Pupi11

Bel post!!

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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

turtu63

milano

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Censin

la foto è stata stata scattata verso la metà degli anni 60 (1965 - 1966), quando era stata ultimata, o era in corso di ultimazione, la primitiva tettoia dell'abbigliamento, sostituita una decina di anni fa dalla struttura attuale.

Censin

Certo che Palazzo Madama, prima dei restauri che l'hanno riportato all'aspetto attuale, meritava davvero la definizione di Palazo Vechio (sic) che gli era stata data: era solo un vecchio "castellazzo" cadente!

Censin

Nella seconda foto dall'alto, si rivede tutta l'atmosfera dei "Mercati Nuovi" quando erano in piena attività: coi carretti a mano (solo in tarda epoca sostituiti da quelli con carrelli o trattori) stracarichi di cassette, trainati da lavoratori indaffarati che facevano a gara nel superarsi; una volta assistetti anche a un "incidente" con scontro tra due carretti, col risultato di alcune cassette andate distrutte col loro contenuto...

Censin

Da Facebook: Ecco cosa c'era fino a prima della guerra al posto dell'attuale piazzale Valdo Fusi: il Regio Istituto Industriale, che ospitava anche parte del Politecnico



lo vediamo qui in fase di ristrutturazione con sopraelevazione, probabilmente nei decenni precedenti il conflitto; triste rilevare come questa ristrutturazione sia stata di breve durata (un po' quello che successe anche all'Accademia Militare: appena restaurata, venne bombardata....).

Censin

Ancora da Facebook: l'incrocio di via Madama Cristina con via Valperga Caluso, primi anni 50 (si vedono ancora le rotaie di lose per i carri col ciottolato)



l'incrocio tranviario era allora abbastanza semplice, con la sola intersezione dei binari su via Madama e quelli su via Valperga; nel 1966, una prima complicazione, col binario di svolta da via Madama in via Valperga verso via Nizza, necessario per il nuovo itinerario del 15; infine, nel 1990, con l'istituzione della linea 9, il binario di svolta da via Valperga lato corso Massimo verso via Madama, per l'anello di capolinea della nuova linea (per realizzarlo, ci lavorarono quasi una settimana gli addetti di una ditta specializzata valtellinese).

Censin

stessa fonte: via Accademia Albertina all'altezza del San Giovanni vecchio, in una foto anteguerra



si intravede sullo sfondo a sinistra il già ricordato Regio Istituto Industriale, dove ora è il piazzale Valdo Fusi

Censin

Stessa fonte: il Teatro Balbo, distrutto dai bombardamenti (al suo posto ora vi è la Borsa Merci) in una foto di inizio 900



"Al vej teatro Balbo, a j'era Isa Bluette" (canzone "Turin 'd seira")

Oscaruzzo

Cosa c'era prima ancora? Una tettoia come quella dell'orologio? Una tettoia più "rustica"? Uno spazio vuoto?

Modestino Balabam

Uscita operai Lancia, via Caraglio.

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Modestino Balabam

Porta Palazzo.

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Modestino Balabam

Società Ippica torinese.

Modestino Balabam

Porta Nuova.

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Modestino Balabam

Già vista.
Qui grande.
Via Tripoli.

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PM58

Li ricordate ?

http://www.archiviolastampa.it/compo...0042_25581664/

Certo che erano veramente brutti e nel 1990 furono finalmente tolti di circolazione ....

Ma per molti anni hanno rappresentato un panorama in centro ...

Censin

Nulla, per quel che ricordo! Era solo un piazzale aperto; i banchi venivano coperti con tendoni, come ancora avviene dalla parte "ortofrutticola" dall'altro lato della piazza.

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Censin

Le foto mettono bene in risalto il "bugnato" rosso che rivestiva tutto l'edificio, come già ricordato.

Censin

Direi che la foto si riferisce al periodo della grande ondata immigratoria, anni 50 e primi anni 60...

Censin

si è già avuto occasione in passato di parlare dell'attività cinematografica in Torino dei primi decenni del '900; sulla pagina di Marzo 2018 dell'Almanacco Piemontese viene riportato al riguardo un curioso aneddoto, che val la pena di riferire.
Nel 1916, la casa cinematografica "Ambrosio" girò il film Cenere, unico in cui si può ammirare la grande attrice Eleonora Duse, protagonista principale; il film era tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Deledda, ambientato nella sua Sardegna, e gli esterni avrebbero dovuto essere girati sull'isola, nella località di Fonni; si era però nel pieno della Grande Guerra, in cui dominava tra altre la psicosi degli attacchi con sommergibili da parte del nemico austroungarico o germanico in tutto il Mediterraneo. Venne pertanto ritenuta troppo rischiosa la traversata marittima, decidendo di non lasciare il Continente; per motivi logistici di comodità e vicinanza, gli esterni vennero girati nelle valli di Lanzo, a Balme; la scarsa definizione delle pellicole di allora permise di "contrabbandare" per olivi e lecci i castagni e betulle delle nostre montagne.
Nella foto, gli stabilimenti dell'Ambrosio in via Catania 30