ciompi

Era il Republic RC-3 Seabee, 1+3 posti,1° volo 1945

Pupi11

Bellissima...Brau!

__________________
"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

turtu63

Grazia Carelli‎

Uno scorcio del canale Michelotti, sopravvissuto sino agli anni 30 del secolo scorso
Da: "Torino e i suoi fiumi"

__________________

Censin

"Torino e i suoi fiumi" è andata purtroppo esaurita quasi subito da giornalai ed edicolanti; purtroppo me la sono persa!
Una manifestazione che ricordo bene essersi svolta sul Po all'altezza dei Murazzi, essendo stato presente, è quella che a inizio ottobre del 1964 ebbe per protagonista il Maggiolino Volkswagen, o meglio un Maggiolino adattato ad anfibio, reso stagno e con un'elica posteriore collegata all'albero motore, che gli permetteva di "navigare"; era ovviamente una trovata pubblicitaria della casa di Wolfsburg, o meglio della sua concessionaria italiana Autogerma, già presentata in altre parti d'Italia: aveva già fatto la doppia traversata dello Stretto di Messina, poi si era esibito a Roma sul Tevere, infine era approdato sul Po a Torino. In effetti, compì alcuni giri ed evoluzioni tra i due ponti, il ponte Umberto e quello della Gran Madre, con noi spettatori assiepati sui Murazzi per seguirlo.
Purtroppo, non scattai foto dell'avvenimento; se sul libro in questione vi sono foto, o qualcuno possiede foto dello stesso, sarei contento di vederle pubblicate.

Censin

Da sottolineare che la trovata pubblicitaria del Maggiolino anfibio arrivò in un momento di forti polemiche che coinvolsero la casa automobilistica tedesca.
All'inizio del 1964, era venuto un primo abbattimento delle barriere doganali (dazi e contingentamenti) all'interno del Mercato Comune; di questo, aveva subito approfittato la Volkswagen con un programma di esportazioni intensive verso l'Italia, mettendo per la prima volta in pericolo il monopolio nazionale della Fiat, cui facevano da "contorno" Alfa Romeo e Lancia (infatti, fino ad allora, ad auto estera circolante nel Bel Paese corrispondeva quasi sempre targa pure estera). Valletta, nei suoi "pellegrinaggi" a Roma nei vari ministeri, aveva chiesto contromisure per tutelare gli interessi della Fiat; non potendosi ovviamente riportare i dazi doganali, ottenne l'applicazione di una tassa di immatricolazione su tutte le auto nuove, nazionali ed estere....che si rivelò per la Fiat un autogol! Infatti Volkswagen, con la sua maggiore produttività, potè facilmente diminuire i prezzi di listino, scalando di fatto dal prezzo la tassa, cosa che corso Marconi non potè fare, trovandosi così di fatto con auto più costose. La Fiat, spalleggiata dal governo e dalle altre due case nazionali, accusò VW di dumping, cioè di vendita sottocosto per danneggiare l'industria italiana; al che VW replicò ricordando le migliaia di lavoratori italiani dello stabilimento di Wolfsburg, ricavandone un reddito che finiva in Italia tramite le "rimesse"; vale a dire che in fondo il Maggiolino era anche un po' italiano, e che l'Italia in fondo dalle maggiori vendite della vetture ci guadagnava.
La querelle finì nell'autunno di quell'anno, quando la tassa venne infine revocata.
La trovata pubblicitaria del Maggiolino anfibio si inquadrava probabilmente nella politica commerciale del concessionario, teso a dimostrare la superiorità tecnica della vettura.

nilton42

Fotografie e/o cartoline sempre piu' straordinarie. Ma anche documenti cartacei inoppugnabili come l'invito ippico al velodromo polivalente senza nome. Una vera fabbrica del tempo che fu.
Sull'incrocio Umberto I e Stati Uniti posso dire qualcosina anche solo come reminiscenza. Il palazzo moderno a sinistra lo ricordo da sempre cosi'. Inutile dire che la villotta urbana precedente era deliziosa come peraltro tutte quelle simili che il forum ha rintracciato. Penso ad una demolizione subito dopo la guerra e non ad un bombardamento. Viceversa mi sembra che il palazzo a destra sia il risultato di una strana (per me) ristrutturazione di una quindicina di anni fa. Fu svuotato l'interno e mantenuta con moderno rivestimento la facciata. Mi sembra anche (per sentito dire) che sempre negli anni subito dopo la guerra, nel palazzo ci fosse una delle vecchie sale corse presenti in citta'. A differenza di quelle odierne superinformatizzate erano antri fumosi, con grandi bacheche per ogni campo di corsa e lista dei partenti su strisce verticali di carta. Scommesse scritte su tagliandini di carta. Scommettitori con pochi soldi e tutto sommato ritrovi abbastanza innocui.
Naturalmente la memoria e' sempre un po' nebulosa.

__________________

turtu63

doppione

__________________

turtu63

Raccolta
Fototeca Archivio Storico della Città di Torino
Ente
Archivio Storico della Città di Torino
Indirizzo web
www.comune.torino.it/archiviostorico/

Anonimo, Interno della birreria Durio in via al Fortino, prospettiva del salone, carta/gelatina, CC BY-SA

__________________

turtu63

Raccolta
Fototeca Archivio Storico della Città di Torino

Ente
Archivio Storico della Città di Torino

Indirizzo web
www.comune.torino.it/archiviostorico/
piazza castello

__________________

Censin

Ambiente tipico da Oktoberfest!
ricordo di quando la Baviera dettava legge in fatto di birre e birrerie; al punto che nelle "birrarie" torinesi le commesse facevano a gara a imbiondirsi e ossigenarsi i capelli (da cui il detto bionda d'la bira per indicare una dalla capigliatura "fasulla").
Un revival di birreria bavarese me lo ricordo al tempo di Italia 61, quando nel luna park di fianco all'ingresso principale tra le altre attrazioni figurò appunto una birreria bavarese, con tanto di inservienti coi calzoncini di cuoio (i maschi) e gonnelline di cuoio (le femmine).

Censin

Da La Stampa del 13/10/1964, una foto dell'avvenimento, scattata il giorno della navigazione sul Po il 4/10/1964

Censin

All'inizio, quella ristrutturazione fece scalpore, per non dire scandalo, per quella parte "d'angolo" così inusuale.

turtu63

Gabri Malandro

Piazza Castello, credo primo decennio del XX secolo. ["Torino che non c'è più", a cura di Fulvio Peirone]

__________________

turtu63

Gabri Malandro‎

"Pascolo cittadino". Tra corso Vinzaglio e via Manzoni, 1939, fotografia di Riccardo Moncalvo ["Torino che non c'è più", a cura di Fulvio Peirone]

__________________

turtu63

Gabri Malandro‎

"Vetture innaffiatrici, 1930 circa". [Torino che non c'è più, a cura di Fulvio Peirone]

__________________

turtu63

spunta un fabbricato a fianco della stazione in via sacchi

__________________

turtu63

la prima immagine di torino sparita,via roma vecchia
Raccolta
Fototeca Archivio Storico della Città di Torino
Ente
Archivio Storico della Città di Torino
Indirizzo web
www.comune.torino.it/archiviostorico/

__________________

turtu63

via dora grossa

Raccolta
Fototeca Archivio Storico della Città di Torino
Ente
Archivio Storico della Città di Torino
Indirizzo web
www.comune.torino.it/archiviostorico/

__________________

turtu63

piazza san carlo
https://s2.postimg.org/gvgnluwyh/NAF-02_024_1.jpg

__________________

Danilo Tancredi

C'è uno striscione che riporta ciò: "Mostra nazionale delle invenzioni e novità industriali"; il relativo catalogo venne pubblicato proprio nel 1935. La mostra si svolse a Torino nel maggio-giugno 1935.

__________________