Pupi11

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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

Censin

La lettera F come distintivo arrivò solo nel 1913, quando il Comune obbligò i due gestori (per la verità la cosa riguardava essenzialmente la Belga, in quanto l'Atm fin dall'origine aveva le linee contraddistinte da numeri) a contraddistinguere chiaramente ogni linea, ad evitare confusioni ed equivoci, specie per i forestieri; poichè i numeri erano già prerogativa dell'Atm, la Belga scelse le lettere alfabetiche. Numeri e lettere dovettero da allora essere apposti su dischetti alle testate delle vetture.
In precedenza, la linea era detta semplicemente "di corso Vinzaglio".
Notare anche, sullo sfondo all'angolo delle vie, i "Magazzini Bocconi", antenati della futura Rinascente.

Censin

Da ricordare che, negli anni 50, erano stati proposti anche sidecar da accoppiare a Vespa e Lambretta; il successo però non fu strepitoso...

Censin

Fa impressione vedere come la struttura nel 1883 sia sorta praticamente in aperta campagna, mentre ora è in zona semicentrale.....

Censin

Facile ironia! A parte la situazione di emergenza per lo sciopero, fino agli anni 60 i mezzi pubblici erano drammaticamente carenti! I convogli tranviari di motrice + rimorchio, ancora in parte con porte aperte, vedevano sempre persone aggrappate all'esterno; così pure i convogli tranviari intercomunali (come, l'ho già ricordato, la linea di Orbassano); la situazione si risolse gradatamente con gli anni, con la messa in servizio delle "nuove" 2700 "bisarche" e delle 3000.
Fino a metà anni 50, era ancora normale vedere i ragazzini aggrappati al posteriore dei tram, reggendosi sulla barra di traino.

Censin

Due precisazioni:
1) le vetture tranviarie della Belga non erano a fondo giallo, ma verde (gialle solo nella parte superiore):
2) la sede dell'Elettricità Alta Italia di via Arsenale 21 venne poi ereditata dalla EIAR, poi RAI dal dopoguerra; diventando famosa in tutta Italia...

Censin

Ancora da Facebook: bella foto (fine anni 60?) dei giardini di piazza Carlo Felice, con in primo piano il (rimpianto) orologio floreale

turtu63

Yankuam Sartoretto‎-- Partenza per una gita dal Fortino

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giuseppe tubi

Ma chi l'ha detto che non si può?
http://www.centoallora.net/non-solo.html

motori49

se tu hai una moto moderna o classica e la vuoi trasformare in motocarrozzetta o la porti in Germania o altri paesi europei la fai omologare in quel paese dove la burocrazia è molto limitata poi la reimporti in Italia e cosi la puoi immatricolare
oppure la compri giÃ* omologata di fabbrica
qui da noi è impossibile fare modifiche non distruttive, su telai, motori, pneumatici e quant'altro cose ammesse in gran parte dei paesi europei (vedi Francia, Germania)
qualcuno ha provato ad importare (dall'Inghilterra)dei sidecars da applicare alle moto moderne dove avresti dovuto sostituire pneumatici (automobilistici), forcella speciale più performante

motori49

se tu hai una moto moderna o classica e la vuoi trasformare in motocarrozzetta o la porti in Germania o altri paesi europei la fai omologare in quel paese dove la burocrazia è molto limitata poi la reimporti in Italia e cosi la puoi immatricolare
oppure la compri giÃ* omologata di fabbrica
qui da noi è impossibile fare modifiche non distruttive, su telai, motori, pneumatici e quant'altro cose ammesse in gran parte dei paesi europei (vedi Francia, Germania)
qualcuno ha provato ad importare (dall'Inghilterra)dei sidecars da applicare alle moto moderne dove avresti dovuto sostituire pneumatici (automobilistici), forcella speciale più performante

motori49

scusate ma non riesco a scrivere il messaggio completo

motori49

sempre sull'articolo sul Valentino del 1915

giuseppe tubi

Forse dipende dal tipo di moto. Leggendo in quel link se hai una moto a telaio d'acciaio con ruote a raggi ti fanno il sidecar omologato (omologazione e immatricolazione quale "motociclo con carrozzino laterale staccabile"). Sono persino smontabili e non modificano il telaio. Io ho una Bonneville e ne ho viste in vendita col sidecar, con targa italiana. Però andare in moto così non dev'essere troppo divertente, si guida come un triciclo e non può piegare.

Censin

Ancora da Facebook, tratta da Mè Piemont: il canale del Martinetto in via mons. Fagnano



nel 1960 ne avevo visto ancora un tratto scoperto in quella via, anche se la "cascatella" della foto non c'era già più.

Censin

Stessa fonte: negli anni 50 e 60, era divenuto di moda "rivestire" i pali del tram, dell'illuminazione, ecc., con questa sorta di "aiuole verticali"; qui vediamo quella di piazza Solferino



la giunta guidata da Amedeo Peyron molto teneva all'abbellimento, specie floreale, della città; tanto che Peyron si era meritato l'appellativo, un po' ironico, di "sindaco fiorista".

Censin

Stessa fonte: il raccordo ferroviario che, attraversando corso Regio Parco, collegava la Manifattura Tabacchi allo scalo Vanchiglia



qui, probabilmente negli anni 60, lo vediamo ancora elettrificato a 600 V con locomotore elettrico di servizio; negli ultimi tempi (venne soppresso alla fine dello scorso secolo, con la chiusura della Manifattura) era stato deelettrificato e sostituito con loco diesel di manovra.

Censin

Stessa fonte: una scolaresca ritratta nell'anno scolastico 1933 - 34; la cosa notevole è che si trattava di una classe mista, quasi eccezionale in un'epoca in cui, almeno alle elementari, la separazione dei generi era la norma quasi assoluta, con gli edifici scolastici divisi praticamente a metà: una parte maschile e una femminile. Ed erano i genitori stessi a volere queste divisioni, le classi miste erano viste con diffidenza...

Censin

Stessa fonte: foto interessante, non tanto per il soggetto, quanto per lo sfondo: siamo infatti al Valentino, alla fontana dei Mesi, e sullo sfondo si vede ancora l'hangar dell'idroscalo, che doveva essere ormai in disuso e in rovina, visto che la foto è datata anni 50; la struttura venne abbattuta, dopo molte polemiche, nell'inverno del 1952

Censin

Stessa fonte: in un inverno nevoso, alcuni si cimentano in una discesa con gli sci su un pendio collinare (il muretto sulla destra mi sembra essere quello del parco Leopardi, ex villa San Severino)