giuseppe tubi

Mi ricordo un documentario dove veniva analizzato quello sfondo, e veniva ricondotto ad un luogo della Toscana.
Ma perché mai la Valle di Susa e non infiniti altri luoghi?

Robertocasanova

Ciao, perche secondo i miei studi e val Susa, (almeno la parte sinistra)quella destra dove ce il ponte non riesco a collocarla,
Tra un po dimostrerò sui media e non solo, che quella e la valle Susa, ciao e grazie per la tua risposta

Breus

Se n’era già parlato. Mah… Al di là della storiografia agiografica risorgimentale, pare strano che la gente sia disposta a farsi ammazzare perché la Capitale sarà spostata là anziché laggiù. Più comprensibile e che scenda in piazza quando rischia di perdere il lavoro; e quando pensa di perdere tanto in confronto a quanto ha dato.

È vero che il trasferimento della Capitale era previsto - fu una concessione che Cavour dovette agli “italiani” - ma in tempi lunghi, forse rinviata al milleottocentomai. Non a caso in città erano aperti i cantieri di opere degne di una capitale (carceri Nuove, la “ministeriale” piazza Statuto…).

Sono ben pochi i casi di paesi in cui la parte che ha guidato il processo di unificazione nazionale non abbia mantenuto poi il ruolo di Città capitale.

In ogni caso i fatti del settembre del 1864 segnarono innanzitutto l’odioso tradimento di casa Savoia, e di quel cialtrone di Vittorio Emanuele II, nei confronti di Torino.

__________________
IMHO

turtu63

Uno dei primi negozi di biciclette in Torino. Era in Corso Orbassano 57, ora Corso De Gasperi.
image hosting

turtu63

passerella binari stazione lingotto febbraio 1977,panoramica
image hosting

turtu63

Via Nizza
url immagine

Censin

Il fatto che si citi l'anno 1911 fa pensare si tratti di uno dei tanti padiglioni-ristoranti allestiti all'interno dell'Esposizione al Valentino; non saprei però precisare esattamente dove.

Censin

Si pensi per un momento cosa succederebbe se, per pura ipotesi, la capitale italiana venisse trasferita da Roma altrove, ad es., come Brasilia nel caso del Brasile, in una città nuova costruita ad hoc! Forse una rivoluzione, in una città di due milioni di abitanti che sostanzialmente oggi vive del suo status di capitale (e solo in parte più come sede pontificia)! Non a caso, i capitolini sopportano pazientemente gli inevitabili disagi che tale status comporta, dalle visite ufficiali dei capi di stato, alle dimostrazioni e manifestazioni pubbliche davanti ai vari ministeri, in grado di bloccare la città per giornate intere....
Questo per far capire come visse lo spostamento del 1864 una città che da tre secoli viveva economicamente del suo status di capitale, pressochè priva di industrie e tagliata fuori (come del resto lo è tuttora) dalle grandi correnti commerciali. Fu un contraccolpo economico che rischiò di farla "spegnere" nei confronti della nuova capitale politica, Roma, e di quella economica e finanziaria, Milano, un declino che durò più di tre decenni e dal quale si risollevò sostanzialmente con il sorgere dell'industria legata ai nuovi mezzi di trasporto, gli autoveicoli.
Forse, cominciò allora il disamore della città per quella dinastia sabauda da cui si sentiva tradita; certo, pesarono anche i fatti successivi nei successivi 80 anni, ma in parte spiega perchè, al referendum istituzionale del 1946, la maggior parte dei voti torinesi andò alla Repubblica, nonostante i paventati pericoli di "salto nel buio" di qualche organo di informazione (vedi Gazzetta del Popolo), mentre ad es, nella stessa Roma, la maggioranza andò alla Monarchia, per non parlare del Centro-Sud (che evidentemente aveva già scordato i dolorosi fatti legati all'Unità di otto decenni prima....).

Censin

Visto che ho accennato a Brasilia, strano che, volendo allora situare la capitale in una città "equidistante" dai suoi estremi, non si sia pensato anche in Italia a una città costruita ex novo, ad es. in Umbria, o in Abruzzo, libera quindi da condizionamenti del passato!
Secoli prima un processo simile aveva portato a scegliere la capitale della Spagna; quando il nuovo sovrano, carte geografiche alla mano, aveva determinato il centro geografico del paese, portando la capitale in un villaggio che si trovava nelle vicinanze, Madrid....diventata la metropoli che conosciamo!

Censin

Così è ora l'ex ospedale di San Salvario

Toro1958

Non penso ... l'anno è solo un "caso" ... all'interno c'erano altri ristoranti ben noti dalle immagini esistenti. Forse poteva essere fuori, in zona zona Corso Dante o vicolo Valtorta ...

turtu63

torino sparita .
TORINO
image share

Oscaruzzo

Più che altro direi così

__________________

Toro1958

1902 - Ingresso all'Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna al Valentino (Repertorio fotografico di Mario Gabinio (1890-1938) dal CD "Immagini di un nuovo secolo")


upload

CharlieDelta62

rimaniamo in trepidante atttesa .......

__________________
https://
To view links or images in signatures your post count must be 10 or greater. You currently have 0 posts.
id="dbtech_thanks_block_134943080" style="bottom: 0;" >

Oscaruzzo liked this post

CharlieDelta62

dalla foto e dall abbigliamento del bambino avrei detto almeno 30 anni prima....

__________________
https://www.flickr.com/photos/cdeor62

motori49

Bella foto, sulla mia GUIDA DI TORINO 1915 da l'indirizzo dell'officina al 23, mentre l'abitazione è al 57
Ma questo ha poca importanza, sarebbe bello capire se la casa esiste ancora

__________________

Oscaruzzo

Non ci dormo la notte.

motori49

La casa esiste ancora e il numero civico è sempre il 23 di corso Alcide De Gasperi
fino gli anni 60 c'era un officina moto e bici di Garavini poi rilevata dal mitico meccanico e corridore Mirimin che chiuse credo 20 anni fa circa

__________________

giuseppe tubi

In realtà nessuno era andato in piazza per farsi ammazzare. A pacifici assembramenti di persone che commentavano e protestavano con i quotidiani in mano ad un certo punto si aggiunsero alcune decine di "monelli" come li definì l'inchiesta (mi viene da pensare a giovani operai e garzoni aderenti alle "coche") desiderosi di movimentare un po' le proteste.
Dopo le piattonate della polizia il primo giorno in Piazza S. Carlo il disastro fu opera della reazione inconsulta o voluta degli allievi carabinieri forestieri che dovevano difendere il ministero dell'Interno. Costoro spararono sulla folla non solo il 21 settembre in P. Castello, ma nuovamente il 22 in P. S. Carlo mentre l'ordine pubblico era agevolmente controllato dai soldati arrivati per mettere in stato d'assedio la città. Soldati che ebbero diversi caduti per il "fuoco amico" dei carabinieri. Inoltre si dice che questurini napoletani in borghese chiamati dal ministero degli interni agissero da provocatori tra la folla.
Il bell'articolo di A. Barbero di 2 anni fa