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Old September 20th, 2014, 05:07 PM   #14601
Censin
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Ancora riguardo alla prima guerra mondiale: il bel volume di Antonio Accattatis sui tram torinesi pubblica, tra l'altro, una cartina dell'Atm del 1915, in cui sono evidenziati gli ospedali cittadini utilizzati come ospedali militari di guerra



Peccato che la cartina sia "muta", nel senso che non vi sono evidenziati elementi precisi per identificare gli ospedali; ciò può essere dovuto alle preoccupazioni per lo spionaggio (lo spionaggio austro-ungaro-germanico fu un'ossessione costante per tutta la durata del conflitto). Si riesce giusto a identificare il Mauriziano (dai binari ferroviari colla diramazione del Vallino evidenziati), sembra anche di reperire l'Ospedale Militare di piazza D'Armi (quasi nuovo: era stato inaugurato nel 1914), altro non riesco. Se qualcuno è in grado di indentificare gli altri, ben volentieri...
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Old September 20th, 2014, 05:20 PM   #14602
Censin
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Gli ospedali militari torinesi (ne vennero anche allestiti di fortuna, specie nelle chiese e nelle scuole), essendo fuori dalla zona di operazioni, erano ovviamente "di secondo livello": i feriti ricevevano le prime sommarie cure negli ospedali da campo e in quelli delle retrovie, poi, i sopravvissuti che necessitavano di cure più lunghe e accurate, trasportati coi treni portaferiti nelle città e zone più lontane. A Torino i treni facevano capo a Porta Nuova e agli altri scali ferroviari, da cui, con appositi convogli tranviari come evidenziato nella cartina, i feriti raggiungevano gli ospedali.
Proprio la Grande Guerra, e la susseguente epidemia della "spagnola", evidenziarono le gravi lacune sanitarie di Torino, e la necessità di dar corso finalmente alla costruzione del grande Policlinico del San Giovanni già ventilato sin dall'inizio del secolo. A sei mesi della fine del conflitto, il 8/3/1919, il Comune ne deliberava finalmente la realizzazione nel terreno del Molinette, anche se poi i lavori procedettero "a due all'ora": solo il 21/7/1928 venne firmata la convenzione per avviare i lavori, mentre l'inaugurazione dell'ospedale avvenne il 9/11/1935, in tempo per affrontare, cinque anni dopo, un nuovo e più devastante conflitto!
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Old September 20th, 2014, 05:27 PM   #14603
Censin
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Originally Posted by giuseppe tubi View Post
Io non fumo per cui potrei sbagliarmi, ma mi pare che bagnare il sigaro col cognac sia una finezza per arricchire il loro sapore.
Non sono fumatore, per me è già al limite della sopportazione il fumo delle sigarette; i sigari, con o senza cognac, per me sono comunque una schifezza puzzolente!
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Old September 20th, 2014, 06:47 PM   #14604
janfiftynine
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A proposito di "Torino Sparita", qualcuno saprebbe spiegarmi la necessità irrinunciabile di costruire un parcheggio sotto i Giardini Reali, quando a 1km c'è l'ex Scalo Vanchiglia dismesso? allego il link della delibera comunale.

http://tiny.cc/sz7jhx
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Old September 20th, 2014, 08:59 PM   #14605
Breus
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Originally Posted by Ratavuloira View Post


Ri-posto, visto che domenica fanno giusto 150 anni,
i 3 testi sulla STRAGE di STATO (non Savoiarda, va detto)
del 21-22 settembre 1864, nelle piazze Castello e San Carlo.

http://212.7.194.85/download.php?id=550915&type=2

[/url]
Riprendo questo post per segnalare un link di approfondimento molto interessante: www.Torino1864.it

Anche per quelli che credono nella buonafede di Vittorio Emanuele...
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Old September 20th, 2014, 11:19 PM   #14606
giuseppe tubi
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Originally Posted by janfiftynine View Post
A proposito di "Torino Sparita", qualcuno saprebbe spiegarmi la necessità irrinunciabile di costruire un parcheggio sotto i Giardini Reali, quando a 1km c'è l'ex Scalo Vanchiglia dismesso? allego il link della delibera comunale.

http://tiny.cc/sz7jhx
Nella zona di corso S. Maurizio il parcheggio comincia a scarseggiare. Se poi non lo mettono a 2,50 mi pare una buona idea.
Non so che mezzi pubblici ci siano tra lo scalo Vanchiglia e il centro, ma penso che ben pochi andrebbero a parcheggiare fin laggiù, come pochi mi pare parcheggino al tanto propagandato Stura.
Devi pagare la sosta, poi almeno due biglietti del tram e viaggiare ancora per un'ora tra andata e ritorno. Mi pare inaccettabile.
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Old September 21st, 2014, 04:13 PM   #14607
Censin
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Ancora ospedali; stavolta un ospedale purtroppo chiuso da poco: l'Ospedale Valdese; lo vediamo qui in una foto di inizio 900



la foto lo ritrae all'angolo di via Ormea con via Berthollet, nell'aspetto originale con l'ingresso appunto su via Berthollet; l'aspetto attuale è dovuto alla ristrutturazione con sopralelevazione effettuata a inizio anni 60, quando tra l'altro l'ingresso venne spostato su via Silvio Pellico e venne chiuso su via Berthollet (su questa via venne mantenuto un ingresso secondario, più avanti). Ora purtroppo tutto chiuso e abbandonato: un grave vulnus per tutto borgo San Salvario, da parte della Regione (che non ringraziamo!).
Si vede anche nella foto, il binario tranviario della linea della Belga "di San Salvario" (Castello del Valentino - Porta Palazzo) che svoltava appunto da via Ormea in via Berthollet; la curva era così stretta che i due binari confluivano in uno solo; anche questa linea, come quella già ricordata di Borgonuovo e Valentino, venne soppressa all'atto della fusione delle due reti della Belga e Atm, nel 1923.

Last edited by Censin; September 21st, 2014 at 04:35 PM.
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Old September 21st, 2014, 04:30 PM   #14608
Censin
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Ancora borgo San Salvario, ancora un ex ospedale: L'Ospedale appunto di San Salvario, nell'ex convento dei Padri Serviti, aperto dalle Suore Vincenziane nel 1835



dopo essere stato utilizzato come ospedale, venne poi adibito a ricovero e casa di riposo per anziani, funzione che però mi sembra non mantenga più, non essendo più riconosciuto idoneo allo scopo.
Nella foto, di inizio 900, rivolta verso Porta Nuova, vediamo sullo sfondo la grande tettoia metallica della stazione, rimossa a fine 1940 (però all'inizio dello stesso anno era già stato costruito il grande palazzo delle Poste e Ferrovie, che da allora limita la visuale in quella direzione).
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Old September 21st, 2014, 04:39 PM   #14609
Censin
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Un altro ospedale scomparso di San Salvario (di cui purtroppo non posseggo foto) era l'Ospedale Omeopatico, in via Lombroso (già via Orto Botanico) al numero 30, quasi all'angolo con corso Massimo; chiuso negli anni 50, poi demolito, ora al suo posto vi è un condominio (per qualche tempo è ancora esistita una Farmacia Omeopatica, ora pure scomparsa).
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Old September 21st, 2014, 04:46 PM   #14610
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Originally Posted by giuseppe tubi View Post
Nella zona di corso S. Maurizio il parcheggio comincia a scarseggiare. Se poi non lo mettono a 2,50 mi pare una buona idea.
Non so che mezzi pubblici ci siano tra lo scalo Vanchiglia e il centro, ma penso che ben pochi andrebbero a parcheggiare fin laggiù, come pochi mi pare parcheggino al tanto propagandato Stura.
Devi pagare la sosta, poi almeno due biglietti del tram e viaggiare ancora per un'ora tra andata e ritorno. Mi pare inaccettabile.
Per lo scalo Vanchiglia era previsto il collegamento rapido col centro colla ipotizzata linea 2 del metro; linea che, per ora, rimane nel limbo (con gergo informatico, mi verrebbe da dire in un cloud) e che, penso, soltanto i posteri saranno in grado di dire se, quando e come verrà realizzata!
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Old September 21st, 2014, 05:05 PM   #14611
Censin
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Originally Posted by Breus View Post
Riprendo questo post per segnalare un link di approfondimento molto interessante: www.Torino1864.it

Anche per quelli che credono nella buonafede di Vittorio Emanuele...
Proviamo per un istante a immaginare che la capitale d'Italia venga trasferita da Roma altrove: cosa mai succederebbe?
In effetti, per "indorare" la pillola, nel 1864 venne detto che a Firenze si trasferivano solo gli organi istituzionali (la corte, il Parlamento, il Governo), mentre gli altri uffici e istituzioni statali sarebbero rimaste a Torino; ma, dopo il definitivo insediamento della capitale a Roma nel 1870, anch'essi lasciarono le rive del Po per quelle del Tevere, ad iniziare dalla Zecca.
Questo per dire che una capitale di stato è comunque fonte di arricchimento, crescita e benessere economico per i suoi abitanti: Torino, lo sappiamo, non era in fondo che un villaggio (giusto nobilitato dalla sede vescovile) prima di diventare, nel 500, la capitale dello stato sabaudo; fu questo suo ruolo a farla diventare, anche architettonicamente, la grande città che conosciamo (lo stesso successe, nello stesso secolo, a Madrid, diventata capitale della Spagna; solo che Madrid capitale lo è tuttora).
La perdita del ruolo di capitale fu, nell'immediato, un grave danno economico, tenuto anche conto che, proprio perchè capitale, fino ad allora volutamente era stata esclusa dallo sviluppo industriale (un po' come oggi per Roma); la "riconversione" dalla burocrazia all'industria data appunto da allora, e non fu nè breve nè indolore!
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Old September 21st, 2014, 07:42 PM   #14612
giuseppe tubi
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Proprio oggi su La Stampa un bell'articolo di Alessandro Barbero sull'episodio.
http://www.lastampa.it/2014/09/21/cu...JP/pagina.html
Dal quale appare il vero motivo delle proteste, inizialmente dovute a poche decine di persone e poi ampliatesi a tutta la città, ma solo nelle ore libere dal lavoro... Non una protesta per la perdita della capitale, che era già decisa e nota, essendoci non per nulla fin dai tempi della Repubblica Romana una frizione tra Stato Sardo e poi italiano e Napoleone III per quanto riguarda le mire su Roma. Per cosa la si voleva se non per farne una capitale? Fin dal discorso di Cavour del 17 marzo 1861 era già tutto noto e Torino sapeva benissimo che non sarebbe stata più capitale bensì "la Lione italiana", una città con un nuovo destino non amministrativo ma industriale, i cui vantqggi dovevano ampiamente compensare le perdite dovute al trasferimento di corte e ministeri.
La protesta era per il trasferimento della capitale a Firenze invece che a Roma da cui gli slogan "La capitale a Roma!" e "O Roma o Torino" (ma non Firenze, opzione che suonava come una presa in giro) che risuonavano in quei giorni.
In realtà non si trattava di spostamenti successivi verso il centro (spostare capitali costa molto) ma di una tattica del governo Minghetti per placare momentaneamente Napo III e la Francia, facendo credere appunto che non sarebbero stati così folli da spostarsi due volte e che Firenze fosse definitiva. Ricordiamoci che la terza guerra d'Indipendenza doveva ancora avere luogo...
Sicuramente questo piano non era di pubblico dominio (tanto valeva se no dirlo subito ai francesi) , come non doveva esserlo tale accordo "segreto" ma che fu subito divulgato.

Per cui nessun re falso se non verso una nazione alleata ma poco disponibile a lasciare il protettorato sul Vaticano. Piuttosto un problema di disinformazione, voluto o meno non so, oltre naturalmente ad una gestione assurda della crisi da parte di ministero degli interni e carabinieri, i veri autori della strage che fece vittime anche tra i soldati giunti per tenere la città in stato d'assedio e dietro le cui file cercarono scampo i cittadini durante la sparatoria del secondo giorno.
Il governo cadde dopo pochi giorni e Peruzzi (ministro degli interni) e Minghetti furono messi sotto inchiesta, e un certo numero di carabinieri sotto processo marziale. Ogni cosa fu però insabbiata, come buona usanza italiana.

Last edited by giuseppe tubi; September 21st, 2014 at 07:53 PM.
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Old September 21st, 2014, 10:44 PM   #14613
Breus
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Originally Posted by giuseppe tubi View Post
Proprio oggi su La Stampa un bell'articolo di Alessandro Barbero sull'episodio.
http://www.lastampa.it/2014/09/21/cu...JP/pagina.html
Dal quale appare il vero motivo delle proteste, inizialmente dovute a poche decine di persone e poi ampliatesi a tutta la città, ma solo nelle ore libere dal lavoro... Non una protesta per la perdita della capitale, che era già decisa e nota, essendoci non per nulla fin dai tempi della Repubblica Romana una frizione tra Stato Sardo e poi italiano e Napoleone III per quanto riguarda le mire su Roma. Per cosa la si voleva se non per farne una capitale? Fin dal discorso di Cavour del 17 marzo 1861 era già tutto noto e Torino sapeva benissimo che non sarebbe stata più capitale bensì "la Lione italiana", una città con un nuovo destino non amministrativo ma industriale, i cui vantqggi dovevano ampiamente compensare le perdite dovute al trasferimento di corte e ministeri.
La protesta era per il trasferimento della capitale a Firenze invece che a Roma da cui gli slogan "La capitale a Roma!" e "O Roma o Torino" (ma non Firenze, opzione che suonava come una presa in giro) che risuonavano in quei giorni.
In realtà non si trattava di spostamenti successivi verso il centro (spostare capitali costa molto) ma di una tattica del governo Minghetti per placare momentaneamente Napo III e la Francia, facendo credere appunto che non sarebbero stati così folli da spostarsi due volte e che Firenze fosse definitiva. Ricordiamoci che la terza guerra d'Indipendenza doveva ancora avere luogo...
Sicuramente questo piano non era di pubblico dominio (tanto valeva se no dirlo subito ai francesi) , come non doveva esserlo tale accordo "segreto" ma che fu subito divulgato.

Per cui nessun re falso se non verso una nazione alleata ma poco disponibile a lasciare il protettorato sul Vaticano. Piuttosto un problema di disinformazione, voluto o meno non so, oltre naturalmente ad una gestione assurda della crisi da parte di ministero degli interni e carabinieri, i veri autori della strage che fece vittime anche tra i soldati giunti per tenere la città in stato d'assedio e dietro le cui file cercarono scampo i cittadini durante la sparatoria del secondo giorno.
Il governo cadde dopo pochi giorni e Peruzzi (ministro degli interni) e Minghetti furono messi sotto inchiesta, e un certo numero di carabinieri sotto processo marziale. Ogni cosa fu però insabbiata, come buona usanza italiana.
Non stiamo a discutere questioni che possono essere chiarite con un manuale di storia di scuola media: Vittorio Emanuele II come statista fu inesistente.

Questioni diverse sono il trasferimento della Capitale e i fatti di cui domani ricorre il 150° anniversario.

55 civili morti, caduti sotto il fuoco della Pubblica Sicurezza, e 133 feriti gravi si commentano da soli, ieri come oggi, e non si giustificano. Ed ancor di più tra la popolazione di una Città che tanto aveva dato alla dinastia sabauda ed al processo unitario. Nessuno ha pagato, il re probabilmente non ha saputo bene cosa fare. Roba da diventare mazziniani e repubblicani seduta stante, ma questo è un altro discorso.

Quello del trasferimento della capitale da Torino a Roma è un discorso più complesso. Che fosse nell'ordine delle cose è evidente per una serie di motivi. Senza voler certo essere esaustivi, se non altro perchè l'idea di "Roma capitale" era una delle poche su cui l'èlite liberale risorgimentale, che ideologicamente guidò il processo unitario, poteva contare per dare un senso storico ed ideologico alla creazione di un paese che non esisteva nei fatti, composto da territori tanto diversi per cultura, tradizioni, economia ed aspirazioni. E perchè per la corona e la corte il trasloco era sicuramente vantaggioso per motivi patrimoniali e di prestigio.

Ma ciò non toglie che a Torino ci sia stato un ampio dibattito in merito, e che esistesse una ampio movimento interclassista contrario al trasferimento della Capitale. Posizione logica, per altro, dati gli enormi vantaggi che tale funzione comportava. Ma erano altri tempi ed al re di fatto si obbedì. Però per la Città fu una colpo tremendo, culturale oltreché economico, dal quale per parecchi versi non si riprese mai più.

Inoltre quando un territorio ha guidato il processo di unificazione/conquista di altri territori, creando uno stato più o meno nazionale più ampio, in genere la città capitale dello stato unificatore è diventata la capitale dello stato unificato. Così è successo con Berlino, la Prussia e la Germania e con Mosca, il suo principato e la Russia. Interessante la constatazione che in entrambi questi stati la capitale si fosse venuta a trovare in posizione fortemente eccentrica dal punto di vista geografico, come Torino in italia.
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Old September 22nd, 2014, 11:14 AM   #14614
giuseppe tubi
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E chi mai ha giustificato qualcosa?
Mi sembra però lodevole che dopo 150 anni si ponga l'accento sul fatto che Torino non protestava per il fatto di perdere la Capitale ma per una questione politica meno "egoistica" e più "patriottica", quando invece il governo fece in modo di falsare gli eventi presentando alla nazione i dimostranti come dei gretti e violenti che intendevano difendere propri privilegi materiali. Immagine che, adattata secondo i punti di vista, a quanto pare è durata fino ad oggi.

Che ci fossero all'epoca torinesi ancora convinti che la capitale non sarebbe mai stata portata a Roma può essere, ma li equiparerei a quei militanti del PCI che nel dopoguerra sognavano ancora uno stato sovietico legato a Mosca.
Alla luce di cosa dicono adesso gli storici, questo ampio movimento contrario a Roma pare proprio che non esistesse. Si sono sentiti presi in giro quando un governo ormai non più piemontese se non antipiemontese estrasse il coniglio di Firenze capitale per indurre Napo III a intraprendere la strada dell'abbandono di Roma e dell'Italia, pensando forse che a Torino e a Parigi fossero tutti fessi.
Quanto alle inchieste, quella parlamentare fu piuttosto obiettiva ed esauriente ma la Camera decise di non metterla ai voti insabbiandola di fatto, mentre quella militare si perse nel nulla. Tale quale quelle sulla mancata strage di Genova del 2001. Una tradizione italica in cui, come dice Barbero, cambia solo il fatto che allora le forze dell'ordine sparavano e piattonavano, mentre adesso si limitano alle manganellate.
Nonostante questi infelici episodi, bisogna riconoscere al bolognese Minghetti di essere stato il primo a raggiungere il pareggio di bilancio.
In questo nuovo sito Torino 1864 ci sono molte informazioni interessanti, compresi un mucchio di atti parlamentari sulla vicenda Firenze.

Per quanto riguarda la Germania, mi pare che al tempo dell'ultima "annessione" la capitale dello stato unificatore fosse da quasi 50 anni Bonn, e che sia stata riportata a Berlino per motivi ideali e di nuova unità nazionale, un po' come Roma...
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Old September 22nd, 2014, 11:51 AM   #14615
FaseREM
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Attenzione però a giudicare con i parametri odierni avvenimenti di 150 fa. Il 1864 era a una manciata di anni dagli episodi caotici del 1848, sei anni appena prima della Comune parigina. Ma basti pensare a cosa successe ancora nel 1898 a Milano, con il massacro di Bava Beccaris. Nell'Ottocento le insurrezioni erano frequenti, gli stati erano tutt'altro che democratici e i "diritti umani universali" erano un concetto tutt'altro che metabolizzato.

L'episodio di Torino fu particolarmente cruento, ma forse fa specie più per il fatto che sembrò (come ci sembra tuttora) una ulteriore mazzata morale alla città che sulla carta si era resa protagonista dell'unificazione nazionale e che tutto sommato trasse dalla cosa ben pochi vantaggi.
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Old September 22nd, 2014, 12:16 PM   #14616
giuseppe tubi
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Originally Posted by FaseREM View Post
Attenzione però a giudicare con i parametri odierni avvenimenti di 150 fa. Il 1864 era a una manciata di anni dagli episodi caotici del 1848, sei anni appena prima della Comune parigina. Ma basti pensare a cosa successe ancora nel 1898 a Milano, con il massacro di Bava Beccaris. Nell'Ottocento le insurrezioni erano frequenti, gli stati erano tutt'altro che democratici e i "diritti umani universali" erano un concetto tutt'altro che metabolizzato.

L'episodio di Torino fu particolarmente cruento, ma forse fa specie più per il fatto che sembrò (come ci sembra tuttora) una ulteriore mazzata morale alla città che sulla carta si era resa protagonista dell'unificazione nazionale e che tutto sommato trasse dalla cosa ben pochi vantaggi.
Se si va a leggere sul sito l'elenco di morti e feriti con nomi, professioni, provenienza ed età, si nota che la maggioranza sono piuttosto giovani e operai o commessi. Può anche essere che la coscienza politico-economica fosse molto precoce nei cittadini di quegli anni, ma non vorrei che tra loro ci fossero stati un buon numero di giovani rappresentanti delle coche (o di quel che ne rimaneva) sempre pronti a menar le mani quando ce ne fosse occasione. Un po' come i nostri autonomi e rappresentanti dei centri sociali.
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Old September 22nd, 2014, 05:08 PM   #14617
Censin
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Va anche detto che le preoccupazioni della Francia erano tutt'altro che pie, volte a difendere Sua Santità dalle pretese dei "malvagi" italiani! Questa era solo la "facciata", mentre in realtà la Francia era preoccupata per il ruolo centrale nel Mediterraneo che l'Italia avrebbe acquistato ponendo la capitale a Roma (non per nulla venne scartata l'ipotesi di un trasferimento della capitale, anzichè a Firenze, a Napoli, vera "chiave" per il controllo del Mediterraneo: non a caso, gli americani nel dopoguerra vi hanno installato il loro Comando nel Sud Europa); ruolo di potenza mediterranea cui la Francia aspirava intensamente, e per il quale non voleva rivali. Infatti, le ostilità con la Francia continuarono anche dopo Napoleone III, nell'èra repubblicana, con l'occupazione francese della Tunisia (cui anche l'Italia aspirava), e furono all'origine della successiva adesione dell'Italia alla Triplice Alleanza con Austria e Germania.

Last edited by Censin; September 23rd, 2014 at 05:35 PM.
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Old September 22nd, 2014, 05:17 PM   #14618
Censin
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Ecco un'altra foto d'epoca dell' Ospedale Valdese, più antica di quella già postata, risalente probabilmente a fine 800



vediamo infatti che esiste la sola ala su via Berthollet, nucleo originale dell'ospedale che vi si trasferì nel 1872, dalla primitiva sede presso la casa del Pastore valdese dove era stato fondato nel 1843; nel primo decennio del 900, divenuto ormai insufficiente, vennero costruite le maniche su via Ormea e via Silvio Pellico, nello stesso stile. Come già detto, risale invece agli anni 60 il completo rifacimento e ampliamento in altezza, con "ribaltamento" dell'ingresso da via Berthollet a via Silvio Pellico.
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Old September 22nd, 2014, 05:20 PM   #14619
Censin
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Originally Posted by giuseppe tubi View Post
Se si va a leggere sul sito l'elenco di morti e feriti con nomi, professioni, provenienza ed età, si nota che la maggioranza sono piuttosto giovani e operai o commessi. Può anche essere che la coscienza politico-economica fosse molto precoce nei cittadini di quegli anni, ma non vorrei che tra loro ci fossero stati un buon numero di giovani rappresentanti delle coche (o di quel che ne rimaneva) sempre pronti a menar le mani quando ce ne fosse occasione. Un po' come i nostri autonomi e rappresentanti dei centri sociali.
In effetti, nell'elenco compaiono ragazzi appena dodicenni!
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Old September 22nd, 2014, 05:34 PM   #14620
Ratavuloira
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Censin: (...) Torino, lo sappiamo, non era in fondo che un villaggio (giusto nobilitato dalla sede vescovile)...

http://www.torino1864.it/
In un contesto di crescente “anti piemontesismo”, che si contrappone al “piemontesismo” inteso come causa di tutti i problemi che l’unificazione di un paese così eterogeneo comporta, il governo pensa di trovare una soluzione spostando la capitale da Torino, senza tuttavia andare a Roma, come già deliberato.


Parliamoci chiaro: alla maggioranza degli Italiani, noi Piemontesi non siamo mai stati e non siamo simpatici. Me ne accorsi con rabbia già quarant'anni fa, al cinema per vedere 'Il Soldato di Ventura', film sulla disfida di Barletta dei primi del '500. C'era un personaggio vile e traditore (oltre al famoso Fabrizio Maramaldo)? Era Piemontese.
Ancor prima: sceneggiato RAI dei primi '70 su di un soldato meridionale che resta isolato al Nord dopo l'8 settembre 1943 (Enzo Cerusico, ed ero un suo piccolo fan, per dire). Trova rifugio da un contadino Piemontese, contadino come lui: lui sa leggere, il Piemontese no (le statistiche di alfabetizzazione, già quelle del 1860, dicono esattamente il contrario).
E potrei continuare. Ma il fatto resta: gli stiamo sui cosi, ai peninsulari

Poi, magari mi sbaglio, e ne sarei ben felice.
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