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Yesterday, 07:07 AM | #22721 |
tram alla Gran Madre
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Sabato 22 Aprile 1967 La Stampa
Proposte dall'Atm alla Giunta Le modifiche dei tram a favore dei cittadini Dieci linee di pullman prolungate o deviate - Saranno avvantaggiati borgo S. Paolo...... Le modifiche riguardano solo linee automobilistiche: Linea 50: verrebbe prolungata per via Fréjus fino al capolinea del 56 (in modo da soddisfare, almeno in parte, i cittadini che protestavano per l'abolizione del tram 12 ; gli autobus non toccherebbero più Porta Susa ma il percorso verrebbe modificato per corso Vittorio, corso Re Umberto, piazza Solferino sino a via S. Francesco d'Assisi che il 50 percorre già oggi. Linea 56: invece di svoltare in via Fréjus l'autobus dovrebbe proseguire per corso Racconigi e fare capolinea in piazza Robilant; dall'altra parto della città la linea verrebbe prolungata lungo corso Quintino Sella sino alla zona residenziale d: largo Tabacchi, che lamenta la mancanza di servizi pubblici. |
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Yesterday, 07:08 AM | #22722 |
tram alla Gran Madre
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Martedì 25-07-1967 La Stampa
Il Consiglio comunale approva le modifiche al piano dei tram Prolungate alcune linee; altre deviate per alcuni tratti Linea 50: prolungata sino all'attuale capolinea del « 56 » in via Fréjus angolo corso Peschiera. Inoltre la linea sarà deviata da piazza Solferino per corso Umberto e corso Vittorio (sarà soppresso l'attuale percorso per via Cernaia e corso Vinzaglio) Linea 56 — Sarà prolungata lungo corso Racconigi, oltre via Fréjus, sino a piazza Robilant da una parte; lungo corso Sella sino a largo Tabacchi dall'altra. Subirà anche il dirottamento da piazza Solferino per via Pietro Micca, via Po, piazza Vittorio. |
Yesterday, 08:32 AM | #22723 | |
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Un "bel" quesito: ho pubblicato sulla mia pagina FB questa immagine (già a suo tempo inserita in questo 3D) catturata nel 1911 dall'alto di uno dei padiglioni dell'Esposizione Internazionale al Valentino
free image upload Mi è stato quindi fatto notare un particolare che assolutamente mi era sempre sfuggito ... una specie di "passerella" su Via Oddino Morgari (qui ingrandito il particolare) hosting immagini Dovendo escludere anomalie fotografiche (l'oggetto pare ben definito e con le ombre giuste ...) ... qualcuno sa di cosa poteva trattarsi? Grazie & buona giornata a tutti!
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Last edited by Toro1958; Yesterday at 10:09 AM. |
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Yesterday, 08:36 AM | #22724 |
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Yesterday, 08:39 AM | #22725 | |
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Yesterday, 08:57 AM | #22726 |
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Yesterday, 09:20 AM | #22727 | |
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Yesterday, 03:05 PM | #22728 |
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Yesterday, 04:18 PM | #22729 |
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Un negozio in stile razionale moderno a Torino
Da Milano vi segnalo questo interessante documento intitolato "Un negozio di Torino - [architetti Caraccio, De Munari e Boussu" tratto da Edilizia Moderna 1934 - XII aprile - giugno n. 13
dove si discorre dell'pertura del nuovo negozio. Ignoro se sia sia ancora esistente. |
Yesterday, 04:29 PM | #22730 | |
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Grazie, il sito di Casa dell'architettura è davvero ricco di materiale, anche se a volte non è così immediato reperire le informazioni
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Yesterday, 04:34 PM | #22731 | |
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Yesterday, 04:44 PM | #22732 | |
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Forse, più che una passerella, poteva essere una delle "rotaie" di lose in mezzo al ciottolato della via... Curioso notare come, dove poi sorse l'Istituto elettrotecnico "Galileo Ferraris" vi fossero vivai e piantagioni; ma tutta la zona doveva esserne ricca! Infatti, nel cortile della Circoscrizione 8 in via Campana, vi è tuttora una serra. |
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Yesterday, 04:46 PM | #22733 | |
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Yesterday, 04:57 PM | #22734 |
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Le auto elettriche, ovviamente alimentate con accumulatori al Pb, ebbero un discreto successo commerciale dall'inizio del 900 fino circa allo scoppio della Grande Guerra, sia in Europa che nel Nuovo Mondo, facendo una discreta "concorrenza" a quelle con motore a scoppio.
Ciò era dovuto alle "preziose" caratteristiche del motore elettrico a corrente continua con eccitazione in serie: una forte "coppia di spunto", in grado di assicurare l'autoavviamento del motore da fermo, la capacità di adattarsi al "carico", cioè alle caratteristiche del tracciato, all'altimetria, ecc., senza necessità di cambi di velocità (come si dice, questo motore imita il comportamento dell'essere umano: accelera in condizioni di tracciato pianeggiante, rallenta quando passa in salita, ecc.). Non erano quindi necessari nè il faticoso e pericoloso avviamento a mano con la manovella nè la necessità di cambiare marcia (con cambi che all'inizio erano pochissimo maneggevoli e affidabili) tipici dei mezzi con motore a combustione interna. A fronte di questi vantaggi, rimaneva (e in gran parte rimane tuttora) l'handicap delle batterie di accumulatori: con autonomia relativamente scarsa, con tempi di ricarica piuttosto lunghi, necessità di manutenzione e cure notevoli, soprattutto il peso dovuto al piombo che li costituisce, una vera e propria "zavorra"! Gli accumulatori si rivelarono piuttosto onerosi, sia come costo che come ricarica e manutenzione, specie per i privati; non a caso, gli ultimi automezzi elettrici in circolazione sono stati gli autocarri "verdi" del Comune, entrati in servizio nel 1914 e rimasti in circolazione fino agli anni 60. Dagli anni 20 in poi, i progressi nel motore a scoppio, con l'avviamento motorizzato, ottenuto proprio con un motore elettrico alimentato dalla batteria di servizio, e con cambi di velocità sempre più maneggevoli e sicuri, arrivando alla sincronizzazione e, in alcune realtà, anche ai cambi automatici, resero le auto elettriche non più competitive, e scomparvero dal mercato; per quasi mezzo secolo di auto elettriche non si parlò più, fino alla crisi petrolifera del 1973 - 1979 e poi agli attuali problemi di inquinamento dei motori a combustione. ricordo comunque ancora cosa disse "Giuanin" Agnelli, in occasione di un Salone dell'Auto degli anni 80: "L'auto elettrica non potrà mai imporsi, finchè la ricarica delle batterie non diventerà semplice come riempire di benzina o di gasolio un serbatoio"! Last edited by Censin; Yesterday at 05:07 PM. |
Yesterday, 05:12 PM | #22735 |
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A questo proposito volevo chiedere, a chi di 4ruote si intende: attualmente, nella trazione elettrica ferroviaria e tranviaria, con i progressi dell'elettronica di potenza i motori a cc tendono ad essere sostituiti da motori a campo rotante (bifase o trifase), alimentati dalla linea a cc tramite un circuito elettronico con variatore di frequenza (unico parametro per poterne variare la velocità con regolazione "fine"); la stessa tecnologia è possibile adottarla anche per le auto elettriche, o lo è già, e con quali vantaggi?
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Yesterday, 05:22 PM | #22736 | |
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La scomparsa dei tram da corso Moncalieri e corso Casale (salvo il breve tratto tra largo Pasini e Sassi, percorso allora dal 5 e ora dal 15), voluta proprio per favorire le auto con la creazione dell'"asse di scorrimento Nord-Sud", più la soppressione di linee tranviarie come il 12 e il 13, aveva come contropartita la necessità di potenziare il parco autobus, visto che aumentavano le linee automobilistiche: ebbene, non un solo autobus in più venne acquistato! I primi nuovi bus arrivarono solo nel 1970 con i Lancia Esagamma rossi senza bigliettaio! risultato: scarsità di mezzi in linea, con attese bibliche alle fermate, autobus affollati come scatole di sardine, "colloqui con Dio" e insulti all'indirizzo dei poveri conducenti, puri esecutori di ordini! Chi poteva passò alle 4ruote; chi non poteva (come gli studenti ancora non in età da patente, o non in grado di farsi l'auto con i soldi di papà) maledisse l'Atm, con malumori che concimarono, con i tanti altri disagi già sopportati in quegli anni dai ragazzi (scuole sovraffollate, ecc.), il terreno per le proteste e le rivolte scolastiche puntualmente scoppiate poco dopo, dall'autunno del 1967 in poi... |
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Yesterday, 07:59 PM | #22737 | |
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Forse un ritocco mal fatto? Anche la casa mi sembra ritoccata... |
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Yesterday, 08:59 PM | #22738 | |
Breùs, a la francaise
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Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
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L'isolato occupato in seguito dall'Istituto Galileo Ferrais era in precedenza occupato dalla Regia Accademia di Agricoltura e dal relativo orto (da confernare ulteriormente, ma dovrebbe essere quello della foto), per irrigare il quale ad un certo punto fu derivato un ramo del canale del Valentino. Infatti con il riordino dei condotti sotterranei in S. Salvario e la soppressione del canale che l'attraversava le coltivazioni dell'orto sperimentale avrebbero subito gravi danni. Venne trovata allora una soluzione con l'allacciamento al nuovo canale di via Pallamaglio (ora via Morgari). Restando ancora sul tema, nei paraggi esisteva anche un appezzamento della Regia Stazione Sperimentale Agraria, probabilmente anch'esso allacciato al canale. Anche se la maggior parte della terra a disposizione dell'Istituto si trovava al Lingotto. In ogni caso complimentissimi a toro1958 per l' "occhio"! PS: Il tutto con ampio beneficio di inventario.
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Eppure io ho fiducia nella saggezza di questa Città (L'Alternativa non esiste) |
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Yesterday, 10:05 PM | #22739 |
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a mio modesto parere quella riga bianca continua anche sulle case a sinistra,altro non è che un difetto dell'immagine;una passerella sarebbe troppo larga
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Yesterday, 11:36 PM | #22740 |
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Sono d'accordo, ho fatto la stessa considerazione.
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"Prima faccio e poi vi dico" (cit.) |
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