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Old January 18th, 2013, 03:06 PM   #8141
bube
BUBU
 
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Per chi ha un po di tempo nei prossimi mercoledi ore 17,30,e Martedì 26 marzo, ore 21.00' potreeeebbe essere interssante partecipare...basta ascoltare ....http://www.polito.it/news/index.php?idn=4405&lang=it

Ieri sera alle 22 son stato li casualmente solo decina di minuti (per impegni contemporanei..) ed era piuttosto interessante ...vedete voi. I relatori sono elencati nelle date delle conferenze.niente di particolarmente scic, affollato o formale nella sala sotto il museo del risorgimento in v C battisti.
BB

Last edited by bube; January 18th, 2013 at 03:12 PM.
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Old January 18th, 2013, 03:16 PM   #8142
Parellik
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Originally Posted by Riobasco View Post
Il demolitore di via Salbertrand angolo via Servais, forse?
NO Rio...
siamo agli estremi di parella Nord
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Old January 18th, 2013, 03:28 PM   #8143
Parellik
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Corso Marche fine 80

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Old January 18th, 2013, 05:12 PM   #8144
Parellik
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Sono solo passati 28 anni ......

chi si ricorda questo evento in piazza Carlo Alberto


Torino, Piazza Carlo Alberto: barche alla deriva. Si rappresenta il naufragio degli emarginati, tossicodipendenti, che vivono nella quotidianità la tragedia della disperazione e dell'autodistruzione tra l'indifferenza di tutti. Quei "tutti", che educati a non vedere e non sentire, partecipano come spettatori distratti e passivi a una "morte in diretta".
L'impatto è violento. Una finzione più forte del reale mette in crisi l'indifferenza usata come scudo protettivo.
La drammaturgia è concentrata in un istante che esalta il significato del messaggio negando la retorica dell'argomento.
Un'orchestra di 40 elementi - in tribuna, abito rigorosamente nero - congelati nell'atto di suonare i loro violini. Ecco la Torino benpensante, borghese, elegante, indifferente e lontana dai suoi figli: suona e non s'accorge, o s’accorge e suona.
Un naufragio. Nove gozzi da pesca, senza remi, alla deriva, carichi di un'umanità dimenticata. Figure invischiate nella plastica fusa, intrappolate, avvolte come in un'immensa ragnatela.
Un pubblico tra il pubblico: 30 figure dal volto coperto da panni - ispirate ai dipinti di Magritte - immobili, guardano e non vedono, come la città che passa indifferente al dramma.
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Old January 18th, 2013, 06:00 PM   #8145
Breus
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Originally Posted by Parellik View Post
chi si ricorda questo evento in piazza Carlo Alberto
[IMG] http://www.richiferrero.it/spett/stu...lide/ts_02.jpg [/IMG]

Torino, Piazza Carlo Alberto: barche alla deriva. Si rappresenta il naufragio degli emarginati, tossicodipendenti, che vivono nella quotidianità la tragedia della disperazione e dell'autodistruzione tra l'indifferenza di tutti. Quei "tutti", che educati a non vedere e non sentire, partecipano come spettatori distratti e passivi a una "morte in diretta".
L'impatto è violento. Una finzione più forte del reale mette in crisi l'indifferenza usata come scudo protettivo.
La drammaturgia è concentrata in un istante che esalta il significato del messaggio negando la retorica dell'argomento.
Un'orchestra di 40 elementi - in tribuna, abito rigorosamente nero - congelati nell'atto di suonare i loro violini. Ecco la Torino benpensante, borghese, elegante, indifferente e lontana dai suoi figli: suona e non s'accorge, o s’accorge e suona.
Un naufragio. Nove gozzi da pesca, senza remi, alla deriva, carichi di un'umanità dimenticata. Figure invischiate nella plastica fusa, intrappolate, avvolte come in un'immensa ragnatela.
Un pubblico tra il pubblico: 30 figure dal volto coperto da panni - ispirate ai dipinti di Magritte - immobili, guardano e non vedono, come la città che passa indifferente al dramma.
Era questo?



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Se non vado errato, una volta, a cura dello stesso autore, nella stessa piazza, o giù di li, è precipitato un aereo ed un'altra ancora spuntato un campo di granturco!

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Old January 18th, 2013, 06:06 PM   #8146
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Originally Posted by Breus View Post
Era questo? Uno dei tanti allestimenti di Ricky Ferrero.



Se non vado errato, una volta, a cura dello stesso autore, nella stessa piazza, o giù di li, è precipitato un aereo ed un'altra ancora spuntato un campo di granturco!
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Old January 18th, 2013, 06:18 PM   #8147
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Originally Posted by Parellik View Post


1987 sempre piazzetta carlo alberto
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Old January 18th, 2013, 06:28 PM   #8148
Parellik
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inquietante a palazzo nuovo 1986

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Old January 18th, 2013, 06:31 PM   #8149
plastik
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Originally Posted by Oscaruzzo View Post
E durante l'abbattimento (credo)

No, credo che siano foto a seguito del bombardamento IIGM
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Old January 18th, 2013, 09:53 PM   #8150
Censin
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Visto che si è parlato dell'area dello Stadium, la solita cartina della Guida Paravia 1937 segna quell'area come "verde", cioè non costruita; segno che, all'epoca, lo Stadium era già demolito o comunque non più funzionante, rimpiazzato ormai dal più moderno e funzionale Stadio Mussolini (poi Comunale e ora Olimpico).






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L'area rimase "vuota" fino al dopoguerra, quando vi vennero costruiti la sede del Politecnico (per rimpiazzare la vecchia sede, distrutta dai bombardamenti, che sorgeva dove ora è il piazzale Valdo Fusi col parcheggio) e l'Istituto tecnico Sommeiller, anche in questo caso per sostituire la vecchia sede sinistrata in pieno centro, in corso Oporto (ora Matteotti) 3 che vediamo nella cartina



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e nella foto



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Per quanto riguarda il Politecnico, da rilevare che nel dopoguerra (fino al 1949 - 1950), in sostituzione della sede sinistrata, si pensava di allargare lo spazio occupato al Valentino attorno al Castello; addirittura, c'era chi ipotizzava la demolizione del Borgo Medioevale "tanto è solo un falso storico costruito per l'Esposizione"! Fortunatamente questa proposta, che avrebbe di fatto cancellato il più bel parco cittadino, non ebbe seguito, e il nuovo Poli sorse nella zona ex Stadium.
Bisogna dire che quella del Politecnico, con le facoltà di Architettura e Ingegneria civile, ha sempre rappresentato una presenza ingombrante per il parco del Valentino, arrivando addirittura, negli anni 20, ad essere il "killer" del bel laghetto, frequentato nella bella stagione per le passeggiate romantiche in barca e d'inverno per il pattinaggio



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infatti, a fine anni 20, per le prove idrauliche, il Poli iniziò a prelevare una quantità sempre maggiore di acqua dalla falda, la stessa che alimentava il laghetto, il quale si trovò presto in secca e ridotto a pozzanghera, fin che il concessionario del servizio di noleggio barche, che ormai erano impossibilitate a galleggiare, restituì la concessione ritirandosi dal servizio. Il laghetto venne allora interrato e al suo posto sorse il Galoppatoio, profittando della vicinanza della nuova sede della Società Ippica in corso Dante angolo corso Massimo, colle sue scuderie. Personalmente ricordo ancora, negli anni 50, cavalli e cavalieri che in fila indiana, in occasione di gare e concorsi, percorrevano il corso Massimo per andare e tornare al Galoppatoio, lasciando sul percorso ottimo concime, per la gioia di chi coltivava fiori e piante.
Nel 1959, con lo spostamento di tutte le attività ippiche cittadine a Vinovo, il Galoppatoio fu chiuso ed al suo posto sorse il V Padiglione interrato di Torino Esposizioni, ora riconvertito a parcheggio; anche la sede della Società Ippica venne abbattuta, ed ora al suo posto sorge il Liceo Alfieri, ivi trasferito nel 1969 dalla primitiva, storica sede di via Giacosa angolo via Ormea.

Last edited by Censin; January 18th, 2013 at 10:07 PM.
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Old January 18th, 2013, 10:02 PM   #8151
Censin
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Si noti, nella seconda cartina dello "Stadium", l'interruzione di corso Peschiera causata dalla presenza delle officine ferroviarie OGR, che costringeva tram e auto ad un lungo giro per via Cristoforo Colombo e corso Ferrucci per aggirarle; situazione durata fino al 1955, quando l'ala Sud delle officine venne abbattuta e il corso, col cavalcavia sul trincerone ferroviario, finalmente aperto completamente.
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Old January 18th, 2013, 11:31 PM   #8152
PG1964
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Originally Posted by Censin View Post
....fin che il concessionario del servizio di noleggio barche, che ormai erano impossibilitate a galleggiare, restituì la concessione ritirandosi dal servizio. Il laghetto venne allora interrato e al suo posto sorse il Galoppatoio, profittando della vicinanza della nuova sede della Società Ippica in corso Dante angolo corso Massimo, colle sue scuderie. Personalmente ricordo ancora, negli anni 50, cavalli e cavalieri che in fila indiana, in occasione di gare e concorsi, percorrevano il corso Massimo per andare e tornare al Galoppatoio, lasciando sul percorso ottimo concime, per la gioia di chi coltivava fiori e piante.
Nel 1959, con lo spostamento di tutte le attività ippiche cittadine a Vinovo, il Galoppatoio fu chiuso ed al suo posto sorse il V Padiglione interrato di Torino Esposizioni, ora riconvertito a parcheggio.
Però tra il prosciugamento del laghetto, la sistemazione del galoppatoio e la Società ippica torinese, passano più di 10 anni. Mollino vinse il concorso nel 1936, ma l'edificio della società ippica fu inaugurato il 28/10/40, ricorrenza tipica, ma secondo me era già pronto nel 1939.
Comunque questo periodo va indagato ancora....

Non ho capito quale sarebbe il V padiglione interrato di To expo, ora riconvertito a parcheggio.
__________________
Terque e quaterque a tutti!
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Old January 19th, 2013, 12:58 AM   #8153
Nick07
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Però tra il prosciugamento del laghetto, la sistemazione del galoppatoio e la Società ippica torinese, passano più di 10 anni. Mollino vinse il concorso nel 1936, ma l'edificio della società ippica fu inaugurato il 28/10/40, ricorrenza tipica, ma secondo me era già pronto nel 1939.
Comunque questo periodo va indagato ancora....

Non ho capito quale sarebbe il V padiglione interrato di To expo, ora riconvertito a parcheggio.
Quello dove fanno Natale in Giostra.

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Old January 19th, 2013, 02:12 AM   #8154
turtu63
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La Società “Nebiolo”, industria costruttrice di caratteri e macchine da stampa, già da alcuni anni ha cessato la sua attività. Era una fabbrica molto importante per la città di Torino, per la qualità e la peculiarità dei suoi manufatti, apprezzati in tutto il mondo.
La sua storia si estende dalla fondazione, ad opera di Giovanni Nebiolo e dei fratelli Lazzaro e Giuseppe Levi, di famiglia ebraica, agli inizi del 1900, colpiti poi dalle leggi razziali, ai nostri giorni, fino all’avvento della FIAT e al suo declino e alla definitiva scomparsa del’ultimo piccolo gruppo: la “Nebiolo Printech”, nel 2004.
La storia dell’azienda narra di periodi di difficoltà, alternati a periodi di espansione e di benessere, come è normale che accada nella storia delle vicende umane.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, in seguito ad una profonda crisi, i dipendenti della Fonderia Caratteri, non percepirono lo stipendio per due anni. Vennero aiutati, per affrontare le spese quotidiane, dai negozianti di Borgo Aurora, con l’istituzione dei quaderni su cui veniva annotato il costo della spesa delle famiglie, e con la creazione di una società di mutuo soccorso, fatta dagli stessi operai, per la distribuzione del carbone nei mesi invernali.
Adesso molti anni son passati da quando la Nebiolo ha chiuso i battenti. Passando da via Padova, all’incrocio con via Bologna, alzo lo sguardo verso le finestre del secondo piano, dove c’era la Fonderia Caratteri. Osservo le vetrate rotte che come occhiaie vuote guardano la via
http://1.bp.blogspot.com/_9Y6fGO8a5H...no+%252726.jpg
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Old January 19th, 2013, 06:55 PM   #8155
Fabry Turin
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Altre foto da indovinare





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Old January 19th, 2013, 07:08 PM   #8156
Fabry Turin
μεταφορές εραστής
 
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Altre foto ma senza indovinare


Foto del 12-09-1978 in una via Reiss Romoli appena tracciata e asfaltata ma (forse) ancora chiusa al traffico


corso Grosseto (l'ex fonderia è ora un supermercato) 24-11-1957


sulla destra in fondo la cascina "Bassa" demolita per aprire via Reiss Romoli
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Old January 19th, 2013, 07:44 PM   #8157
effe131
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via bibiana angolo via saorgio (dico bene?)
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Old January 19th, 2013, 08:36 PM   #8158
FaseREM
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... sempre a proposito dello stadio della Juventus di corso Sebastopoli, continuo ad avere un po' di dubbi.

Ho trovato un articolo sull'archivio della Stampa datato 6 marzo 1908 (a pagina 4):

Quote:
Questi due matchs serviranno d'inaugurazione del nuovo campo del F.C. Juventus sul quale appunto si svolgeranno. Questo magnifico appezzamento di terreno, dopo non poche difficoltà accaparrato dalla popolare Juventus, venne completamente cintato e preparato con una provvida cilindratura.
Il campo di giuoco, elastico ed erboso, misura metri 95 per 45. Tutto all'intorno potrà prendere posto una foltissima siepe di pubblico.
A tal proposito noteremo alcune innovazioni, sul tipo inglese, apportata dal F.C. Juventus. Ai quattro angoli del campo verranno poste quattro grandi bandiere, alte metri 1,50. Sul portale d'ingresso sventolerà un grande gonfalone coi colori sociali bianco e nero, esso servirà per indicare meglio la località al pubblico.
A tal proposito diremo brevemente come si può accedere a questo nuovo campo di football. Esso è situato subito dopo la Barriera di Stupinigi, sul corso Sebastopoli, ove la Juventus ha ottenuta una fermata speciale della tranvia a vapore. Di qui al campo, indicato dal gran gonfalone, non vi sono più di trecento passi. Prendendo invece la tranvia di Orbassano, occorre discendere alla fermata Lazè, che dista dal campo circa 150 metri.
Il 9/5/1908 p.4 si legge:
Quote:
La finale del Campionato Italiano a Torino: Il match avrà luogo domenica, alle ore 15:30, sul campo del F.C. Juventus sito al fondo del corso Vinzaglio, al di là della Barriera d'Orbassano, angolo corso Sebastopoli.
Sulla stampa del 12/04/1912 p.4, a proposito di una partita contro un gruppo di forti giocatori inglesi si legge:
Quote:
da Porta Nuova, via Sacchi, alle ore 16.30 partirà un treno speciale della tranvia a vapore che farà apposita fermata sullo stradale di Orbassano, a trecento metri dal campo Juventus.
Dunque era all'angolo di corso Sebastopoli con corso IV Novembre, a 300 passi da corso Unione Sovietica e 150-300 metri da corso Orbassano. Detta così in effetti sembra che sia o l'isolato ancora da costruire sul lato ovest di corso IV novembre oppure l'angolo di sudovest della "nuovissima piazza d'Armi". Io propendo più per questa seconda ipotesi.

Le due foto del 1915 non sono di grande aiuto, purtroppo. Lascerebbero pensare che il palco si trovasse lungo corso Sebastopoli, dando le spalle a questo. Forse forse, l'unica cosa riconoscibile potrebbe essere la ciminiera dalla centrale termica dell'ospedale militare, ancora esistente, ma non sono tanto sicuro. Peraltro l'ospedale militare fu inaugurato soltanto nel 1914.

Sempre durante le ricerche, ho scoperto che esisteva anche un campo della U.S. Torinese, sul retro dei Poveri Vecchi (cfr. La Stampa del 4/5/1917 p.3).
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Old January 19th, 2013, 08:58 PM   #8159
Censin
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Provate a dire "canale Michelotti" a un ultranovantenne, specie se abita o ha abitato in passato in Borgo Po, e vedrete sul suo viso un'espressione di timore!
Il canale era stato costruito nel 1816 dall'ingegnere che gli diede il nome, per alimentare una serie di molini e ruote idrauliche nella zona della Madonna del Pilone; dalla diga a valle del ponte della Gran Madre, tuttora esistente, il canale percorreva tutta la sponda destra del Po fino alla zona suddetta; una centrale di regolazione, con paratie, esistente quasi all'inizio del canale, regolava appunto la portata d'acqua, e comprendeva anche l'alloggio del custode. Per la sua funzione motrice, il canale era stato progettato per arrivare alle ruote idrauliche con la massima velocità possibile dell'acqua, per cui la corrente era fortissima, e non lasciava scampo a persone o animali che accidentalmente vi cadessero. Per questo, ben più del vicino fiume, era il terrore delle madri della zona, in un'epoca in cui, ancora di là a venire televisione e computer, bambini e ragazzi passavano la maggior parte del tempo libero dagli impegni scolastici fuori casa, almeno dalla primavera all'autunno nelle belle giornate. Ogni mamma, quando vedeva il figlioletto uscire di casa, specie per giocare con gli amichetti, cominciava a entrare in ansia e apprensione; in effetti, non si contano gli incidenti, quasi sempre mortali, provocati dal canale a carico specie di giovanissimi.
Le foto seguenti danno un'idea del canale e dell'ambiente in cui scorreva



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A partire dal secondo decennio del secolo scorso, il canale perse gradatamente importanza come sorgente di forza motrice, soppiantato ormai dall'energia elettrica, che permise a molini e opifici di situarsi anche lontano dai corsi d'acqua, al riparo da piene e inondazioni. Verso la fine degli anni 20, le paratie vennero definitivamente chiuse; si approfittò poi della ricostruzione di via Roma e adiacenze per riempire, con le macerie degli edifici abbattuti, il canale, e costruirvi poi il viale pedonale tuttora in parte esistente.
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Old January 19th, 2013, 09:31 PM   #8160
Censin
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Originally Posted by turtu63 View Post
Bella la foto di Piazza Benefica.
si parlava di Torino Esposizioni



Belle queste foto, che mi fanno ricordare infanzia e fanciullezza, risalendo agli anni 50 a quanto vedo dalle auto parcheggiate; foto sicuramente scattate in occasione delle due principali manifestazioni di ToEsposizioni, il Salone dell'Auto e il Salone della Tecnica (entrambi ormai purtroppo emigrati, il primo a Bologna come MotorShow e il secondo a Milano - Rho come Salone delle Nuove Tecnologie); nella foto più in basso, si vede fermo al capolinea un bus della linea speciale per il Salone, che l'Atm istituiva in occasione delle manifestazioni.
Se posso dirlo, per i residenti in zona i due Saloni erano....più dolori che gioie! Oltre agli spazi espositivi di ToEsposizioni, infatti, occupavano anche buona parte dei viali del Valentino, che quindi venivano chiusi o comunque occupati e inagibili per passeggiate, giochi, ecc.; per alcuni anni,(anni 60 e 70) il Salone dell'Auto occupò anche lo spazio lasciato libero dalla demolizione, nel 1961, del già ricordato Carcere Militare, fino alla costruzione, nel 1981, della piscina "Ferruccio Parri". I Saloni, specie quello dell'Auto per il suo richiamo internazionale, significavano per i residenti in zona aumento del traffico, ingorghi, difficoltà per i parcheggi, ecc.. Sinceramente, quando si trasferirono al Lingotto negli anni 80, tirammo un sospiro di sollievo! E' comunque un rammarico vederli emigrati verso altri lidi.
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