leopoeto

La foto è tratta dallo stesso libro che mi dava via Genova (1900) per via Bertola,
indi è probabile che sia un altro strafalcione.
Avrei dovuto avvertire del beneficio d'inventario, chiedo venia.

nilton42

Ho cercato nel pregresso risposte circa tre interrogativi (non propriamente architettonici ma comunque urbanistici) senza pero' trovare materiale. Oppure non ho cercato bene data l'enorme estensione del sito.
1) Non conosco la storia dei piani regolatori di questa citta'. Di conseguenza non riesco a capire come il consiglio comunale dell'epoca avesse permesso la costruzione di quell'enorme agglomerato che era la birreria e/o birrificio Boringhieri. Ad ostruzione di un corso che con un minimo di preveggenza si sapeva destinato a proseguire oltre la cinta daziaria. Oltretutto in una forma semicircolare a tre quarti in un incrocio non ortogonale.
2) In una cartina Paravia (databile anni 30) a cavallo di corso Orbassano l'ampia zona tra Cosenza e Giambone a nord e Tazzoli e Passo Buole a sud e' assegnata alla Fiat. Deduco che fosse una prima ipotesi di collocazione dell'espansione che venne poi effettuata a Mirafiori. Chi conosce bene la storia degli insediamenti Fiat ???
3) Museo Torino certifica l'esistenza di un albergo Speranza (attivo dal 1860 e finito bombardato) nella piccola area ristretta che c'era tra l'ex trincerone ferroviario e le carceri. Viene fornito l'esatto numero civico (corso Vittorio Emanuele II 125 attualmente vacante). Di contro soltanto una fotografia generica delle carceri. Di quest'area ricordo abbastanza bene il distributore e verso le Ogr alcune case molto fatiscenti forse residuo dei bombardamenti. Poi temporaneamente il terminal bus prima dell'allargamento del corso. Qualcuno dei bravi ricercatori fotografici riesce a riesumare qualcosa ???
Con la speranza di non aver detto inesattezze.

Censin

Di un nuovo insediamento Fiat in zona Mirafiori si inizio' a parlare a fine anni 20 - primi anni 30; occorsero poi l'acquisizione dei terreni e una variante del piano regolatore (che inizialmente destinava la zona a residenziale). I lavori, iniziati nel 1936, si conclusero con l'inaugurazione nel 1939.
Su parte dei terreni acquisiti dalla Fiat vennero realizzati anche l'Istituto professionale "Agnelli" (gestito dai Salesiani) all'angolo tra corso Unione Sovietica e corso Cosenza, e il dirimpettaio Campo sportivo "Agnelli", nonchè le case Fiat su corso Giambone.

Riobasco

Oggi pomeriggio sono andato a trovare una collega che lavora negli uffici (a mio parere orrendi) nell'ex Curia Maxima di via Corte d'Appello. Mentre aspettavo l'ascensore al terzo piano, mi ha incuriosito la parte della ringhiera tra le due cabine, che ho fotografato con lo smartphone e posto qui sotto, sperando che qualcuno possa interpretarne il significato

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Censin

I piani regolatori di inizio 900 prevedevano i grandi insediamenti industriali nell'area a Nord (Barriera di Milano, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna), sull'asse verso Chivasso - Milano, mentre verso Sud erano previste prevalentemente zone residenziali.
I piani di investimento di Agnelli e della Fiat stravolsero completamente questi disegni, prima con la costruzione del Lingotto, poi ancor più con quella del colosso di Mirafiori. Già la scelta iniziale di Mirafiori come sede del megastabilimento suscitò non poche polemiche, proprio per questi stravolgimenti, che ritardarono notevolmente il sorgere del complesso; un'impasse superata solo alla fine con la variante al piano regolatore; può darsi che a ciò si debbano imputare variazioni, come localizzazione, al progetto iniziale.
Una delle malignità circolate al riguardo concerneva i rapporti col "rivale" di Agnelli, Gualino, proprietario di gran parte dei terreni della zona (come quello antistante all'Ippodromo, dove vi aveva realizzato le proprie scuderie), notoriamente caduto in disgrazia al regime fascista e confinato, nel 1931, a Lipari, con confisca dei beni tra cui i terreni...messi a disposizione del "nemico"!

Censin

Nel cortile della Curia Maxima vi era anche, se ben ricordo, una grande statua della Giustizia, con tanto di bilancia in mano; chissà che fine ha fatto?

Lurens

Qualcuno sa qualcosa della cascina Canonica a Savonera e della sua storia?
è ancora abitata?
ci sono passato vicino ed è abbastanza imponente.
grazie

Modestino Balabam

Una Torino Sparita che riappare.
Degli appartenenti ad un progetto chiamato Imago hanno ripristinato le sepolture dei "martiri" della Rivoluzione fascista al cimitero monumentale di Torino.
Riemergono tanti nomi dimenticati dalla storia della nostra città e anche dalla nostra toponomastica.
Su questa operazione nostalgia non mi esprimo.

Censin

Su un volume di foto d'epoca di qualche anno fa ho trovato questa foto degli stabilimenti cinematografici Pittaluga, risalente ai primi decenni del '900; la didascalia ne dà come indirizzo via Luisa del Carretto 187.
Il numero civico risulta attualmente inesistente; anche scorrendo la via, non si nota nulla di simile nella via come costruzioni; potrebbe essere l'attuale sede, ristrutturata, dello studio Testa? Qualcuno ne sa qualcosa di più?




Trovo tra l'altro strano che stabilimenti del genere venissero costruiti in zona così precollinare (ponte Trombetta - bassa val San Martino), un po' "fuori mano" e soggetta a molti vincoli, ad iniziare dagli spazi limitati.
Peraltro, in via Luisa del Carretto fino a qualche decennio fa aveva sede l'Ufficio della Rai URAR (quello che gestiva, per tutta Italia, la contabilità degli abbonamenti a radio e televisione), che potrebbe essere davvero l'attuale sede dello studio Testa.

archicharles

Infatti è (era) proprio lì:

http://www.museotorino.it/view/s/f19...9fd2af8c6b16fb

Censin

questa foto della zona, sempre dei primi decenni del '900 (infatti, si vede ancora il rio di val San Martino e il ponte Trombetta, scomparsi con la "tombatura" del rio a fine anni 20, e la successiva apertura della soprastante rambla di corso Gabetti e di piazza Hermada), semba infatti mostrare l'edificio con le gugliette sulla sinistra, proprio nel punto dove ora sta lo studio Testa.



Prendo atto della distruzione in seguito ai bombardamenti bellici, che ci privò di un edificio quantomeno gradevole a vedersi (al posto del "pezzo di gruviera" arancione attuale).

archicharles

Forse sono l'unico che non aveva capito l'entità dello strafalcione , comunque è stata l'occasione per informarmi e scoprire che via Genova era il nome dell'attuale via san Francesco d'Assisi tra il 1888 e il 1926... Se ne impara sempre una nuova

leopoeto

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nilton42

Archicharles (post 26152) ci ricorda come via S.Francesco d'Assisi fino al 1926 si chiamasse via Genova. Un passo indietro e si scopre che fino al 1888 aveva nomi molto locali sicuramente indicativi. Un passo avanti e si scopre che per accogliere via Genova esiliata in zona Molinette venne cacciata a sua volta via Demonte ridotta a piccola traversa. Casi simili sono molto frequenti nella storia odonomastica della citta'. E il forum ne ha gia' ampiamente discusso. Un tourbillon e/o gioco del domino che mi lascia perplesso. Dev'essere reso merito agli anonimi estensori delle pagine relative a quest'argomento di Cultor e Wikipedia (come consiglio di Raido nel post 25824) che hanno fatto un buon lavoro (temo pero' non esaustivo) e che peraltro spetterebbe a qualche istituzione comunale.

Oscaruzzo

Beh ovviamente se uno avesse voglia di consultare gli archivi del comune, troverebbe tutte le delibere del caso. Un lavorone, ma credo che gli archivi siano aperti a chiunque richieda la consultazione.

Breus

Un lavoro non necessario: presso l'Archivio storico del comune è già stato fatto.

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"Independència i Llibertat!"

Censin

Se ben ricordo, l'intitolazione della via a San Francesco d'Assisi fu immediatamente successiva alla proclamazione del santo come Patrono d'Italia, da parte, si noti bene, del regime fascista, che, nella sua retorica, lo definì "Il più italiano dei santi e il più santo degli italiani".
Una malignità: che il regime volesse proporre il Poverello come modello di vita per gli italiani, nel senso di povertà e "cinghia stretta"? (In fondo anche l'attuale Pontefice, che di Francesco ha preso il nome, ha definito la povertà "un privilegio e un dono per i poveri"....).
Comunque, l'intitolazione al Santo fu in qualche modo "azzeccata", visto che nella via è ubicata l'unica chiesa cittadina a lui dedicata (si dice da lui stesso fondata, di passaggio in città...o forse è solo leggenda...)

Censin

Un corso Vittorio pressochè irriconoscibile al giorno d'oggi; privo di auto, solo con un carretto a cavalli e una bici, sembra di larghezza enorme, infinita!
Ai lati delle alberate, verso i controviali, si scorgono ancora i marciapiedi con le panchine, rimossi verso la fine degli anni 50, per allargare i controviali e far spazio alle 4 ruote; controviali ulteriormente allargati e modificati nel 1965, in occasione dell'istituzione dell'"Onda verde" semaforica.
Notare anche come i mezzi tengono ancora la mano sinistra; il passaggio "a destra" arrivò solo tre anni dopo, nel 1926.

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Danilo Tancredi

Foto di Federico Montanaro (Torino sparita su FB) - Gruppo di Famiglia, fine anni '30 - Via La Thuile 40 (pare che la casa sia poi stata demolita dopo lo scoppio di una bombola gas) - Al fondo c'è una casetta, dovrebbe essere l'attuale Via La Thuile 24 (Bar Trattoria Ichnusa) -


Stampa Sera - Lunedì 24 ottobre 1983 -

leopoeto

Il salone concerti dell'esposizione del 1898... secondo il suddetto libro degli strafalcioni...