turtu63

Corso Palermo angolo via Lodi,colorata da Antonella Salinas

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nilton42

TRIPLO HELP.
1) Museo Torino colloca il velodromo Umberto I in un quadrilatero (in realta' un trapezio) Duca Abruzzi/Torricelli/De Gasperi/Vespucci. Nella mia conclamata ignoranza ho sempre pensato invece piu' o meno al giardino di fronte al Mauriziano. Altra mia ignominiosa cantonata ???
2) Sempre da Museo Torino si evince che nel decennio 1932÷1942 c'erano ben due sferisteri ed entrambi dell'Eda. Il principale in via Napione. L'altro in via Saluzzo. Probabile che tra i due ci fosse una qualche differenza gestionale o sportiva. Chissa' se gia' allora c'era un campionato di pallone elastico (ora pallapugno) ??? Magari con due squadre torinesi.
3) Sempre Museo Torino nella storia degli ippodromi di Torino (dopo quello iniziale di San Secondo nella prima piazza d'armi) localizza quelli successivi (Gerbido Amoretti e Barriera Stupinigi) in modo vago tra le barriere di Orbassano e Stupinigi. Di contro nella cartina generale a pallini rossi, il museo li pone in zone identificabili il primo come stradale Orbassano angolo attuale via Reni ed il secondo come via Gessi. Si conferma che come tutte le barriere anche quella di Stupinigi era molto variabile.

Breus

MuseoTorino, quando non vengono citati i dati documentari credibili, non è una fonte particolarmente attendibile ed in caso di dubbio.... è fondato dubitare.

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E così, tra le Grasse risate di una sinistra che non ha capito una Fava, ci troveremo il Berlusca Presidente del Consiglio e la Salvietta vice...

motori49

Siamo nel 1938 e questo gruppo di case fatte dall'istituto case popolari dal 1926 fino al 1928 circa e questa zona era denominata "regione PORCU "
all'estrema destra dovrà nascere il viale di Via Plava

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archicharles

Questo, se ti può servire, è quanto riporta la guida Paravia del 1906 a conferma di quanto dice MT:



Su questa carta non è ancora indicata la chiesa dell'Immacolata Concezione in via Nizza 47/corso Sommeiller, costruita proprio in quegli anni (più o meno)

Censin

Ecco la pianta della Città Giardino nella cartina Paravia del 1937



si vede chiaramente che il villaggio era sorto in zona ancora rurale, tra campi e prati; ora è assolutamente irriconoscibile....

Censin

Dall'Almanacco Piemontese 2018, appena edito:
siamo nel primo decennio del 900, alla Fiat di corso Dante; vediamo la bollatrice dei cartellini di presenza



vediamo la rilevazione delle presenze nelle aziende così come è stata fino alla fine del secolo scorso, e nei primi anni di questo, ora soppiantata quasi ovunque dal badge elettronico.
Quello della foto era il tipo più antico di bollatrice, con orologio a pendolo meccanico e meccanismo di bollatura a leva; dal dopoguerra, quasi ovunque l'orologio diventerà gradatamente elettrico, e dagli anni 60 subentrerà poco alla volta il meccanismo di bollatura a semplice pressione del cartellino.
Vediamo tutto a sinistra nella foto una fontanella; serviva agli operai in uscita a lavarsi e pulirsi le mani (probabilmente accanto vi erano sapone e asciugamano) prima di bollare in uscita, onde evitare macchie di unto e grasso sul cartellino che avrebbero potuto renderlo illeggibile o inservibile.
A scoraggiare gli eventuali "furbetti del cartellino" (categoria sempre esistita, nel privato come nel pubblico), oltre alla presenza dapprima di impiegati di fiducia (lo vediamo nella foto elegantemente vestito con giacca, camicia bianca e papillon) e poi dei guardiùn all'entrata/uscita dei lavoratori, vi era anche un cartello posto in alto sopra la bollatrice che ammoniva "La bollatura intenzionale e fraudolenta dei cartellini altrui è causa di licenziamento in tronco".(Lo stesso cartello invitava a segnalare immediatamente eventuali errori di bollatura alll'Ufficio Personale)

Censin

ricordo della contrapposizione, talvolta violenta, tra gli "interventisti" (appoggiati, oltre che dalla Corona, dagli industriali e dalla grande borghesia, desiderosa di fare affari con le commesse belliche) e i "neutralisti" (la maggior parte del popolino, nonchè i cattolici e i socialisti), tra lo scoppio della guerra nel 1914, dopo l'attentato di Sarajevo, e l'entrata in guerra dell'Italia il 24/5/1915 (che segnò la "vittoria" degli interventisti).
Si veda anche quanto da me pubblicato tempo fa in questo forum sull'oscura morte del Capo di S.M. dell'Esercito gen. Pollio proprio a Torino, al Turin Palace Hotel (quello in via Sacchi dirimpetto a Porta Nuova), nei giorni immediatamente successivi all'attentato.

Modestino Balabam

Giovani di Madonna di Campagna in occasione del carnevale del 1926, in via Assisi quasi all'angolo di piazza Mattirolo (già piazza Assisi). Sullo sfondo il passaggio a livello della ferrovia Torino-Ceres.
Archivio Torrazza.

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Modestino Balabam

Officine di Savigliano.

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Icopix

Una foto per me "emozionante"....
Ho abitato in via Assisi 8 per dieci anni;
la foto è scattata esattamente davanti all'ingresso dell'androne.

Certo, nei primi anni novanta non esisteva più la palazzina Durio in via Stradella (quella sullo sfondo, demolita negli anni ottanta),
ma la sensazione "visiva" è la stessa di quegli anni, prima dell'inizio dei lavori per la realizzazione della Spina Reale.

Modestino Balabam

Ero sicuro di farti cosa gradita e soprattutto che ti saresti accorto di casa Durio.

Aggiungo immagine dell'inaugurazione del monumento La Patria di Leonardo Bistolfi avvenuta per il bicentenario dell'assedio del 1706.

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Icopix

7 settembre 1906

P.S.
Mi devo correggere; è probabile che l'edizione disponibile online de La Stampa dell'8 settembre 1906 sia un'edizione pomeridiana;
l'articolo che descrive l'inaugurazione del monumento a La Patria inizia infatti con "Stamane....".

Pertanto l'inaugurazione di esso è del giorno successivo, l'8 settembre.

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Pupi11

Questo per la precisione(cit.)....
Brau!

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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

Pupi11

Chiedo scusa per l'ignoranza...allora esistono/esistevano "due" Città Giardino?

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"Lo seguivamo da tempo a fari spenti" (cit.)

Censin

Nella foto seguente, vediamo la Reggia di Venaria all'inizio del secolo scorso



vediamo a quale stato di degrado era giunta dopo un secolo e più di abbandono; se ne era persino persa la memoria di quello che era stata, reggia e luogo di delizie, veniva denominata comunemente "Castello" (denominazione rimasta come indicazione del bus che vi faceva capolinea fino agli anni 80).
Era stata passata al Demanio Militare, che la utilizzava e la utilizzò in seguito come magazzino e come luogo di esercitazioni, anche poligono di tiro; e, se i nostri militari ebbero poco rispetto per le cose artistiche che vi si trovavano, ancor peggio andò durante l'occupazione tedesca nell'ultima guerra, quando venne occupata da un reparto della Wehrmacht che si abbandonò a vandalismi del tutto gratuiti.
Dopo la guerra era ridotta praticamente a un rudere; tanto che a metà degli anni 50 un progetto in comune tra Ina casa, Fiat e Iacp prevedeva di radere tutto al suolo e costruire al suo posto agglomerati di edilizia popolare! Progetto che "saltò" solo perchè i costi per l'abbattimento della reggia vennero giudicati troppo elevati...
L'abbandono e il degrado continuarono per altri tre decenni, fin quando, definitivamente dismessa dal Demanio Militare, a fine anni 80 venne acquisita dalla Regione Piemonte, che si impegnò in un progetto allora giudicato audace: riportare per quanto possibile la reggia allo stato d'origine, con un restauro il più possibile accurato. Sembrava irrealizzabile, ma alla fine il "miracolo" della resurrezione si compì!

Censin

Nella foto della reggia (sempre tratta dall'Almanacco piemontese 2018) vediamo sulla sinistra i binari di capolinea del "trenino", la tranvia intercomunale proveniente da Porta Palazzo; la povera reggia ridotta a capolinea tranviario!
Il capolinea e i binari rimasero anche quando, nel 1931, la tranvia venne elettrificata; nel 1951, dopo che la concessione della linea era passata all'Atm che sostituì i tram con autobus, scomparvero i binari, ma non il capolinea (la linea era stata nel frattempo sdoppiata con due capilinea in Venaria, quello descritto denominato "Castello" e quello denominato "Buridani" nel viale omonimo).
Dagli anni 90, con la "resurrezione" della reggia, il capolinea è sparito; nella piazzetta ad emiciclo, rimane ora solo quello del bus turistico da Porta Nuova.

Censin

Un'altra Città Giardino è quella esistente tra corso Allamano e corso Salvemini, al confine con Grugliasco (via Palatucci, via G. Grosso, via G. Balla), con al centro la parrocchia del SS. Nome di Maria.
Altre potrebbero esservene: quello delle città giardino era un progetto nato tra gli anni 20 e 30, che si riproponeva di creare in zone periferiche ancora semirurali agglomerati per quanto possibile autosufficienti.

Censin

Una commozione, al pensare che nè il monumento nè la chiesa sullo sfondo non esistono più.....

Censin

Ricordo di tempi in cui il Carnevale era ben più sentito di oggi (forse perchè oggi, dirà malignamente qualcuno...è Carnevale tutto l'anno!)