zymotik

grazie Riobasco! bellissima cartolina e sito molto interessante! qualcuno che abbia foto della zona di via vigliani anni '70 e '80?

Icopix

Avrei una richiesta ed una questione per Riobasco ( alias Traversina Jones):

1- mi piacerebbe ricevere le scansioni complete di quella mappa TCI del 1914 postata da te ormai parecchie pagine fa ( mi pare a pag. 20 ); segue PM.

2- Dal mio balcone ho notato due piattaforme rotonde con binari superficiali
all'interno dei piazzali degli ormai ex-Docks Dora; posto una foto fatta da me e la stessa visione presa da Google map: cosa sono ??
Mi sembrano di dimensioni un po' piccole per fare ruotare dei vagoni ferroviari o un locomotore ( avranno un diametro di non più di circa 3 metri )



Grazie, Icopix

FaseREM

Ciao e benvenuto!

Ho trovato un po' di immagini sul sito dell'ecomuseo della circoscrizione 10, c'è di tutto un po', vedi se qualcosa è di tuo interesse:

http://www.comune.torino.it/circ10/e...ndex_html.html

zymotik

Grazie Rem, belle foto! però sta ferrovia di via vigliani proprio non la fotografava nessuno all'epoca!

effe131

ciao a tutti sono nuovo...sono rimasto fantasticamente affascinato da tute le vostre fotografie della nostra città...mi chiedevo se avete foto della zona di borgo vittoria
ciao
effe131

Riobasco

Ecco TJ on line...
Credo siano semplici piattaforme per girare i carri merci, visto che lì dentro c'era appunto una scalo merci raccordato alla linea per Milano. So che all'interno vi sono ancora dei carri merci su binari ormai scollegati, ho tentato un paio di volte di entrare per fare qualche foto ma mi sono scontrato col -truzzissimo- custode che evidentemente mi identifica come un membro di al Qaeda. Prima o poi comunque ci riproverò, ci vuole ben altro per scoraggiarmi. Stasera ti invierò gli scan del TCI.

FaseREM

Ecco infatti un progetto per la collocazione del Regio Politecnico, a sud di corso Spezia, più o meno in zona Sant'Anna - CTO. Via Genova sulla carta si chiamava via Demonte, via Biglieri era via Oneglia, corso Caduti sul Lavoro spostato poi un po' più a sud, si chiamava corso Porto Maurizio (ai tempi Oneglia e Porto Maurizio non si erano ancora fuse per formare Imperia). E in corrispondenza dei corsi Spezia e Porto Maurizio erano previsti altri due ponti sul Po. Corso Unità d'Italia non era stato pensato... c'era corso Galileo Galilei che seguiva il corso del Po. Tutto questo in una variante del 1917 al Piano Regolatore del 1916.

Icopix

Ti ringrazio per la risposta; il dubbio che mi resta è quello relativo alle dimensioni di queste piattaforme, essendo abituato a vederne di questo tipo:



esistono ( o esistevano ) carri ferroviari con un'asse così ridotto da poter ruotare in massimo 4 metri ?!?!
Magari erano dei carri dedicati al trasporto di prodotti specifici che venivano immagazzinati in questa parte dei Docks ...

P.S. Per quanta riguarda il custode dei Docks..................
La prossima volta chiamami che io te lo tengo e tu intanto ....... lo meni
E' proprio arrogante ed insopportabile !!!!

Icopix

Giusto per ravvivare il thread prima delle vacanze:
in un vecchio hard disk ho trovato questa foto:



è un vecchio cancello delle Acciaierie FIAT (ex SIMA) in via Cigna di fronte all' incrocio con via Grivola;
ho provato a ritrovare il sito dal quale l'ho scaricata ( ormai alcuni anni fa ),
ma non l' ho ritrovato;se qualcuno sapesse da dove è tratta lo indichi, per favore.

P.S. Non strabuzzate gli occhi, il segnale indica veramente un limite di 1 Km/h come si vede nella foto, il cancello era ancora visibile fino a non molti anni fa !!!!!

Picard66

su photorail ho trovato numerose immagini di motrici per trasporti industriali.

alcune veramente corte.

http://www.**************/phr1-leFS/raccordi.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_d...abili_italiani

non ho invece trovato sufficienti info sui carri

Icopix

Grazie per il post Picard66; in effetti avevo trovato qualcosa sia a proposito dei carri che delle carrozze sul sito:

http://www.rotaie.it/index.asp

Che, seppur dal punto di vista del modellismo, ne approfondisce i particolari con numerose tavole e disegni.


P.S.
Per puro esempio: http://www.rotaie.it/New%20Pages/Dis...avola-5009.jpg

Riobasco

Visto che il nostro "agente scelto" ZioFausto mi aveva segnalato che è in corso la demolizione delle ex acciaierie Mandelli di Collegno, ieri pomeriggio ho fatto un po' di foto (mi sentivo un personaggio di "The day after", non c'era un'anima in giro, a parte qualche lucertola). Sono legato a quella zona, da ragazzino ci passavo con il filobus rosso CTREA (diramazione per Collegno centro) e guardavo affascinato il bagliore delle colate di acciaio attraverso le finestre della Mandelli. Per fortuna lo scorso anno (esattamente aprile 2008) mi sono intrufolato là dentro ed ho realizzato una serie di -ormai irripetibili- foto. Eccone una di ieri, a demolizione già iniziata (chissà se faranno i soliti condominii alveare anche stavolta...)

furfurano

salve a tutti e ben tornati dalle vacanze (per chi le ha fatte)
un po' "morto" questo thread.... abbiamo lasciato delle domane in sospeso

via rieti... la polveriera ecc

e ce ne sono altre da fare

questa ville dovrebbe chiamarsi "il Maggiordomo" qualcuno ne sa qualcosa?

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Silvano Furfurano
"Città che inventi tutto e non ricavi niente..."

FaseREM

Ciao furfurano, sono rientrato proprio oggi, grazie mille!

Vediamo un po'... L'indirizzo via San Paolo, in questo caso a Grugliasco, continua a ritornare in un modo o nell'altro... un caso? E' veramente bella, non so a chi appartenga ma è un peccato che sia abbandonata così. Se non fosse stata nel bel mezzo della zona industriale di Grugliasco qualche privato ne avrebbe fatta una residenza di lusso. Ecco l'ultima immagine di Google Earth:



Dal sito del comune di Grugliasco:

"IL MAGGIORDOMO (prima metà XVII secolo) via S.Paolo, 5

La seicentesca villa è certamente la più illustre e conosciuta tra quelle presenti nel territorio di Grugliasco: bell'esempio di barocco piemontese, con un corpo centrale a due piani di pianta ellittica e due ali laterali settecentesche, era completata da un ampio giardino con viale d'accesso di lecci e pioppi, oltre che da una cappella e dall'attigua cascina, ancora esistenti.
La villa prende il nome dalla carica di "maggiordomo" ricoperta intorno alla metà del Seicento presso la corte del principe Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano dal gentiluomo Valeriano Napione, la cui famiglia era proprietaria già da decenni della cascina e di una annessa casa civile. Ed è proprio a Valeriano che si deve la costruzione della villa, presumibilmente tra il 1675 ed il 1683. Il progetto da alcuni studiosi è attribuito al Guarini, che negli stessi anni stava realizzando a Torino, proprio per il principe Emanuele Filiberto, Palazzo Carignano, con cui la villa presenta in effetti forti similitudini. Più verosimilmente, esso è dovuto ad uno dei collaboratori del Guarini impegnati nel cantiere di Palazzo Carignano, come l'architetto Giovanni Francesco Baroncelli, di cui oltretutto è documentata la presenza negli stessi anni a Grugliasco per una perizia tecnica ed al cui figlio fece da padrino di battesimo proprio Valeriano Napione. Nei primi anni del Settecento la proprietà sarebbe passata in eredità ai conti Dellala di Beinasco, anch'essi tradizionalmente legati alla corte dei principi di Savoia-Carignano. Alla metà del secolo risalgono le ristrutturazioni della villa e della cascina e l'aggiunta alla villa stessa delle due ali laterali volute , e direttamente progettate, da Francesco Valeriano Dellala di Beinasco, architetto cui si devono molti celebri palazzi torinesi."

E' citata nel libro di Amedeo Grossi del 1790 "Guida alle cascine e vigne del territorio di Torino e suoi contorni" (che ho trovato online su Google Libri):

"IL MAGGIORDOMO villa e cascina sotto la Parrocchia e territorio di Grugliasco, dell'Illustrissimo signor Conte Francesco Valeriano Dellala di Beinasco Architetetto di S.M. Situata lungo la strada che da Porta Susina tende a Beinasco denonimata strada del Gerbo, tre miglia distante da Torino; il palazzo è uno de' meglio archietettati in que' contorni, forma un padiglione nel mezzo, in cui ritrovasi un magnifico Salone in forma circolare prospiciente verso un delizioso giardino contornato da ameni viali d'alberi."

MindLab

Io sono tornato qualche giorno fa ma mi sono subito ammalato. Oggi sto più o meno umanamente. Non l'ho mai vista quella villa, sarà che dalle parti di grugliasco ci ho girato poco. Effettivamente sembra una parte di Palazzo Carignano spostata in mezzo alla campagna. Il corpo centrale è quasi uguale. Mi chiedo quale fosse l'ingresso principale. A guardare in mezzo al verde dietro l'edificio si intravede un muro con un cancello e lì davanti una (ex) strada. Mi sa che questa facciata era la secondaria. Un vero peccato che sia così ridotto.

P.S. interessante vedere che il tetto dell'ala destra ha ceduto quasi del tutto tra una foto e l'altra.

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Riobasco

Mi sto sempre più appassionando alla casa che sorge in borgata Tesso, nel triangolo tra le vie Giachino, Gramegna e Brin. Sono arrivato al punto di diventare -strategicamente- cliente dell'edicola che sorge nel palazzo stesso, accanto al ristorante "Porco rosso"... per carpire informazioni da una "talpa".
L'edicola è una di quelle che, a mio parere, vende una decina di copie della Stampa ai soliti 10 pensionati... il proprietario li chiama certamente tutti per nome e trema al pensiero che muoiano, specie se sono vedovi!
L'edificio è in pessimo stato ma, ad un occhio attento da appassionato, mostra le tracce di un grande passato:

L'edicolante mi ha detto che l'edificio è stato costruito nel 1907 (quindi in periodo eclettico, correggetemi se sbaglio). Purtroppo è frazionato in un numero enorme di proprietari per cui il comune, mancando un accordo tra le parti, ha minacciato di togliere l'abitabilità al palazzo se non si procederà ad una serie di lavori volti a mettere in sicurezza l'edificio, oltre che a ridargli un aspetto dignitoso. Particolare interessante: durante la guerra una bomba è caduta sull'edificio (distruggendolo completamente) di fronte alla casa (che infatti, se ci fate caso, è di un'orribile stile anni '50) ed ha danneggiato i negozi, per cui il ristorante, l'edicola e la macelleria islamica sono, a quanto mi ha detto l'edicolante, stati ricostruiti, visto che l'onda d'urto li aveva danneggiati gravemente. La via si chiama Errico Giachino (partigiano) ovviamente dal dopoguerra, durante il fascismo era via Augusto Doglio (martire fascista) ma la denominazione originale era via Lanzo. Ho fotografato una targa semicancellata in cui si vede bene abbastanza "LANZO" ma non riesco a decifrare se sia sovrapposta a Doglio o Giachino:

Appena avrò un po' di confidenza con il mio nuovo edicolante gli chiederò se mi farà curiosare in cortile
p.s. un saluto a Maurrison, che so che "lurka" ancora e che sarebbe certamente interessato ai post come questi sulla nostra Torino

mariocesare

Quella zona mi e' cara anche a me, da piccolo (10 - 12 anni) scappavo di casa in bici e ci facevo dei gran giri. Avevo più coraggio di adesso

Tra l'altro e' abbastanza vicina alla stazione ferroviaria di collegno....

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LANGHE - a Vineyards region in north west Italy Unesco World Heritage SAVOIA CASTLES in Piedmont - I THE WORLD OF WINE - Most fashionable wineries in the world TURIN MUSEUMS

lucajuventino

Apro la prima pagina di questo thread, che mi interessa molto ma che non seguo, se non molto raramente.
La copertina è ricca di belle immagini, ma ho trovato un'imprecisione e, soprattutto, un commento frutto di un luogo comune.

Andiamo per ordine.


Il problema dell'osservare le stelle dalla città, da Torino per lo meno, non è l'inquinamento atmosferico, quanto l'inquinamento luminoso.

A parte questa sciocchezza, è questo che mi ha maggiormente colpito:

Via Roma "sventrata"? Forse, di certo risanata. Purtroppo si accomuna il lavoro del Piacentini, con la propaganda di regime del "piccone risanatore" e, trattandosi di propaganda fascista, automaticamente viene reputata come un qualcosa da cui prendere le distanze. Come Churchill già capì, "bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti..."

La scelta di riqualificare via Roma, un grande cantiere come oggi potrebbe essere la Spina 3 (eppure nessuno oggi grida allo scandalo!) era una scelta già in discussione da diversi anni, visto il forte degrado degli edifici. Solo nel 1934 l'intero progetto fu affidato ad una equipe capitanata da Marcello Piacentini, il quale propose una soluzione a metà strada tra il neoclassico e il razionalista. Non è "architettura di regime": il razionalismo si è sviluppato negli anni '20, in tutto il mondo, negli Usa come in Italia, in Germania come in Francia. Il fascismo, in Italia, era solo coevo. Se poi ha trovato in questo stile un modo per esprimersi, è un discorso, ma non si tratta di "architettura fascista" (essa esiste solo per chi non ha mai studiato storia dell'arte).

Tornando a via Roma, dalle foto qualcosa si vede: la via era stretta, le case ammassate tra loro, in condizioni igieniche davvero precarie. Via Roma, all'epoca, era degradata, come oggi può essere via Saint Bon o come fino a poco tempo fa era via Barbaroux: case pericolanti stilisticamente amorfi e gente poco raccomandabile. Senza questo intervento, nessuno può dire cosa sarebbe successo, anche se i danni bellici avrebbero di certo partorito qualche "mostro" stile anni '50, ma se la via è diventata oggi la "via più prestigiosa di Torino" (così si autodefinisce lesinando non poco in "umiltà" ), il merito lo si deve al "piccone risanatore".

Se l'argomento è già stato discusso, me ne scuso, ma il vedere in copertina quel termine che richiama a un qualcosa di negativo, mi è parso alquanto scorretto: "via Roma prima di essere ricostruita" sarebbe a mio avviso più corretto (soprattutto perché oggettivo).

L.

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sst125

http://www.st-al.com/maggiordomo/index.html
una galleria di immagini degli interni della villa

http://www.daltramontoallalba.it/pub...db40&start=120
altra serie di foto

spettrale

Antonio63

Devo dire che sinceramente via Roma (attuale) non mi piace. Dalle vecchie foto che ho visto, direi che la somiglianza era forse piu' con via Garibaldi che non con via Barbaroux (nella via transitavano nei due sensi le motrici tranviarie della Belga). Sul fatto che la ricostruzione di via Roma sia stata fortemente voluta dal regime a scopo propagandistico direi che ci sono numerose testimonianze. E' vero che la storia (e cosi' l'architettura) non si fa con i "se", ma se non ci fosse stata la tabula rasa da parte del regime (per certi versi analogo allo scempio perpetrato a Roma con l'apertura di via della Conciliazione), forse un restauro conservativo degli edifici, come in via Garibaldi (o come in via Barbaroux che ha adesso un fascino incredibile) avrebbe mantenuto un angolo della Torino storica che e' stato invece irrimediabilmente gettato via.
Ovviamente si tratta di un'opinione squisitamente personale e che mi permetto di esprimere senza alcuna polemica, vista la mia amicizia nei riguardi di Luca.
Ciao
Antonio