Originally Posted by Censin

A occhio e croce, direi seconda metà anni 50 o primi anni 60; alla testata del ponte, mi pare di intravedere la fabbrica che era nell'isolato tra corso Bramante, corso Massimo, via Menabrea e via Foà (attuale; allora era tutta via Pietro Giuria), distrutta da un incendio all'inizio del decennio, già ridotta a un rudere.

Quel che restava della fabbrica venne demolito nel 1965, al suo posto sorse il Torino Supermarket, poi Maxmarket e ora Pam.

Originally Posted by Censin

A occhio e croce, direi seconda metà anni 50 o primi anni 60; alla testata del ponte, mi pare di intravedere la fabbrica che era nell'isolato tra corso Bramante, corso Massimo, via Menabrea e via Foà (attuale; allora era tutta via Pietro Giuria), distrutta da un incendio all'inizio del decennio, già ridotta a un rudere.





Quel che restava della fabbrica venne demolito nel 1965, al suo posto sorse il Torino Supermarket, poi Maxmarket e ora Pam.

Originally Posted by Tarpon d'arian-a

Come ogni topo che si rispetti, preferisco stare nella mia tana a osservare questo splendido forum; oggi, tuttavia, credo di avere qualcosa di interessante e di insolito da condividere con voi.


Cresciuto nei luoghi del vecchio borgo del Moschino, mi sono sempre chiesto cosa si celasse in origine dietro al muro di cinta nobiliare tra Via Napione 16 e Via Artisti 37:




Oggi il lotto è occupato da case del dopoguerra, signorili ma di scarso valore estetico e per nulla in sintonia con il resto della zona. Ho spulciato con attenzione tutte le foto storiche su cui ho potuto mettere le zampe, ma purtroppo, nessun risultato.


Perciò, da buon topo... di biblioteca, ho cercato nell'archivio edilizio della città, ed ecco cosa ho trovato:


Il lotto era di proprietà del conte Celestino Tornielli di Crestvolant (1836-1913), che nel 1874 (pochi anni dopo la demolizione del Moschino) incaricò del progetto di una palazzina l’architetto Giovanni Battista Ferrante, che aveva realizzato la chiesa di Santa Giulia, e che per lo stesso conte Tornielli progettò la rimpianta casa inglese in stile Tudor (poi istituto delle suore del Cenacolo) all’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e corso Massimo d’Azeglio.


Non sono riuscito a sapere la destinazione d’uso della palazzina, ma poiché il conte Celestino Tornielli aveva ben dieci figli (cinque dalla prima moglie, Walburga del Carretto di Moncrivello, e cinque dalla seconda moglie, Teresa Cordero di Montezemolo), non stupisce che abbia commissionato una seconda villa allo stesso architetto che gli aveva progettato la residenza di famiglia.


Ecco come si presentava la palazzina, in pianta e prospetto dal lato del Po e dal lato di Via Artisti:




Alcuni abitanti della zona sono convinti che le nuove case siano state costruite perché la palazzina è stata distrutta durante la guerra, ma le mappe dei danni dei bombardamenti suggeriscono il contrario, indicando per la palazzina danni di lieve portata, a differenza di quelli più gravi delle prime palazzine di Via Napione lungo il Po (tutte ancora esistenti):




Ebbene, qui è tutto quel che il vostro topastro ha saputo scoprire: a voi completare la storia con altri dati, e (se riuscite a trovarne) magari con qualche foto dell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo e della prima metà del ventesimo.

Originally Posted by ace of spades

ha fatto la stessa fine di villa mazzonis in corso palestro... tirata giu' approfittando dei contributi per la ricostruzione per far posto ad anonimi condomini

Originally Posted by Raido

Sbaglio o dietro c'e' ancora il palazzo della RIV di via Genova? Potrebbe essere pre-1943?

Originally Posted by Censin

Nella parte d'angolo tra via Bertola e via Manzoni venne costruita, nel 1955, la sede dell'ENPAS, la mutua degli statali (confluita nel Servizio Sanitario Nazionale nel 1979), prima ospitata nella palazzina di fianco alla stazione di Porta Nuova lato via Nizza dove ora è la sede della Polfer.

Originally Posted by ace of spades

ha fatto la stessa fine di villa mazzonis in corso palestro... tirata giu' approfittando dei contributi per la ricostruzione per far posto ad anonimi condomini

Originally Posted by GIANGI

Direi di no: i molini erano più a sud, oltre c.so Bramante ed il ponte attuale. Forse uno degli scaricatori della Cossola? Canale dell'Ergastolo? Più probabile uno scaricatore della fogna bianca...

Ma soprattuto le risorgive si erano prosciugate ed esaurite da decenni....

Originally Posted by Tarpon d'arian-a

Cresciuto nei luoghi del vecchio borgo del Moschino

Originally Posted by Tarpon d'arian-a

Grazie di cuore, Turtu, per una foto del Moschino che non avevo ancora nella mia collezione.
Parlando di quel che resta del vecchio borgo, qui ci sarebbe un'immagine tratta da pagina 202 del libro di Gian Enrico Ferraris, Il Moschino. Origini e leggende di Borgo Vanchiglia, Graphot Editrice 2003.




Ferraris afferma (pag. 198) che del vecchio e malfamato borgo di pescatori e barcaioli "una traccia pare esistere ancora in un cortile interno di corso San Maurizio".
Nei miei vagabondaggi non sono ancora riuscito a trovare questo angolo, che se la teoria di Ferraris è corretta, è l'ultima parte che ancora ci resta del borgo immortalato ne I misteri 'd Vanchija di Luigi Pietracqua e in tante storie torinesi. Qualcuno di voi sa localizzarlo?

Originally Posted by Oscaruzzo

Credo che sia questo edificio:

https://www.google.com/maps/place/Co...37!4d7.6941842

Tutto l'isolato è "sospetto", con tutti quei palazzi disallineati rispetto alle vie circostanti.

Originally Posted by giuseppe tubi

Ma è solo un caso che in Via Napione abitasse un Mazzonis, con tanto di studio da pittore, quindi come minimo costruito su sua richiesta?

Originally Posted by MSMRCK

Torino in via di sparizione: ricordate la tettoia dei librai in corso Siccardi?
A fine giugno avevo visto che stavano mestamente chiudendo
.. peccato

Originally Posted by giuseppe tubi

In effetti il Moschino si estendeva a cavallo di Corso S. Maurizio e tra Via Bava e il Po.

http://www.comune.torino.it/arredour...legato-1bd.pdf a pag. 3 c'è una mappa abbastanza particolareggiata.