Originally Posted by Censin

Si pensi per un momento cosa succederebbe se, per pura ipotesi, la capitale italiana venisse trasferita da Roma altrove, ad es., come Brasilia nel caso del Brasile, in una città nuova costruita ad hoc! Forse una rivoluzione, in una città di due milioni di abitanti che sostanzialmente oggi vive del suo status di capitale (e solo in parte più come sede pontificia)! Non a caso, i capitolini sopportano pazientemente gli inevitabili disagi che tale status comporta, dalle visite ufficiali dei capi di stato, alle dimostrazioni e manifestazioni pubbliche davanti ai vari ministeri, in grado di bloccare la città per giornate intere....
Questo per far capire come visse lo spostamento del 1864 una città che da tre secoli viveva economicamente del suo status di capitale, pressochè priva di industrie e tagliata fuori (come del resto lo è tuttora) dalle grandi correnti commerciali. Fu un contraccolpo economico che rischiò di farla "spegnere" nei confronti della nuova capitale politica, Roma, e di quella economica e finanziaria, Milano, un declino che durò più di tre decenni e dal quale si risollevò sostanzialmente con il sorgere dell'industria legata ai nuovi mezzi di trasporto, gli autoveicoli.
Forse, cominciò allora il disamore della città per quella dinastia sabauda da cui si sentiva tradita; certo, pesarono anche i fatti successivi nei successivi 80 anni, ma in parte spiega perchè, al referendum istituzionale del 1946, la maggior parte dei voti torinesi andò alla Repubblica, nonostante i paventati pericoli di "salto nel buio" di qualche organo di informazione (vedi Gazzetta del Popolo), mentre ad es, nella stessa Roma, la maggioranza andò alla Monarchia, per non parlare del Centro-Sud (che evidentemente aveva già scordato i dolorosi fatti legati all'Unità di otto decenni prima....).

Originally Posted by CharlieDelta62

dalla foto e dall abbigliamento del bambino avrei detto almeno 30 anni prima....

Originally Posted by motori49

La casa esiste ancora e il numero civico è sempre il 23 di corso Alcide De Gasperi
fino gli anni 60 c'era un officina moto e bici di Garavini poi rilevata dal mitico meccanico e corridore Mirimin che chiuse credo 20 anni fa circa

Originally Posted by giuseppe tubi

Io sono più propenso a pensare che la città si sia sbloccata e abbia trovato la sua vocazione industriale, non più adagiata nella vecchia condizione di un'economia "di corte". L'industria manifatturiera a Torino e in Piemonte si è sviluppata ben prima dell'era dell'automobile.

Originally Posted by Oscaruzzo

Non ci dormo la notte.

Originally Posted by Censin

Visto che ho accennato a Brasilia, strano che, volendo allora situare la capitale in una città "equidistante" dai suoi estremi, non si sia pensato anche in Italia a una città costruita ex novo, ad es. in Umbria, o in Abruzzo, libera quindi da condizionamenti del passato!

Originally Posted by Breus

Con la perdita del ruolo di città Capitale Torino iniziò un lungo declino. Perse terreno in tutte le posizioni di comando e strategiche: l'immobiliare, la finanza, le banche, il terziario qualificato nazionale e quant'altro. Da capitale di uno Stato divenne capitale di regione.

Il ruolo di grande città industriale fu più sognato che reale, fino appunto all'avvento dell'indistria automobilistica e dell'energia elettrica. Ma intanto passarono 40 anni.

Nella seconda metà dell'800 le realtà industriali torinesi più importanti furono i molini Dora, la Fabbrica d'armi di Valdocco, l'Arsenale di costruzioni di borgo Dora e le Manifatture del Regio Parco. I primi di proprietà municipale e le altre statali. E questo la dice lunga sul peso dell'imprenditorialità privata torinese a quel tempo. In generale il quadro industriale locale non era nemmeno paragonibile a quello delle città europee che stavano attraversando una vera rivoluzione industriale.

Originally Posted by Breus

Se n’era già parlato.

È vero che il trasferimento della Capitale era previsto - fu una concessione che Cavour dovette agli “italiani” - ma in tempi lunghi, forse rinviata al milleottocentomai. Non a caso in città erano aperti i cantieri di opere degne di una capitale (carceri Nuove, la “ministeriale” piazza Statuto…).

Originally Posted by Censin

Forse, cominciò allora il disamore della città per quella dinastia sabauda da cui si sentiva tradita; certo, pesarono anche i fatti successivi nei successivi 80 anni, ma in parte spiega perchè, al referendum istituzionale del 1946, la maggior parte dei voti torinesi andò alla Repubblica, nonostante i paventati pericoli di "salto nel buio" di qualche organo di informazione (vedi Gazzetta del Popolo), mentre ad es, nella stessa Roma, la maggioranza andò alla Monarchia, per non parlare del Centro-Sud (che evidentemente aveva già scordato i dolorosi fatti legati all'Unità di otto decenni prima....).

Originally Posted by Censin

Hai dimenticato la monumentalissima stazione centrale di Porta Nuova (con la grande tettoia metallica, mai abbastanza rimpianta..)!

Originally Posted by Breus

... e l'edificio del nuovo Senato di via corte d'appello ed altro.

Secondo me anche l'immagine fantastica del Bossoli rende un po' l'idea, o meglio l'illusione, che, al di là di tutto, la Città aveva del proprio futuro.
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Originally Posted by giuseppe tubi

Io sono più propenso a pensare che la città si sia sbloccata e abbia trovato la sua vocazione industriale, non più adagiata nella vecchia condizione di un'economia "di corte". L'industria manifatturiera a Torino e in Piemonte si è sviluppata ben prima dell'era dell'automobile.

Originally Posted by Toro1958

Bar Sesia - Piazza Madama Cristina e Via Berthollet

Originally Posted by bube

Altra di c Vittorio P Nuova 1953/54....molto animata e poco definita. http://i880.photobucket.com/albums/a...1.jpg~original
bb