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#12681 | |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Stando in tema di pilonetti e assedio, permettetemi una breve digressione.
Mi occupo di re-enacting, ed assieme ai vari gruppi storici della provincia, in vista del tricentenario dell'assedio, riuscimmo ad ottenere dal Comune di Torino l'area della cascina Continassa, appena sgombrata dagli zingari e ripulita in attesa di avviare il cantiere per quell'obrobrio chiamato Arena Rock. Il 6 settembre 2006 organizzammo una rievocazione della battaglia di Torino spettacolare, con gruppi storici che arrivarono dalla Francia, Spagna, Germania, Norvegia e financo dalla Russia e dagli USA. Facemmo scavare dai buldozers i trinceramenti e venne ricostruita fedelmente una ridotta. A completamento della scenografia, mettemmo su un'edicola votiva di campagna costruendola con blocchi in cemento vibrato e foderandola con intonaco grezzo. Fu dipinta una Consolata da mio padre (artista di professione, che restaurò la Consolata settecentesca dell'edicola di cascina Maletta) e ricoprimmo l'edicola con coppi caduti dai tetti della Continassa. Il risultato fu questo: ![]() L'anno dopo venne realizzata in quei prati l'inutile Arena Rock. Quando tornammo a vedere lo scempio che era stato fatto di quel bellissimo prato alberato, rimanemmo sbalorditi: la nostra edicola votiva, probabilmente creduta autenticamente antica e di pregio, venne restaurata e conservata. Ed il bello è che mani pie continuano a rinnovare i fiori davanti all'immagine! Da quel giorno siamo fieri d'aver contribuito a creare un clamoroso falso storico, che tutt'ora chiamiamo La Madonnina del Rievocatore ![]() ![]()
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Last edited by maxy65; January 10th, 2014 at 01:56 AM. |
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#12682 |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Avendo parlato del Viboccone, saltiamo direttamente là dove la rincorsa degli autro piemontesi terminò, costringendo i franco ispani ad una rotta suicida attraverso il Po e lo Stura.
Il quadro del Parrocel che campeggia nella prima sala del museo del Risorgimento ci restituisce la concitazione e la drammaticità del momento: la vecchia villa, attribuibile al Palladio, è circondata da migliaia di soldati che si affrontano in sanguinosi corpo a corpo, semidiroccata. E' facile intuire il perché della presenza dei pilastrini commemorativi. La maggioranza delle fonti sui pilastrini a questo punto annovera due pilastrini alla Manifattura Tabacchi, che sorge sull'area un tempo occupata dalla villa: uno nel cortile principale sulla parete di sinistra entrando dal portone, l'altro riposto in un fantomatico magazzino dell'immenso complesso paleo industriale. Stranamente, pochissimi dei libri che si sono occupati (tutti marginalmente) dei pilastrini, citano il pilastrino della scuola Abba nell'omonima piazza, scuola fronteggiata dalla Manifattura. Nessuno degli autori che parlano dei due pilastrini alla manifattura, cita quello della scuola. E' una speculazione, ma secondo me il pilastrino della scuola è il secondo pilastrino della manifattura: il conto torna. ![]() ![]() |
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#12683 |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Proseguiamo a ritroso dal Regio Parco verso la Madonna di Campagna.
“Guadagnatosi dunque dagli Imperiali il castello di Lusengo, e fuggendo i Francesi in grandissima confusione, senza speranza di più riordinarsi da quella parte, comandò S.A.R. il terzo attacco dalla parte del Parco Vecchio e della cascina detta della Giota verso il fiume Stura…”. Abbiamo anche la testimonianza diretta: è il conte Solaro della Margarita, comandante dell'artiglieria della piazza di Torino: “Ceux qui avaient gagné le Vieux Parc et la cassine Gioia, eurent à faire à S.A.R. qui, etant allé à eux avec un corp de dragons et du cannon, leur fit quitter ces postes et les dispersa de telle sorte que sans chercher le pont qu’ils avaient à Notre Dame du Pilon, ils se jetèrént presque tous dans le Po, pour sauver leur vie à la nage.*”. In via Pergolesi, all'interno delle scuole tecniche San Carlo, in mezzo a totem indiani e scenografie di varia foggia, timidamente fa capolino una stele in pietra: si tratta del pilastrino della cascina Luigiota, detta Giota e corrotta da parecchi autori in Gioia (da non confondersi con la Arbaudi). Nel 1790 il Grossi scrive: "Palazzina, e cascine, e giardino del sig. Abbate Tommaso Alfonso Berengario di Demonte...in un angolo di detta fabbrica evvi un termine dell'accampamento dell'armata francese nel 1706, in qual termine come negli altri piantati per tal oggetto vi è scolpita la SS. Vergine della Consolata.". La cascina è stata abbattuta sul finire degli anni sessanta del XX secolo, ma Umberto Crovella, nel 1965 fa in tempo a vederla ancora in piedi e disegna, nel suo rarissimo libro, il pilastrino appoggiato nello spigolo esterno del muro di cinta del possedimento. Ha la caratteristica di essere isolato e sporgente per intero dal suolo pe un metro e mezzo: permette così di vedere il retro, rozzamente scalpellato e mostra, caratteristica comune a tutti i pilastrini ma qui più evidente, un foro largo un paio di centimetri sulla cuspide. ![]() ![]() Last edited by maxy65; January 10th, 2014 at 01:25 AM. |
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#12684 | |
Registered User
Join Date: Jul 2009
Location: (per ora) Spina 4
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In più di un' occasione mi sono anch' io imbattuto in "fonti" che attestavano la presenza di un secondo pilastrito in un non meglio identificato magazzino presso la ex Manifatura Tabacchi. Avendolo sempre solo sentito nominare, avevo pensato che fosse stato recuperato e messo in un altro posto ( ritenevo che potesse essere uno dei due che si trovano nei musei Pietro Micca e del Risorgimento ). All' ipotesi che possa trattarsi di quello presso la scuola Abba non avevo francamente mai pensato, ma devo dire che (IMHO) la trovo convincente; non va dimenticato infatti che l' edificio scolastico originale del 1879 fu demolito e ricostruito nel 1925; questo potrebbe anche essere il motivo del "particolare" posizionamento del pilastrino ( forse precedentemente si trovava nel cortile.... ). |
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#12685 | |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Per quanto riguarda i pilastrini dei musei, quello del Pietro Micca fu donato al generale Amoretti (mi pare) da un certo Vottero, proveniente da Lucento: mi ha sempre ronzato in mente l'idea che fosse posizionato presso cascina Balbiano, scomparsa da tempo ed una delle cascine direttamente menzionate dalle fonti. Quello del museo del Risorgimento invece è un mistero: ho chiesto, ma nessuno al museo sa da dove provenga nè chi l'abbia donato. Bisognerebbe chiedere il permesso per scartabellare nei loro archivi contabili... |
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#12686 |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Visto che ne abbiamo parlato, ecco il pilastrino del museo Pietro Micca.
Arriva da Lucento: piuttosto generico, eppoi a Lucento ci furono i primi sanguinosi scontri tra piemontesi e francesi, ed il territorio fu letteralmente tagliato a metà dalle trincee frnacesi della linea di circonvallazione tra Dora e Stura, affannosamente scavate alla vigilia della battaglia. Si può ipotizzare arrivasse da cascina Balbiano, o dai suoi paraggi. Il colonnello Magni scrive: "“Ma soltanto la mattina del 6 settembre, quando gli alleati avevano già varcato la dora per accamparsi presso la Venaria Reale, ne incominciarono la costruzione, cosicché il giorno 7 in cui ebbe luogo la battaglia, la linea non era ancora dell’altezza voluta. Siccome però correva quasi direttamente dalla Dora e precisamente dal Castello di Lucento, fin contro la Stura, appoggiandosi al centro alla cascina Balbiano, per un tratto non superiore ai tre chilometri, con ambo i fianchi assicurati ai due fiumi ed armata di 39 grossi cannoni, doveva pur sempre presentare un ostacolo formidabile all’assalitore.”. Appartenente fin dal XVII secolo ai conti Balbiano di Aramengo, la cascina il 6 settembre fu quindi anch’essa fortificata e riempita di soldati nervosamente tremanti nell’attesa dell’urto che avrebbe violentemente subìto. Gli strateghi francesi avevano infatti deciso di utilizzare la cascina come centro esatto della parte di schieramento che sicuramente sarebbe stato investito dall’attacco alleato: ad essa avrebbero imperniato la linea di difesa che stavano ancora febbrilmente scavando, e da questa avrebbe piegato fino ad arrivare al ciglione fluviale della Stura. Il Parrocel ce la mostra drammaticamente avvolta dalla violenza dei combattimenti e bombardata furiosamente dagli alleati, essendo diventata cardine della difesa assediante. Ora al suo posto sorge il giardino Carmelo Ganuzza, nel quadrilatero (curiosamente più basso del piano stradale circostante) compreso tra via Terni, via Forlì, via Latina e corso Potenza, a poche centinaia di metri in linea d'aria dai pilastrini di via Lanzo e via Banchette. ![]() |
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#12687 | ||
chimico non praticante
Join Date: Jun 2009
Location: torino
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Silvano Furfurano "Città che inventi tutto e non ricavi niente..."
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#12688 | ||
Registered User
Join Date: Jul 2009
Location: (per ora) Spina 4
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![]() sappiamo con una buona percentuale di certezza che i pilastrini fatti erigere furono circa 200; sappiamo anche che furono fatti erigere sul fronte della battaglia decisiva ( d' altronde non si ha alcuna notizia di pilastrini esistiti a sud del castello di Lucento ); detto ciò, il fronte della battaglia, dal castello di Lucento al Viboccone si estendeva per circa 6/7 chilometri. Questo approssimativamente significherebbe che sorgeva ( in media) un pilastrino ogni 30/35 metri ! La domanda è: possibile ( con una frequenza così alta ) che essi siano stati posizionati ( in senso assoluto ) in luoghi cruciali della battaglia, oppure ( fatti salvi alcuni luoghi effettivamente fondamentali per le sorti di essa ) non siano stati posizionati un po' "a caso" ? Spero di essermi espresso con chiarezza.......
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#12689 |
Breùs, a la francaise
Join Date: Feb 2010
Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
Posts: 2,243
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Vorrei chiedere a Maxy65 (che ha dimostrato una certa preparazione sui fatti dell'Assedio
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#12691 | |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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Dina Rebaudengo è preziosa per la storia "minima", come af esempio la descrizione dei danni causati dalle palle di cannone che cadevano per strada rimbalzando all'impazzata: il libro è Torino racconta. Nel tricentenario sono uscite decine di pubblicazioni, non tutte all'altezza: una su tutte quella del Gariglio che si ostina a voler far passare le antiche prese d'aria delle stalle della Fossata per le feritoie dalle quali spararono i francesi, tesi assurda e improponibile. Premesso questo, la migliore opera sull'assedio in assoluto, non perché sia un collega di rievocazioni, è L'Aquila e i Gigli di Giovanni Cerino Badone. |
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#12692 | |
Registered User
Join Date: Mar 2010
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#12693 | ||
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
Posts: 83
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La credenza popolare vuole siano 200, quelli superstiti sono una ventina, gli stessi elencati ormai da quasi due secoli. In effetti la distanza tra quello del castello di Lucento e casa Tosco e tra quello di via Banchette e quello di via Lanzo è circa cento metri, più o meno la distanza che intercorreva tra una ridotta e l'altra lungo una linea di difesa. Ma calcolando la distanza totale da Lucento al Regio Parco i conti non tornano. Sono passati trecento anni, ma tutta la linea della battaglia è stata urbanizzata solo a partire da 40 anni....dove sarebbero finiti gli altri 180? Mi sono sempre riproposto di cercare tra i conti di ragioneria della città a partire dal 1707, ma ahimè non ho mai avuto il tempo necessario!
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#12694 |
Registered User
Join Date: Aug 2012
Posts: 216
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Fuori tema relativamente alle ultime discussioni, ma così magari cambiamo argomento per un minuto (senza dimenticarci dell'argomento pilastrini, davvero molto bello): nel solito sito, é apparsa questa cartolina, non si specifica di quale cavalcavia si tratti (immagino perché, evidentemente, nel periodo in cui fu scattata la fotografia per questa cartolina, era l'unico di Torino): dico una castroneria se affermo che era quello di corso Dante, oppure era quello di via Livorno...?
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#12695 | |
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
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L 'Enzo era quello davanti alla fermata del mitico 19, di fianco a Fiorenzo vicino all'angolo dell'interno della Capponi :-) E già che ci siamo, scommetto che almeno una volta hai giocato nel prato del Bunker, con la garitta ogivale in cemento piantata nel mezzo, tra via Venaria e via Sansovino; e se ricordi di una bandiera del Toro che garriva al primo piano di una casa in via Venaria quasi angolo con via Bonzo, quello era il mio nonno materno ![]() |
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#12696 | ||
Registered User
Join Date: Dec 2013
Location: Torino
Posts: 83
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Last edited by maxy65; January 10th, 2014 at 11:41 AM. |
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#12697 | |
Registered User
Join Date: Mar 2010
Posts: 116
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#12698 |
Registered User
Join Date: Apr 2012
Posts: 30
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Il cavalcavia...
https://maps.google.it/maps?hl=it&tab=wl
Si, si tratta del cavalcavia di C. Sommelier (vedi link di Google Map) |
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#12699 |
μεταφορές εραστής
Join Date: Nov 2012
Location: Torino-Borgo Vittoria
Posts: 1,161
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![]() Questo è il link : (https://maps.google.it/maps?hl=it&ll...=12,290.9,,0,0) Interessante la circolazione: i binari sembrano entrambi sulla destra(come in corso Cairoli, Massimo D'Azeglio e San Maurizio), il ciclista sembra dirigersi verso via Sacchi a centro strada mentre la carrozza va verso via Valperga Caluso. E come sempre manca l'anno : inizio Novecento?
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"Come with me I need you, I fear the dark and I live all alone. I'll give you wine and food too, and something special after if you like" "Seems Helen of Troy has found a new face again" Last edited by Fabry Turin; January 10th, 2014 at 03:25 PM. |
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#12700 | |
Registered User
Join Date: Mar 2010
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Provo a unire 2 post recenti :
1- Maxy65, in questa foto aerea del 14/8/1962 si vede il deposito di materiale militare di via sansovino, oltre che il prato del bunker e il campo di piazza stampalia. Tra l'altro ingrandendo un po' si vedono le bancarelle del mercato nel mezzo di corso Grosseto. 2- Al posto dell'attuale piazza Manno si vedono dei fabbricati: potrebbero essere i rimasugli della villa/cascina Gioia ? **Ho tolto la foto per problemi di copyright**
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Last edited by Raido; January 13th, 2014 at 05:44 PM. |
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foto, torino |
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