Censin

Questa foto ritrae il sottoscritto, nell'estate del 1950, a un anno e mezzo di età, sul ballatoio della casa di ringhiera di via Belfiore, nella zona più antica di San Salvario (tra corso Vittorio e corso Marconi)




si vede bene, sulla sinistra, colla copertura in legno, il gabinetto in comune tra i due alloggi del balcone: quello nostro, subito a destra, e l'altro in fondo, coperto proprio dal gabinetto (così godeva in pieno degli "effluvi" da lì provenienti!); mentre il nostro alloggio aveva anche accesso diretto dalle scale con propria porta, a quello in fondo si accedeva solo entrando dalle scale sul ballatoio per un cancello e percorrendo tutto il balcone, passando quindi davanti alla porta del balcone del nostro (occasione per un saluto, o per mettere a posto l'orologio profittando della nostra pendola).
Ricordava mio padre che in tempo di guerra, quando legna e carbone erano diventati sempre più introvabili, la vicina veniva a implorare per carità, nelle giornate più rigide dell'inverno, un po' di tutti e due, che mio padre, col suo lavoro di ferroviere, riusciva a procurarsi (più o meno di straforo, ma era questione di necessità...), per le due bimbe ancora piccole.
Non c'è che dire, le case di ringhiera propiziavano la socialità tra vicini contigui, ma erano anche causa di promiscuità non sempre piacevoli!
Proprio il gabinetto in comune era in molti casi fonte di litigi, o per la scarsa pulizia in cui alcuni suoi utenti lo lasciavano, o per altri motivi ad es. di decenza; all'inizio degli anni 60 in una casa di ringhiera vi fu un litigio finito con un accoltellamento, perchè un coinquilino aveva l'abitudine di servirsi del WC lasciando la porta spalancata, anche quando passava la moglie dell'altro....uno dei tanti fatti di cronaca nera tra immigrati, di quegli anni, belli ma anche difficili....

Censin

Ancora più dure erano le condizioni di vita per chi abitava le soffitte con abbaini di quelle case (anche la nostra di via Belfiore le aveva, abitate dagli strati più poveri della popolazione del quartiere), di solito monolocali, come vediamo in questa foto presa da una pubblicazione de La Stampa, che descrive le condizioni di vita degli anni 50 - 60 degli immigrati



Le soffitte non avevano nè balconi nè finestre vere e proprie, solo le aperture degli abbaini, come si vede dalla foto; anche in questo caso i gabinetti erano in comune, di solito al fondo dei corridoi di accesso alle soffitte.
Ricordiamo che uno dei "punti salienti" della demolizione della vecchia via Roma fu proprio l'abolizione degli alloggi più infelici, e in particolare le soffitte con abbaini, considerati dal regime (e non solo) triste retaggio di tempi passati...

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archicharles

Alcune immagini, forse già viste almeno in parte...

Sono tratte dal catalogo "Il Gabinetto di Architettura antica e Tecnica degli stili" della mostra tenutasi al Politecnico. Il catalogo è scaricabile e distribuibile con licenza Creative Commons al link indicato.
Vale la pena sfogliarlo anche per le immagini che non riguardano direttamente Torino e per i molti disegni tecnici.

Alcuni esempi:

Stefano Molli, Padiglione costruito per l’Esposizione di Arte Sacra e delle Missioni Cattoliche a Torino, 1898



Ditta Brogi, Torino, Porta Palatina: costruzione restaurata del secolo di Augusto, Ed.ni Brogi 3748, serie "Romano" (già pubblicata? Se sì la tolgo)



Villino Antonietta, Torino, Cimbro Gelati, fine XIX secolo (non è sparito, si trova sempre in via Gatti 24)

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Oscaruzzo

Forse già vista, ma non così nitida, mi pare.

Per inciso, l'immagine contiene un link. Pensavo puntasse a una versione ad alta risoluzione, ma invece punta alla homepage di postimages. È voluto o è una svista?

archicharles

No in realtà le ho caricate lì perché sono estratti artigianali dal pdf del catalogo

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Oscaruzzo

Ok

Comunque ce ne sono un paio d'altre veramente notevoli. Anche quelle già viste, ma mai con questa definizione, credo (click per versione alta risoluzione).

Si vedono i negozi nell'ultimo tratto di via Roma e sotto i portici di piazza San Carlo delle bancarelle (libri, forse?)

archicharles

Già, oltre a quelle di altre città come Roma che sembrano davvero appartenere ad un altro mondo...
Sarebbe bello mettere le mani sulle scansioni originali

Censin

Cosa voleva essere: una chiesa, una moschea? Allora il "moresco" andava di moda...

bube

baaa posto....



b

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Ulteriori tagli all'assistenza.Una firma per aiutare noi stessi.
http://www.fondazionepromozionesocia...HI%20SIAMO.htm http://www.facebook.com/group.php?gid=141654996224 http://www.fondazionepromozionesocia...ionale2011.pdf

Breus

In quale occasione è stata scattata? Il Palavela ha ospitato un museo aeronautico?

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"Independència i Llibertat!"

Marmox

https://gavs-torino.com/cera-una-volta-un-museo/

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Censin

Infatti, eccolo qui (foto mia del 1997)

Censin

Si, a fine anni 60 - inizio anni 70 si pensava di ospitarvi un museo aeronautico, portandovi gli esemplari della foto; c'era anche un aviere di guardia....

Censin

Diciamo che, se fosse rimasto Museo dell'Aviazione, il Palavela non sarebbe stato forse snaturato come lo è stato per le Olimpiadi del 2006 (anche in questo caso, utilizzato solo per i giochi olimpici...attualmente chissà a cosa serve?)

ace of spades

serve come pista di pattinaggio ... aperta al pubblico

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http://killerinthesun.blogspot.it/

bube

.....sbagliato il lavaggio???

Polpettone

Traffico sparito....e film poliziotteschi anca.


Bei tempi si giravano film senza bloccare il traffico e roper balle a dx e a manca.


dice via roma ...camioncino a gasogeno...al modello pensera qualcun altro

99% Torino esistente ,modello fiat nel link foto,anno 1962,luogo aulico....?


Cel'avevo (marcia&distrutta),.... 2° auto nel 78 targa TOR0.100 . P. Castello 67


bb

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Censin

Lo sfondo del cielo mi sembrava innaturale, così l'ho corretta cromaticamente e ripubblicata.

Censin

Ah, il "dannato" gasogeno, disperazione di chi si trovò costretto a guidare durante la guerra! Il marchingegno richiedeva tempi biblici per la messa in moto, quello ottenuto era comunque un "gas povero", che al massimo poteva far marciare il mezzo in piano o in discesa; ma alla prima salitella....scendere e spingere!
A Torino non risulta ( i bus con motore a combustione erano già scomparsi con l'autarchia a inizio anni 30), ma a Roma circolarono anche autobus alimentati a gasogeno; coi saliscendi della Capitale, succedeva che nelle salite il mezzo si bloccava, col bigliettaio che invitava i passeggeri a scendere, mentre l'autista cercava di farlo ripartire...

leopoeto

ops

leopoeto

ops