rd, 2011, 01:46 AM   #2554
Nick07
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Parlando di Torino Sparita, sempre che non sia già stato fatto, non si può non menzionare anche il vecchio simbolo di Torino, la Torre della Città, visibile nel bel mezzo di questo prospetto http://archiviodistatotorino.benicul...php?uad=154974

Leggo e trascrivo dalla "Guida de forestieri per la Real Città di Torino" del 1753: "[...] Questa Torre è di forma quadrata, di grande altezza, colla base, e porta di marmo, ornata fino alla cima di capricciosi Arabeschi, con Pitture, ed Iscrizioni, che dimostrano gli antichi Privilegj accordati da Giulio Cesare, e da Augusto a questa già famosa Colonia de' Romani.
Sopra queste Pitture dalla parte riguardante la Piazza v'è un Globo Matematico, parte nero, e parte dorato, che col suo giro con mirabil artificio dimostra le diverse fasi, o sia aspetti della Luna; e questo Globo viene regolato dall'Orologio, che vi sta sopra, il quale addita le ore da tutti quattro i lati della Torre. E per osservare in tutto l'uniformità, e regole dell'Architettura, v'è posto negli altri tre lati un Globo finto.
Al di sopra dell'Orologio vi sono le Campane, le quali servono per la Chiesa del Corpus Domini, e per la baudetta, che si suona in tutte le Feste de' Santi Protettori, e per diverse altre funzioni della Città. E quì finisce il quadrato della Torre con una Galleria, sopra di cui s'innalza di nuovo un'altra Torre ottangolare, termina poi da una Corona di ferro dorato, appoggiata su otto Tori pure dorati, che si vedono negli angoli in forma di modiglioni. Dentro di questa si trova la Campana maggiore del Comune, colla quale si dà ogni sera il segno dell'Ave Maria, e della Ritirata, come pure l'avviso di quando si deve fare giustizia. Su questo Ottangolare è riposta un'altissima, e magnifica Guglia, coperta di lame di ferro dorato a guisa di squamma di pesce.
Sulla cima di questa Guglia sta il gran Toro di bronzo, pur dorato; celebre, ed antica Insegna di quest'Augusta Città, a cui è sovrapposta una gran Croce di ferro dorato."

Quanto spatuss... Da qualche parte ho letto che il Toro addirittura muggiva ad ogni soffio di vento. Mah!

Qualcuno sa come e quando è sparita?

P.S.: Fra l'altro è per me stato curioso leggere in testi antichi Torino al maschile: "Torino vecchio".
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Old May 23rd, 2011, 01:55 AM   #2555
FaseREM
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@Breus: Mi sono imbattuto anche io oggi nella medesima foto e mi sono posto la stessa domanda sul raccordo misterioso. Ho formulato le tue stesse ipotesi (spazio per inversione di tram bidirezionali o banalizzazione temporanea per lavori in corso) ma non mi sembrano le più logiche. Boh?

@Nick07: Avevo letto che in realtà il pallone non c'entrasse nulla. Il nome originario poteva essere "Valun" ovvero avvallamento, vista la discesa verso la Dora. B e V devono poi essersi confuse (il fenomeno si chiama betacismo ed è abbastanza diffuso tra le lingue romanze).
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Old May 23rd, 2011, 11:19 AM   #2556
Makyo
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Originally Posted by Nick07

Ha qualcosa a che fare con sto Pallamaglio che si trova scritto da più parti? Cos'era, una specie di pallone elastico (che nel cuneese se non erro viene chiamato proprio semplicemente "balon")?
Il gioco della Pallamaglio, gioco molto popolare nel XV secolo, che consisteva nello scagliare più lontano possibile una palla di legno con un maglio, cioè una mazza lignea ferrata. (definizione trovata su internet ma non dissimile da quella che conoscevo io)

In San Salvario era presente il campo del Pallamaglio, da cui prese nome l' attuale via Morgari, già via Pallamaglio. Il campo, abbastanza esteso, comprendeva l' area tra via Ormea, via Valperga, corso Marconi e il Valentino.
Nell' ottocento il gioco del Pallamaglio non era più di moda e sui suoi terreni fu costruito il Tiro a Segno, che si affacciava su corso Marconi.


Invece a proposito della Torre della Città penso sia stata abbattuta dai francesi, durante l' occupazione post-rivoluzione o napoleonica. Purtroppo non so dirti l' anno esatto.

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Originally Posted by Nick07

Intanto è senz'altro l'officina. Visto che l'indirizzo indicato è Corso Raffaello angolo Via Madama, la facciata sarà stata in Corso Raffaello...
C' è comunque qualcosa di strano in quell' incisione....
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Old May 23rd, 2011, 11:34 AM   #2557
Marmox
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Originally Posted by Breus View Post
Salve!

Questa cartolina è strana...

(...)

E poi la totale mancanza di linea aerea!
Se aguzzate la vista la linea aerea c'è eccome. Si notano i cavi che partono dalla facciata a sinistra tra il 1° e il 2° portico e tra il 4° e il 5° con tanto di aggancio.
Si perdono poi a causa di qualche effetto fotografico e del chiarore del cielo in fondo che "spara".
È visibile anche il cavo di presa corrente subito sotto le ante aperte sulla destra.

Sullo scambio non saprei e non lo giudicherei neanche pericoloso, in quanto lo si potrebbe impegnare solo in retromarcia.
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Old May 23rd, 2011, 12:29 PM   #2558
Riobasco
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Originally Posted by Breus View Post
E poi la totale mancanza di linea aerea!
Era prassi piuttosto comune, per le cartoline di tipo "Vera fotografia" (come quella che hai postato, lo si intuisce dalla grande nitidezza) effettuare dei ritocchi sulla lastra, facilmente distinguibili con un esame con lente d'ingrandimento. Io ho una cartolina della mia adorata Albisola in cui hanno addirittura rimosso... la linea aerea (con tanto di pali) della ferrovia, è rimasto soltanto, sospeso a mezz'aria, un mesto "isolatore fantasma"
Se l'argomento incuriosisce posso postare qualche esempio di... photoshop d'annata.
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Old May 23rd, 2011, 01:51 PM   #2559
snowtura
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Per gli appassionati di questo thread, sperando di non ripetere la segnalazione di qualcuno, consiglio di fare un giretto all'interno del Borgo Medievale, dove sulla staccionata che copre il cantiere interno per il recupero della vecchia osteria, ci sono un sacco di foto stupende di edifici spariti o radicalmente modificati.

Allego uno scatto.

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Old May 23rd, 2011, 02:19 PM   #2560
parella boy
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Originally Posted by Breus View Post
A beneficio della foltissima pattuglia dei forumer di Parella, copio e incollo parte del seguente articolo apparso su TorinoSette del 27-05-2005:

"Qualche anno dopo, in inverni di copiose nevicate come mai dopo, andavo su una slitta autocostruita alla Pellerina, a scivolare dalla montagnola di corso Appio Claudio a fianco dell'allora "da Mola gioco bocce". La slitta era eccezionale tra le altre la più veloce: i pattini li avevo realizzati con un paraurti della Seicento tagliato a metà ed avvitato di sotto in su sulle due tavole verticali smussate in punta. La usavo a pancia in giù ed a testa avanti, frenando e correggendo la direzione con la punta degli scarponcini. Ma il ruzzolone finale era quasi inevitabile e ritornavo sempre a casa marcio di neve e di sudore, perché la slitta era pesante ed io ero piccolo ma già allora il più sviciu, quello che con la slitta andava più lontano di tutti. In casa non avevamo ancora il frigorifero, arrivò nel 54 un Bolinders svedese, bianco con la guarnizione di gomma grigia e la maniglia lunga. Avevamo prima di allora una ghiacciaia di legno rivestita di lamiera zincata e stagnata in cui si poneva un pezzo di barra di ghiaccio lungo 30-40 centimetri... La fabbrica del ghiaccio era in via Fejus, qusi a Boringhieri, sparita da tanti anni. L'immondizia allora finiva dalle canne della spazzatura sui balconi direttamente in una nicchia giù in cantina. Di qui veniva raccolta da addetti che, sistematala in una gerla a spalle risalivano, in diversi viaggi, le scale dalla cantina del condominio e poi una lunga scala a pioli appesa con due ganci a :ianco di un cartun a cavallo con le sponde altissime. Gassu si chiamava l'omino: con la gerla si arrampicava fin lassù e rovesciava dentro il contenuto che di tanto in tanto costipava con i piedi. Il carro sovente pisciava bagna con una puzza incredibile che Gassu si portava dietro anche a lavoro finito. Via Servais finiva in piazza Campanella e poi dopo i prati. In via Nicola Fabrizi, dove ora passa il tram, da via Capelli ad andare giù scorreva a centro strada una bealera in bella vista. Mio padre, come tantissimi altri all'epoca, affittava un orto al fondo di via Capelli, sopra il canale della Pellerina, coltivato da buon figlio di contadini con ogni ben di Dio di ortaggi e fiori ad uso famiglia nei ritagli di tempo del dopolavoro. Per bagnare l'orto si prendeva l'acqua con i secchi dal canale, al fondo di una ripida scaletta scavata nella terra: mio padre non voleva che mi avvicinassi al cariale e mi raccontava, per spaventarmi, di averci visto un grosso serpente ed io gli ho sempre creduto. L'acqua la prendeva dal bordo con un secchio di lamiera, infilzato in un lungo bastone, che poi riversava in altre latte tutte in fila fino a riempirle, con le quali poi risaliva la lunga scala più volte di seguito. D'estate, qualche volta, arrivava l'acqua dalla bealera superiore: passava un certo Sansun a prenotare l'ora e ritirare il dazio ed al momento giusto, mai prima e per il solo tempo stabilito in genere mezz'ora, si allagava l'orto tramite un apposito stramazzo ed uno sbarramento sul canale principale. Era tutto un infervorare di giardinieri e di voci che in quel giorno, e solo in quello dell'acqua, erano tutti presenti contemporaneamente per non perdere neppure un minuto del turno, riempiendo ogni latta e vasca. Poi restavano qualche rana e tanta melma. Ritornavo poi a casa con un bel mazzo di dalie e zinnie coloratissime che avrebbero fatto bella mostra sul tavolo per diversi giorni ma, nel tentativo di aiutare mio padre, ero sempre infangato fino alle orecchie perché era arrivata l'acqua di Sansun, figura che mia madre non amava particolarmente».

Bellissimo!...queste parole mi innescano nella mente una girandola di ricordi e la memoria di un tempo che ormai è andato e non tornerà più, ma che è dolcissimo ricordare.....per un momento mi sono sentito addosso il calore del sole delle estati intorno al 1960, quando corso Appio Claudio era un territorio immenso e da scoprire, al pari della Pellerina, per lo sguardo di un bambino quale ero io allora...grazie davvero!!!!!
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