Censin

Vediamo un drappello di intalianissimi soldati sfilare in piazza Castello al "passo dell'oca", il che non lascia dubbi sulla datazione: siamo dopo la firma dell'Asse Roma - Berlino, quando non si era trovato di meglio che imitare i teutonici anche nel passo...


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giuseppe tubi

Quello fassista si chiamava "passo romano"...

gianoele

L'inutile autarchia anche sulle cose più inutili......

Qualcuno è a conoscenza di modifiche ai nomi delle vie nel periodo fassista? I paesi (ne conosco tanti in Val di Susa) avevano dovuto cambiare nome per essere "italianizzati".

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Caro Babbo Natale, quest'anno sono stato buono. Mi regali una M2 a Torino?

Deucalion

Mi viene da citare come primissimo paese, la cosidetta "Porta del Canavese" Ovvero Leini, che prima del fascismo si chiamava Leynì, come testimonia questo cartello nel centro storico di Settimo Torinese

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Linea 6 Tram never dies

Icopix

moderepetitajuvantOn

Le vie corrispondenti.....

https://goo.gl/maps/rkiTQzS9HF72

moderepetitajuvantOff

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Marmox

Italianizzazione dei toponimi dei comuni in Piemonte e in Valle d'Aosta

https://it.wikipedia.org/wiki/Italia...alle_d%27Aosta

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giuseppe tubi

Si narrava che Leynì, quando si fece la campagna per il Voi dovesse essere rinominata Voinì...

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Censin

E la valdostana Prè St.Didier qualcuno propose di italianizzarla in "Presa per il Didietro"....

Censin

Comunque il passo dell'oca si è diffuso nelle forze armate dei paesi dell'Est, non solo, anche in quelli dell'America Latina più germanizzati (come immigrazione), come il Cile o anche il Perù.

Censin

Ripensandoci: poteva essere un binario tranviario di servizio, di raccordo tra i binari percorsi dal 22 nel breve tratto del corso tra via Cibrario e via Nicola Fabrizi (quelli tuttora percorsi dal 13) e quelli dell'altrettanto breve tratto del corso tra via San Donato e corso Regina, percorsi dal 13 (linea soppressa nel 1966).
E, nella foto di piazza Bernini con vista verso corso Tassoni recentemente postata, si vede pure un binario staccarsi dall'anello sulla piazza per dirigersi lungo il corso, probabilmente di raccordo con i binari del 22 già accennati.
Sempre nel 1966, il 16 allargò il "giro" percorrendo tutto corso Tassoni (prima da piazza Bernini svoltava in corso Francia, poi per corso Principe Eugenio e il rondò della forca), e solo allora tutto il corso fu percorso dai binari sui due lati.

Censin

Il nome Leyni è testimoniato anche dalla linea tranviaria che, passando per quella località, raggiungeva Volpiano; se non erro, una delle locomotive a vapore all'entrata in servizio della linea (1884) portava quel nome (le loco tranviarie avevano di solito nomi propri dei paesi e città serviti).

Censin

Bella immagine romantica del vecchio ponte di corso Regina, sostituito dall'attuale tra il 1972 e il 1973


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Censin

Vecchi stabili in via Nizza 353, zona Lingotto


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Censin

Ancora una foto piuttosto antica (il fondo è ancora in terra battuta) di piazza Statuto verso la stazione della ferrovia di Rivoli, sullo sfondo

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Censin

piazza Carlo Felice nel 1870; notare le piante ancora "nane"...


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Tarpon d'arian-a

Si vede sullo sfondo l'ultima ciminiera di Vanchiglietta, che è sparita (credo) agli inizi del nuovo millennio, portandosi via con sé l'ultima evidente testimonianza del Borgh del Fum...


Che peccato che tutte le foto della sponda del Po a questo punto siano orientate verso il ponte: capisco che siano più belle ed evocative, ma se avessero preso qualche immagine verso ovest, magari sarebbe uscita una veduta della palazzina Tornielli di Via Artisti 37, di cui vi ho fatto cenno qualche giorno fa.

Censin

Anche Druent subì la stessa sorte: negli anni 30 vide l'aggiunta della "o" finale in un maldestro intento di italianizzazione....una "o" che è rimasta fino a oggi!
Mentre, in provincia di Cuneo, Pradleves si vide sparire la "s" finale, in questo caso restituita nel dopoguerra.

Censin

Bella foto di fine anni 70 anni 80 (si vedono già i tram dipinti di giallo) di piazza Vittorio con le giostre carnevalesche


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Censin

A fine 800, una romantica foto al Valentino, sullo sfondo del Monte dei Cappuccini e dei due ponti, quello in ferro e quello in pietra (della Gran Madre)


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Censin

Anno 1889: una piazza Castello quasi irriconoscibile, tanto è deserta; sulla destra, si intravede quella che doveva essere una delle prime bici "moderne" come le intendiamo oggi (cioè non più i velocipedi con la ruota anteriore enorme e quella posteriore microscopica...)




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