Censin

Un mestiere ormai sparito: il materassaio ambulante



su invito dei clienti, si spostava nei cortili, dove si metteva all'opera con la cardatrice per ridare sofficità alla lana; quindi seguiva la ricucitura.
Una vicina di casa una volta contestò al materassaio di averle cambiato la lana, con altra di qualità più scadente.
Ora, se ricordo bene, l'attività ambulante nei cortili è stata proibita, per non meglio precisati motivi ecologici; e i materassi vanno portati nel laboratorio dell'artigiano (i pochi rimasti).

ImpiantiFissi

Di fianco noto una delle tante pelliccerie presenti in città all'epoca e fino agli anni '80. In Borgo San Paolo ce n'era una prestigiosa in Via Di Nanni e un'altra rinomata in Corso Trapani dove ora c'è la sede del Gruppo Abele. Poi le pellicce vere sono state giustamente messe da parte per ragioni ecologiche e quasi definitivamente passate di moda. Del resto gli inverni ormai sono decisamente più miti rispetto a trenta/quarant'anni fa e anche le madame più tradizionaliste della Cricetta o di Cit Turin non si azzardano più a sfoggiare certi palamidoni pelosi... [IMG class=inlineimg]http://www.skyscrapercity.com/http://www.skyscrapercity.com/images/smilies/biggrin.gif[/IMG]

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DON MARZIO. Di che paese siete? LEANDRO. Di Torino.
DON MARZIO. Brutta città. LEANDRO. Anzi passa per una delle belle d’Italia.

Carlo Goldoni - La bottega del caffè

motori49

in una via a fianco piazza Galimberti c'è ancora un mio carissimo amico che esercita il mestiere di materassaio ma ormai la sua età è vicina ai 70anni (tutti gli anni gli porto i cuscini a rifare ) , un altro si trova in borgata Mirafiori vecchia ma anche lui a già i suoi anni

andymont

Nell'ultimo numero di TORINO STORIA c'è un bell'articolo sullo scomparso aeroporto militare di Airasca entrato in funzione nel 1940 e in seguito occupato dalla Luftwaffe nel 1943 . Venne abbandonato nel 1945 poco prima della fine della guerra . Esistono ancora oggi tracce della pista e di alcuni edifici che sorgevano nei dintorni.

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Pupi11

Uh! grazie mille andy...ho guardato ieri ma non era ancora uscito...corro a comprarlo!

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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

Censin

Un'altra attrazione carnevalesca che in piazza Vittorio (e non solo, come spiegherò in seguito) non mancava mai, era la "caccia grossa": premendo il grilletto di un fucile, si "sparava" un fascio luminoso diretto contro sagome di cartone rappresentanti leoni, tigri, orsi e altre fiere, in movimento su un tamburo girevole e dotati ciascuno di una fotocellula rivolta verso i tiratori; quando il fascio luminoso incontrava una fotocellula, si fermava il movimento, e si metteva in moto il meccanismo che faceva impennare e urlare la sagoma, come si trattasse davvero di un animale colpito.
Il problema di piazza Vittorio era che col tempo era diventata troppo piccola per ospitare tutti gli spettacolisti viaggianti che per Carnevale volevano venire in città; già dalla metà degli anni 60 il Comune si vide costretto a "decentrare" parte delle attrazioni in altri luoghi della città; ad esempio, dirimpetto a me, lo spiazzo del demolito Carcere Militare, che dal 1964 al 1980 le ospitò regolarmente, poi dall'anno successivo iniziò la costruzione dell'attuale centro sportivo e piscina "Parri".

Censin

Oltre ai negozi di rivendita delle pellicce, da ricordare i tanti laboratori cittadini che le confezionavano: uno che ricordo, a metà degli anni 50, in via San Secondo verso corso Stati Uniti.
Ora son passate di moda....E pensare che negli anni 70 erano state lanciate anche le pellicce per uomo, di lupo se ben ricordo (non so se i loro proprietari ululassero...), una moda effimera che non attecchì molto.
Più duratura quella, negli anni 80, dei giacconi di montone rovesciato, di fatto una pelliccia rivoltata, col pelo all'interno, quella sì prevalentemente maschile; poi, col finire del decennio, anche quella passò....
Da ricordare anche, negli anni tra le due guerre mondiali, i "colli", coppie di animali, di piccole dimensioni, interi (piccole volpi, martore, ecc.) da allacciare appunto intorno al collo; mia madre ne possedeva una, di puzzole, che utilizzò in seguito, negli anni 50 e 60, per farsi confezionare due colletti per cappotti.

Censin

Da Facebook: così si presentò per 37 anni, dal 1936 al 1973, la facciata del Teatro Regio verso piazza Castello, dopo il disastroso incendio che l'aveva completamente distrutto



la facciata vuota sempre pietosamente coperta, per quanto possibile, da cartelloni pubblicitari; infine nel 1973 ricostruito.
Certo, i teatri italiani sembrano sempre preda del fuoco, quasi nessuno si è salvato; ricordo, recentemente, la Fenice di Venezia, il Petruzzelli di Bari. L'unico scampato al fuoco, la Scala, finì sotto le bombe belliche (come il genovese Carlo Felice).

Censin

Sempre da Facebook: strana foto di gregge in pieno centro, via Cernaia angolo via Manzoni, scattata nel 1939



strano che un gregge venisse lasciato arrivare così in centro; simili scene era più facile vederle nella zona del Foro Boario e Mattatoio, al fondo di corso Vittorio; dove a volte alcuni animali sfuggirono, dando luogo a vere "corride" per riprenderli.

turtu63

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,su facebook,costruzione padiglioni provvisori in piazza san carlo

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turtu63

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,su facebook,Martinetto

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turtu63

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,su facebook:Camera del lavoro di Torino: 1922

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turtu63

Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,su facebook:Camera del lavoro di Torino: 1922

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Modestino Balabam

Credo che la foto documenti i tragici fatti del 18 dicembre 1922.



Qui invece i fatti avvenuti un anno prima il 25 aprile 1921.

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Riobasco

Un amico che conosce la mia passione per vecchie foto e cartoline mi ha regalato una scatola, da lui scovata svuotando qualche cantina, piena di fotografie. Sono di un formato che una collega dell'Archivio Storico ha definito qualcosa tipo "carte da visita", circa 3 x 4 cm., sembrano negativi stampati tipo provino. Una di queste, datata 19-7-2* (non riesco a decifrare l'ultima cifra) è una splendida veduta di Porta Susa, eccola:

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PM58

Il triste è che quello che non fecero le squadracce fasciste nel 1922, fu completato da una incongrua costruzione alla fine degli anni '50, un vero pugno nell'occhio ancora oggi .
Ed il bello è che fu la stessa Camera del Lavoro a vendere tutta l'area per puro intento di incassare soldi tutti e subito !
Mah ....

PM58

Ecco cosa c'è ora la posto della Camera del Lavoro ...

https://www.google.it/maps/@45.07033...7i13312!8i6656

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Censin

Mi avete tolto la parola di bocca; stavo per replicare anch'io allo stesso modo (perlomeno, posso dire di averla ancora vista in piedi, la Camera del Lavoro, nell'autunno del 1960).

Censin

si tratta dei padiglioni provvisori che, dal 1931 al 1938, ospitarono parte (solo i più importanti) dei negozi della demolenda via Roma (guarda caso, quelli che poi tornarono nella nuova via; una parte infinitesima delle tante botteghe che affollavano la vecchia via).
Ma, con tutto il rispetto per l'Archivio: cosa c'entrano colla Resistenza?

Censin

Sono le stampe eseguite "per contatto", senza ingrandimento, con apposito "torchietto"; riproduzione fedele, invertita, del negativo, sia come formato che come particolari.
Quella in questione sembra di formato di pellicola 35 mm, in effetti in quelle dimensioni poco leggibile; per i formati maggiori di pellicola, come il 6 X 6 o il 6 X 9, potevano avere un uso al posto delle più costose stampe ingrandite; infatti, quasi tutto il mio archivio fotografico originario è in quei formati.