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Mentre Oltralpe la Renault continua ad essere felicemente statale....
Tra l'altro, tra "industrie statali" negli anni 50 e 60 ci fu anche collaborazione: la produzione su licenza Renault, da parte dell'Alfa Romeo, della Dauphine, vettura che da noi ebbe un discreto successo;







con le caratteristiche prese d'aria a fianco delle portiere posteriori,

come pure di furgoncini e minibus (più rari, finiti in dotazione all'Aeronautica e altre forze armate).
 

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_o mi e' sfuggito qualcosa oppure nella ricerca sulla cartella catastale (oggetto degli ultimi post) compare solo un generico ed incompleto FC____ era ovviamente il TORINO che si stava trasferendo dal suo vecchio campo della Crocetta__ il nuovo campo sara' un po' impropriamente chiamato "stradale Stupinigi" probabilmente al tempo i due corsi in questione non erano molto distinguibili ____ ricordo di aver visto da qualche parte che l'indirizzo del campo era addirittura fissato in via Filadelfia 88 (attuale ingresso dell'Olimpico)___se cio' e' vero il campo era piu' al posto della piscina che non al teatro ragazzi_____ma non ne sono proprio sicuro______approfitto invece dell'occasione per chiedere ai massimi esperti di storia cartografica della citta' su quale angolo dell'incrocio fra Sebastopoli e Vinzaglio era il vicino campo della Juventus, sempre genericamente detto di corso Sebastopoli_____

__probabile qualche inesattezza bisognosa di correzione____
Sto realizzando in questi giorni il montaggio del documentario sulla storia dello stadio di Corso Sebastopoli che uscirà a breve su YouTube e posso confermarti che il campo "Stradale Stupinigi" si trovava esattamente all'angolo fra corso Galileo Ferraris e Corso Sebastopoli. L'ingresso principale era proprio in quel punto con la tribuna costruita all'incirca dove oggi è il lato lungo del Palaolimpico.

Il campo della Juventus si trovava (disposto orizzontalmente lungo l'asse di corso Sebastopoli) dove oggi c'è lo stadio Olimpico Grande Torino. Non è ancora dato sapere se per dimensione "sforasse" leggermente sull'attuale controviale di Corso Agnelli, ma è molto probabile.

In ogni caso spero di terminare presto il montaggio per poterlo pubblicare come feci con il documentario sullo stadio di Corso Marsiglia.
 

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Confermo anche quanto detto sopra: i documenti si riferivano alla costruzione della tribuna del campo del Torino "Stradale Stupinigi" inaugurato a ottobre 1913.
 

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Per avere un'idea di cosa ci si potrà aspettare oggi, conviene rileggere quanto scritto sul già ricordato volumetto "Un secolo a Torino" della Editrice La Stampa, edito per la fine del secolo XX, da Walter Grillone, specialista in malattie infettive, circa l'epidemia di "spagnola" del 1918 - 1919:
La pandemia, iniziata nell'aprile del 1918, si protrasse fino al maggio del 1919, e fu caratterizzata da tre ondate successive. La prima, quando ancora era in corso la prima guerra mondiale, ebbe inizio tra le truppe alleate stanziate in Normandia, si diffuse rapidamente nel resto della Francia e in Europa, poi negli USA e in India, concludendosi nell'agosto di quell'anno, con decorso quasi sempre benigno. A settembre l'esplosione della fase acuta , che assunse estrema gravità ed estensione planetaria, esclusa l'Australia che ne rimase indenne fino al gennaio del 1919, con mortalità che raggiunse il 68% delle persone colpite. Dopo una fase di stanca verso la fine del 1918, si riaccese una terza ondata fra marzo e maggio del 1919. La pandemia colpì la quasi totalità della popolazione mondiale, rimasero indenni solo alcune isole "sperdute" dell'Atlantico e del Pacifico. La stima delle vittime ammonta a oltre 20 milioni, ben superiore a quella dei decessi per cause belliche della guerra in corso.
La mortalità che caraterizzò la pandemia va attribuita solo in piccola parte all'azione diretta del virus responsabile: la maggior parte dei decessi fu causata da infezioni polmonari sostenute da agenti batterici, cioè "superinfezioni". Proprio questa circostanza stimolò gli scienziati allo studio di rimedi efficaci, culminati con la messa a punto della penicillina nel 1941.
A buon intenditor.....
 

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Sto realizzando in questi giorni il montaggio del documentario sulla storia dello stadio di Corso Sebastopoli che uscirà a breve su YouTube e posso confermarti che il campo "Stradale Stupinigi" si trovava esattamente all'angolo fra corso Galileo Ferraris e Corso Sebastopoli. L'ingresso principale era proprio in quel punto con la tribuna costruita all'incirca dove oggi è il lato lungo del Palaolimpico.

Il campo della Juventus si trovava (disposto orizzontalmente lungo l'asse di corso Sebastopoli) dove oggi c'è lo stadio Olimpico Grande Torino. Non è ancora dato sapere se per dimensione "sforasse" leggermente sull'attuale controviale di Corso Agnelli, ma è molto probabile.

In ogni caso spero di terminare presto il montaggio per poterlo pubblicare come feci con il documentario sullo stadio di Corso Marsiglia.
Perdonatemi una malignità: parafrando un aforisma di una rivista britannica degli anni '60, che definiva l'Italia "un paese povero, ricco di autostrade", definirei Torino "una città povera (almeno non ricca), ricca di stadi".
Per dirla col ben noto Provolino: "Boccaccia mia...".
 

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@ Ace of spades Mi hai anticipato.

Partendo dal fatto che nel 1932 come detto sopra ci saremo stati dentro come immatricolazione, quindi punto uno smontato! (metto il punto esclamativo anch'io, così fa figo).
Nel 1939 Mussolini si presentò in centro a Torino a bordo di un Alfa Romeo cabrio, non quella nella foto postata.
Cosa che non passò inossorvata, nella città della FIAT.!

Per concludere la divisa indossata nel 1939 era nera con il cappello con la tesa e non quella della foto postata con il fez!

Tutto correttissimo, inoltre ( senza andare a fare ricerche sulle targhe ) la vettura illustrata in foto é una Fiat 525, vettura costruita da '28 al '31. Quindi la foto non poteva riferirsi al 1923...

Per quanto riguarda la visita del '39, é vero che Mussolini girò per Torino a bordo di un' Alfa Romeo cabriolet ministeriale, ma quando arrivò ai cancelli di Mirafiori scese dall'Alfa e risalì su una cabriolet Fiat 2800 per la visita all' interno dello stabilimento .
 

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Quanto sopra mi ricorda un particolare: i dipendenti Fiat non potevano accedere ai parcheggi di Mirafiori con auto di altre case.
Una famiglia di conoscenti, marito e moglie entrambi dipendenti Fiat, aggirarono l'ostacolo tenendo due auto: una 500 per recarsi al lavoro, e una Citroen DS per andare a spasso e altri occasioni...
 

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E' ancora così.
Non solo a Mirafiori.
E' sempre stato così, con periodici eccessi di zelo, anche per i fornitori.
Addirittura per i furgoni degli operai impegnati in lavori all'interno, se non erano FIAT facevano scaricare materiali e attrezzature e tornare a parcheggiare fuori, spesso con km a piedi per andare a tornare dai reparti!
Persino alcune aziende dell'indotto, per servilismo, facevano lo stesso.
Io, che avevo la FIAT tra i clienti, dopo aver avuto macchine sportive Lancia e FIAT dal 1987 al 2004, mi sono convertito ai SUV quando avevano in listino solo arnesi come Sedici o modelli costosi come Cherockee, per cui con i miei Toyota o VW persi ogni diritto!
Da notare che nel 1998, in un parcheggio esterno dell'Alfa di Arese, mi rubarono una Delta Evoluzione che non mi avevano consentito di mettere dentro. Sentendomi poi dire beffardamente dalla guardia: "ma lei non lo sa che qui le macchine le rubano?"
La volta dopo che mi chiamarono dalla Fenice (l'Ente Energia) per un lavoro importante da vedere lì, avevo un FIAT Coupé nuovo e gli dissi che lasciarla fuori non se ne parlava, piuttosto non andavo. Vennero ad aspettarmi fuori e mancava poco che mi srotolassero un tappeto rosso sotto le ruote!
 

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_nell'accurata disamina circa la Lancia di S.Paolo abbiamo dimenticato di approfondire la figura di Antonio Chiribiri__fu uno dei piu' significativi pionieri di aereo ed auto__non solo di Torino, ma di tutta Italia___ senza andare in biblioteca, in rete c'e' una ottima documentazione, tra cui un diligente ed esaustivo ricordo da parte del nipote__ riassumendo brevemente, si apprende che Chiribiri, partendo dal natio Veneto, lavoro' in mezza Italia nelle primissime fabbriche di auto ed aerei__ arrivato a Torino nel 1909 lavoro' presso l'aereonautica Franz Miller, messinese nonostante il nome__ nel pregresso c'e' una foto (che non riesco a ritrovare) della fabbrica Miller__ praticamente un grosso "boitone" tra i campi, che pero' non doveva essere la sede principale di v. legnano___poi Chiribiri, passando da aereo ad auto, si mise in proprio prima in v.Don Bosco e successivamente, come visto, in S.Paolo___

_bisogna cogliere l'occasione per ricordare anche gli altri coraggiosi precursori come Lanza, Storero, i fratelli Ceirano, i fratelli Temperino ed altri ancora___ personaggi ammirevoli di grande coraggio e genialita'___a differenza della banda Agnelli mancavano pero' di astuzia imprenditoriale e finanziaria__ non saprei a quale categoria assegnare i Lancia___

_curiosamente nomi desueti come Chiribiri e Temperino o come il misterioso Volugrafo, motoretta militare paracadutabile e forse altro degli anni 30__
 

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_nell'accurata disamina circa la Lancia di S.Paolo abbiamo dimenticato di approfondire la figura di Antonio Chiribiri__fu uno dei piu' significativi pionieri di aereo ed auto__non solo di Torino, ma di tutta Italia___ senza andare in biblioteca, in rete c'e' una ottima documentazione, tra cui un diligente ed esaustivo ricordo da parte del nipote__ riassumendo brevemente, si apprende che Chiribiri, partendo dal natio Veneto, lavoro' in mezza Italia nelle primissime fabbriche di auto ed aerei__ arrivato a Torino nel 1909 lavoro' presso l'aereonautica Franz Miller, messinese nonostante il nome__ nel pregresso c'e' una foto (che non riesco a ritrovare) della fabbrica Miller__ praticamente un grosso "boitone" tra i campi, che pero' non doveva essere la sede principale di v. legnano___poi Chiribiri, passando da aereo ad auto, si mise in proprio prima in v.Don Bosco e successivamente, come visto, in S.Paolo___

_bisogna cogliere l'occasione per ricordare anche gli altri coraggiosi precursori come Lanza, Storero, i fratelli Ceirano, i fratelli Temperino ed altri ancora___ personaggi ammirevoli di grande coraggio e genialita'___a differenza della banda Agnelli mancavano pero' di astuzia imprenditoriale e finanziaria__ non saprei a quale categoria assegnare i Lancia___

_curiosamente nomi desueti come Chiribiri e Temperino o come il misterioso Volugrafo, motoretta militare paracadutabile e forse altro degli anni 30__
quasi tutte i costruttori di auto torinesi non erano in grado oppure non volevano costruire auto "normali" erano tutti attratti dalle corse oppure da prototipi farlocchi. Agnelli era un filibustiere (ma d'altronde a quell'epoca o lo eri o soccombevi) ma fu capace di passare dall'artigianato all'industria vera. Chiribiri era un genio ma la sua azienda morì per al paranoia del suo proprietario, la itala non sopravvisse al disastro della seconda guerra mondiale e alla malagestione di figari e all'addio di ceriano. e così via... Lancia è forse un caso particolare morto vincenzo gli eredi riuscirono nell'impresa di mandare tutto in vacca. pesenti nel '59 si regalò l'azienda ma venne poi distrutto da sindona e obbligato a cedere tutte le attività...
 

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. Lancia è forse un caso particolare morto vincenzo gli eredi riuscirono nell'impresa di mandare tutto in vacca. pesenti nel '59 si regalò l'azienda ma venne poi distrutto da sindona e obbligato a cedere tutte le attività...
A decretare la fine della Lancia fu la decisione di costruire un nuovo stabilimento a Verrone presso Biella, nel 1968; questo per non star dietro alla Fiat, che stava costruendo Rivalta, e Alfa Romeo, che stava creando l'Alfasud di Pomigliano. Solo che la Lancia non aveva nè le dimensioni mastodontiche della Fiat, nè le spalle coperte (per quanto riguarda i debiti) dallo Stato come Alfa Romeo. L'indebitamento salì alle stelle, divenne insostenibile, e nel novembre 1969 cedette tutto alla Fiat.
Alla firma della cessione, si dice, Gianni Agnelli salutò Carlo Pesenti con un beffardo: "Ciao, Carletto!".
 

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la itala non sopravvisse al disastro della seconda guerra mondiale e alla malagestione di figari e all'addio di ceriano.
La storia dell'Itala é un briciolino... diversa.

Per intanto le forniture militari (camion in particolare) all'esercito per la prima guerra mondiale furono influenzate da gare d'appalto farlocche, taroccate appositamente per favorire qualcuno di ns.conoscenza...
Fu così che i camion Fiat furono preferiti ai camion Itala, migliori in assoluto.

La fine della prima guerra mondiale lasciò poi gli strascichi che conosciamo, attraverso l'annullamento di importanti ordini per motori aeronautici che rimasero invenduti a migliaia nei magazzini.

Infine qualche "manina santa" torinese si adoperò per far annullare il credito bancario concesso all'Itala provocando la richiesta di rientro dei capitali. E così il castello crollò...



Lancia è forse un caso particolare morto vincenzo gli eredi riuscirono nell'impresa di mandare tutto in vacca.
Pesenti nel '59 si regalò l'azienda ma venne poi distrutto da sindona e obbligato a cedere tutte le attività...
Anche sulla Lancia, avrei un'opinione diversa e ci andrei piano ad imputare agli eredi, colpe che non ebbero.
 

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La storia dell'Itala é un briciolino... diversa.

Per intanto le forniture militari (camion in particolare) all'esercito per la prima guerra mondiale furono influenzate da gare d'appalto farlocche, taroccate appositamente per favorire qualcuno di ns.conoscenza...
Fu così che i camion Fiat furono preferiti ai camion Itala, migliori in assoluto.

La fine della prima guerra mondiale lasciò poi gli strascichi che conosciamo, attraverso l'annullamento di importanti ordini per motori aeronautici che rimasero invenduti a migliaia nei magazzini.

Infine qualche "manina santa" torinese si adoperò per far annullare il credito bancario concesso all'Itala provocando la richiesta di rientro dei capitali. E così il castello crollò...





Anche sulla Lancia, avrei un'opinione diversa e ci andrei piano ad imputare agli eredi, colpe che non ebbero.
figari era anche proprietario del banco di liguria.
 

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Ragazzi vi ringrazio tutti, non metto i nick, perché siete VERAMENTE tutti per le bellissime foto corredate da un'infinità di informazioni che le correlano io sono di Torino e amo la mia città specialmente gli anni legati alla mia infanzia (70/80) ma mi piace vedere com'era in passato, gli edifici che purtroppo non ci sono più.
Ho una domanda da fare a questo splendido gruppo, io sono di mirafiori sud, vi chiederei se avete delle foto della zona che prende via Barbera / strada del Drosso.
Vi ringrazio tutti in anticipo e ancora GRAZIE. Stefano71
 
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