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#2761 | |
Registered User
Join Date: Mar 2011
Location: Torino
Posts: 25
Likes (Received): 8
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Grazie ! Ciao. |
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#2762 |
guidotorinese
Join Date: Nov 2008
Posts: 439
Likes (Received): 9
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Che assurdi quei cartelli "inizio convoglio" e "fine convoglio" un tempo presenti sui tram serie 7000. Per fortuna han avuto il pudore di toglierli.
Ricordo che una signora scrisse alla Stampa che era un po' come se lei avesse appeso al naso ed alla coda del suo gatto i cartelli "inizio del gatto" e "fine del gatto". |
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#2763 |
BUBU
Join Date: Jan 2011
Location: Torino Chivasso di corsa
Posts: 676
Likes (Received): 103
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EY ...mi ricordo i cartelli,e non avevo capito perche' li mettevano neanche io .Non credo che i manovratori non riuscissero a distinguere la gabina A da quella B ,unico motivo a cui pensai 20 e piu' anni fa' ,per la loro esistenza.
Per il gatto nel caso avesse due teste il cartello poteva essere utile. BB |
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#2764 | ||
Registered User
Join Date: Jun 2009
Location: Barletta & Trani (BT)
Posts: 4,139
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![]() Credo che fosse una qualche regola solo torinese. Sui bloccati milanesi (bidirezionali), non mi sembra di aver mai visto cartelli simili.
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c'è chi legge la storia... e chi la scrive...
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#2765 | |
Cinico user
Join Date: Aug 2007
Location: Torino - Spina 3
Posts: 5,271
Likes (Received): 976
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#2766 | |
Cinico user
Join Date: Aug 2007
Location: Torino - Spina 3
Posts: 5,271
Likes (Received): 976
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Quote:
![]() Ma Gigi lavora ancora? Credo che ormai sia più vicino ai 70 che ai 60, mentre il pizzaiolo egiziano "Id" (ma si chiamano tutti così?) abita dalle mie -attuali- parti, ogni tanto lo incontro. |
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#2767 | |
Registered User
Join Date: Nov 2010
Posts: 121
Likes (Received): 9
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#2768 | |
guidotorinese
Join Date: Nov 2008
Posts: 439
Likes (Received): 9
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Gigi l' ho visto davanti alla sua pizzeria non più tardi di un mese fa, stessa faccia e stessi baffi. Son passato lì davanti o ieri o ieri l' altro ed era chiuso, magari era la chiusura di turno, ma ero in macchina e non ho verificato la cosa. Per me va bene un giorno qualsisi della prox settimana, poi vado in ferie per 15 giorni, e poi son di nuvo disponibile. Anche a me piace tanto rimembrare, dicono che faccia "agè", ma chissenefrega! Ci sarebbe anche "giuanin suiru", ma se non ricordo male vive fuori ed ha problemi in famiglia Last edited by guidotorinese; June 30th, 2011 at 02:40 PM. Reason: aggiunta |
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#2769 | |
BUBU
Join Date: Jan 2011
Location: Torino Chivasso di corsa
Posts: 676
Likes (Received): 103
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#2770 | |
Registered User
Join Date: Nov 2010
Location: echevennoz
Posts: 311
Likes (Received): 3
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ci 'bloccano' qui (hinterland milanese, purtroppo) con qualche giro periodico di 'manutenzione' della sua vecchia casa natale in Friùli, ormai irraggiungibile per lui; mi farebbe moltissimo piacere esserci, però la vedo dura ![]() nel caso fissaste una data con largo anticipo vedo se mi è possibile organizzarmi, però non posso promettere nulla; grazie comunque ! ![]() buona giornata |
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#2771 | |
Registered User
Join Date: Nov 2010
Posts: 121
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#2772 |
Breùs, a la francaise
Join Date: Feb 2010
Location: 45°4'41"16 N - 07°40'33"96 E
Posts: 2,243
Likes (Received): 418
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Questo volume mi incuriosisce davvero!
_____________________________________________________________ Torino Capitale http://www.francescocorni.com/pubbli.../copertina.jpg Il volume raccoglie in undici capitoli lo svilupo in fasi successive di Torino dall’età augustea a quella medioevale e rinascimentale quando Torino diventa capitale dello stato sabaudo. Prosegue considerando gli ampliamenti promossi dai Savoia in epoca barocca, le strutture e le scelte per elevare la città al nuovo rango che la porteranno a ben figurare nel contesto europeo. Illustra l’attività degli architetti di corte da Vitozzi, Castellamonte, Guarini, Garove e soprattutto Juvarra che, dopo il trattato di Utrecht, trasforma la città divenuta capitale del Regno di Sardegna. Gli ultimi capitoli son dedicati allo sviluppo della città dopo la bufera napoleonica quando Torino assume la guida del risorgimento italiano e si prepara a divenire nel 1861 Capitale d’Italia. Ogni capitolo è preceduto da una veduta complessiva della città seguita dalle principali strutture , piazze, chiese e palazzi pubblici e privati relativi a quel momento storico. Il disegno prospettico e la tecnica dello spaccato consentono al lettore di valutare immediatamente le proporzioni di ogni soggetto, il dentro e il fuori contemporaneamente assai meglio di una lunga descrizione, mentre il testo si limita a descrivere l’epoca e la funzione. Anche i particolari sono risolti a disegno e la fotografia è esclusa dal volume secondo una tradizione che in Piemonte ha il suo padre nobile nel celebre Theatrum Sabaudiae Il libro è di 280 pagine, formato 30x30 cm, copertina rigida cartonata con cofanetto. Il costo del volume è di 48 euro. Qui un assaggio (per ovvi motivi in formato lillipuziano). Ps: Giuro che non ho compartecipazione agli utili dell'autore! ![]() |
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#2773 |
Registered User
Join Date: Feb 2010
Location: torino
Posts: 688
Likes (Received): 73
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qua ci sono foto già postate e ripostate, ma è una bella raccolta tutte insieme
http://www.mepiemont.net/foto_stor/l...luoghi_1t.html (ho scoperto l'acqua calda vero? ![]() |
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#2774 |
Registered User
Join Date: Nov 2010
Location: echevennoz
Posts: 311
Likes (Received): 3
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un rumore e un odore;
il rumore : fatto dalle scarpette da calcio, sul pavimento dei corridoi e degli stanzoni, al rientro dei giocatori dall'allenamento; l'odore : di olio canforato, o qualcosa di simile, usato per i massaggi, e permeante quegli stanzoni e corridoi; papà : chiacchiera con un suo amico d'infanzia, dal '56 in poi dirigente del settore giovanile del Toro, Angelo Zambruni (è lui a lasciarci entrare dentro, a vedere i giocatori da vicino); papà gli dice 'siamo diventati una squadra di cioccolatai', ma è una battuta molto amara, in quel '59; papà mi spiega che 'quello è il Capitano' (Enzo Bearzot); m'incute timore, come un po' tutto quell'ambiente... osservo papà mentre si fa fare autografi da tutti i giocatori, sulle cartoline / fotografie della squadra; anche da chi in prima squadra giocò pochissimo (ricordo autografi di Gerbaudo, Gualtieri, Piaceri, Odasso, Teneggi); poi mi spiega che Rosato è il più timido e Hitchens il più sorridente ![]() qualche anno dopo : mattinate 'tagliate' da scuola e passate a vedere l'allenamento, dalle gradinate; Mondonico che dribbla tutti e entra in porta palla al piede; Pulici, bello e fusto, chissà se diventerà uno forte...; Zecchini, con quella barba sarà sicuramente un compagno ![]() e gli altri... "tutti primi al traguardo del mio cuore" ![]() l'ultimo ricordo : pioggia autunnale, tantissime persone, una bara; anche nell'anno dello scudetto il dolore ha colpito il Toro, ha permeato 'quello' stadio ![]() un rumore, un odore, alcune immagini, situazioni, momenti : questo è rimasto nitidamente impresso nella mia memoria, di quegli anni ormai lontani, tra la fine dei '50 e il '76; anni in cui era inimmaginabile che quel 'Tempio' laico ("ma chi sarà 'l vilàn a ciamelu 'n camp ? J'era na cun-a, 'd speranse, 'd vita, 'd rinasensa, j'era sugné, crié, j'era la lun-a, j'era la strà dla nòstra chërsensa") dove avevano giocato 'loro', sarebbe scomparso; invece. ![]() ![]() ![]() |
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#2775 | |
guidotorinese
Join Date: Nov 2008
Posts: 439
Likes (Received): 9
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Le prox due settimane sono in ferie, mi andrebbe bene l' ultima di luglio, qualsiasi giorno. Gigi è chiuso il mercoledì, ma si può anche andare altrove. |
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#2776 |
Registered User
Join Date: Nov 2009
Location: San Salvario Town
Posts: 750
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Un bel video delle officine di corso Dante nel 1911 su La Stampa
>LINK AL VIDEO< E relativo articolo: "1911, si gira il primo film con gli operai della Fiat" Restaurata, ripulita, tirata a lucido come una gemma centenaria dimenticata nel fondo di un cassetto della storia, torna sugli schermi la prima testimonianza cinematografica sulla Fiat e una delle prime che presentano un’officina meccanica italiana. Dai dati a disposizione sul filmato Le officine della Fiat , titolo del documentario tornato oggi alla luce, non risultano le ragioni per cui sia stato prodotto da Luca Comerio. Ma è probabile che l’occasione sia stata la grande Esposizione internazionale del 1911 al parco torinese del Valentino, nella ricorrenza del primo mezzo secolo dell’unità d’Italia e dedicata alle industrie e al lavoro, ricorrenza che, come scrive Valerio Castronovo in "Un secolo di storia italiana" «non aveva solo consacrato il ruolo assunto dalla capitale subalpina nel campo della tecnica e della produzione. Quella manifestazione a cui era accorso un gran numero di visitatori anche dall’estero aveva affrancato la città da una patina di provincialismo e l'aveva accreditata come l’avanposto di una nuova Italia». Siamo a Torino in corso Dante e come detto nel 1911. Datazione questa ricavata da un fotogramma del filmato in cui compare un uomo che tiene tra le mani una copia de La Stampa dalla cui prima pagina si è potuto risalire alla data di pubblicazione del quotidiano torinese. È l’anno della guerra di Libia per la quale la Fiat ottenne considerevoli commesse di autocarri militari. Anno in cui il cavaliere Giovanni Agnelli, non ancora del tutto sciolto da guai giudiziari, era tornato negli Usa dopo esserci stato la prima volta nel 1906, per studiare il successo della Ford model T, la prima utilitaria e le tecniche con cui questa veniva prodotta. Intanto la città di Torino, registrando 28 mila maestranze di cui tremila alla Fiat, 225 operai ogni mille abitanti, segnava un aumento della popolazione di diecimila unità all’anno e un numero di laureati al Politecnico che superava quello dei laureati in Giurisprudenza. Contemporaneamente la Fiat aveva raggiunto le 2600 unità prodotte in un anno, la metà di quelle fabbricate in Italia e aveva aperto sedi commerciali in Germania, Russia, Austria, Ungheria, Polonia, Francia, Regno Unito e New York. In segreto i suoi progettisti stavano studiando e progettando la prima utilitaria italiana, la Tipo Zero. È su questo terreno, dunque, che bisogna scendere per apprezzare il breve documentario di cui si parla. Undici minuti di girato suddivisi in sette capitoli preceduti da altrettanti cartelli tematici: operai al lavoro, montaggio cambi di velocità, montaggio motori, prova motori, montaggio chassis, prova vetture, mezzogiorno. Ci si è chiesti se il filmato racchiudesse un’intenzione propagandistica. A giudicare dalle immagini non si direbbe. Il marchio di fabbrica non compare, infatti, che in modo obbligato e solo sui radiatori delle vetture in fase di montaggio. Se qualcosa del non detto prevale, questo riguarda invece l’intenzione descrittiva e un sommesso orgoglio manifatturiero. All’esterno delle officine poche auto, strade deserte, silenzio intuibile e non per l'evidente mancanza del sonoro, una carrozzella, un passeggero e un cavallo, un tram aperto, un'edicola con pochi giornali. Tranquillità e misura. Identica atmosfera si respira all'interno dell'officina, ancorché i locali siano popolati di operai e tecnici al lavoro attorno ai pezzi, alle macchine, agli strumenti di lavoro, ai cassoni ingombri di materiali. Qualche ragazzo, nessuna donna, l’ambiente illuminato dalla luce artificiale diffusa da una selva di eleganti globi opacizzati che scendono dal soffitto nobilitandolo della loro presenza calda e cordiale. Gli operai indossano casacche di tessuto grezzo, molti hanno i baffi, non sembrano disturbati dal fatto di essere ripresi, lavorano, tirano focosamente di lima, uno in particolare desta attenzione per via di un fazzoletto legato al mento, segno di un probabile ma sopportato mal di denti. E siamo alla conclusione introdotta dal cartello: Mezzogiorno! annuncio che apre la sequenza dell’uscita per la pausa pranzo, pagina per altro antologica di per sé che segna l'inizio delle due ore di interruzione dal lavoro degli operai e dei funzionari, molti dei quali tornavano alle loro abitazioni. Tutti portano un copricapo nonostante la stagione mite. Così a giudicare dall’abbigliamento leggero. Berretti, lobbie, cappelli a larga tesa, panama, ma nessun basco.Qualcuno si scopre in segno di saluto rivolto a chi dietro la cinepresa sta riprendendo quella circostanza felice. Si può dire che questo dell'uscita dalla fabbrica sia il momento in cui la fabbrica non c'è. Ma ciò non vuol dire che non si sente. Vista cento anni dopo, la ripresa in questione non nasconde, infatti, una riflessione inevitabile sulla città e il suo destino di essere «città pilota». Un destino che si paga col sentirsi il terreno di un'alternanza di successi e insuccessi, di aver dovuto rinunciare per tanti anni di essere città dei piaceri, come nelle parole di Vittorio Messori, città del cioccolato e della birra, sede della scienza triste di Cesare Lombroso, città fatalmente prediletta da Nietzsche, sede del più grande ricovero del mondo, una città «disturbata» dal suo essere stata capitale, città tornata oggi ad essere luogo di cultura non senza il rischio di cedere al farsi turistificio. Certo che in cento anni di strada e di giravolte Torino ne ha fatte e chissà quante ne farà ancora. di Oddone Camerana, La Stampa (06/07/2011)
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#2777 | |
tram alla Gran Madre
Join Date: Apr 2009
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L'avete notato? |
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#2778 |
Registered User
Join Date: Nov 2009
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Si, se non sbaglio fu così fino agli anni 20-30', quando per differenziarsi dalla "perfida Albione", ovvero l' Inghilterra, si adottò la guida alla francese, ovvero sulla destra.
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#2779 | |
Registered User
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Agosto 1926.
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c'è chi legge la storia... e chi la scrive...
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#2780 | |
tram alla Gran Madre
Join Date: Apr 2009
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Quote:
Si fa riferimento al Regio Decreto del 31 dicembre 1923 n. 3043 A Roma si fece in precedenza, 1° marzo 1925. Qui un post interessante su Roma sparita: http://www.skyscrapercity.com/showth...ge=73&langid=5 Questa sì che fu una svolta epocale, non come quelle che si evocano spesso ai giorni d’oggi. Segue articolo sul cambio di mano a Torino il 5 maggio 1926 (data napoleonica) |
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foto, torino |
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