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#25981 | |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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Last edited by Censin; August 29th, 2017 at 04:01 PM. |
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#25982 |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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#25983 | |
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Registered User
Join Date: Jul 2014
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In effetti non ero a conoscenza di questa iniziativa fino a quando ho visto http://blog.tuttotreno.it/22548-fest...-di-pietrarsa/ nella quale si vede un vagone dedicato a questa cooperativa. Ero invece a conoscenza della "cassa soccorso" presente più genericamente nelle aziende di trasporto pubblico. |
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#25984 | ||
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Registered User
Join Date: Jun 2011
Location: Torino
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http://killerinthesun.blogspot.it/
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#25985 | |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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Pur essendo nativo di S. Michele Mondovì, il suo esordio mi pare fosse comunque stato a Torino. |
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#25986 |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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Sotto la naja, la notte prima del congedo del mio contingente (2° del 1949) e dei due precedenti (3° del 1948 e 1° del 1949), l'addetto suonò il Silenzio fuori ordinanza di Nini Rosso (col disco, non avevamo il trombettiere, tutti i segnali venivano dati da disco).
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#25987 |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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qualche precisazione riguardo alla monorotaia:
La linea di monorotaia, costruita come sperimentale dalla tedesca Alweg, nel progetto iniziale era prevista al centro del corso, tra le due carreggiate, prevedendosi, al termine dell'esposizione, il suo prolungamento sia verso Nord (cioè verso il centro), sia verso Sud (cioè in direzione di Moncalieri). In sede di progetto definitivo, per dare maggiore spettacolarità, venne invece spostata sul lato Ovest del corso, con curvone finale sul laghetto e capolinea davanti all'ingresso del Palazzo del Lavoro. Ciò pregiudicò definitivamente qualunque possibilità di prolungamento e futuro utilizzo del mezzo, al termine dell'Esposizione! Infatti, si sarebbe dovuto provvedere a una "rettifica" del tracciato finale con spostamento sul corso, un onere che l'indebitata Atm, che si era trovata accollata l'opera, non era assolutamente in grado di sostenere. Di fatto, la monorotaia fu un vero e proprio "aborto", morta quasi subito dopo la nascita! Nell'estate del 1964, l'Atm aveva provato a "riesumare" il trenino, distaccandovi un tranviere con funzione di guidatore e bigliettaio (il costo era 50 lire, come la corsa semplice di tram e bus), che volonterosamente esortava i passanti a fare un giro sulla monorotaia, come si trattasse di una giostra, senza però fare molti affari; alla fine, il mezzo finì relegato nella rimessa (ora recuperata come sede distaccata dell'Ospedale Infantile Regina Margherita), fino alla sua ingloriosa fine, "in fumo", nel 1981. Amen! |
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#25988 |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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Bisogna comunque dire che le monorotaie in genere non hanno avuto il successo che in quegli anni (50 e 60) si pronosticava (una monorotaia compariva nel film Fahreneit 451 del 1967), come sostituto economico delle metropolitane classiche sottoterra.
Si sono in effetti rivelate poco o nulla maneggevoli, di guida difficile, difficoltose nel realizzare scambi e incroci (anche se i giapponesi ci hanno provato, con soluzioni complicatissime...). In Europa, in particolare, non hanno praticamente attecchito, almeno come normale mezzo di trasporto pubblico; qualcuna ve ne è in Germania al servizio di aeroporti, in Italia le uniche esistenti sono quelle interne di parchi di divertimento come Gardaland o Mirabilandia o Italia in Miniatura (però con itinerario circolare, evitando l'avanti e indietro di quella di Italia 61), dove consentono un buon giro di orientamento con vista dall'alto su tutte le attrazioni. Maggior successo sembrano averlo avuto in Estremo Oriente, Giappone e Sud Corea; una linea vi è a Dubai. Negli USA, ne era stata realizzata una a Las Vegas, che però ora mi pare disattivata perchè antieconomica. Così le due monorotaie australiane impiantate a Sydney e Brisbane, ora pure ferme mentre si è tornati ai "classici" tram. Uno dei problemi delle monorotaie è anche l'intervento di salvataggio e soccorso in caso di guasti in linea; nel 2015, un guasto a quella nostrana di Italia in Miniatura ha richiesto l'intervento dei pompieri con le autoscale, per riportare a terra i passeggeri, specie bambini, che iniziavano ad avere crisi di panico. https://youtu.be/sCpQQ0QYeh4 Last edited by Censin; August 29th, 2017 at 05:04 PM. |
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#25989 |
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Registered User
Join Date: Sep 2016
Posts: 14
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I libri digitalizzati di MuseoTorino consigliati da Icopix (post 25806: Torricella1868 e guida De Agostini 1924) sono una vera miniera. Se li avessi consultati per tempo avrei già saputo che il signor Fiando abitava nella futura via Andreis. Naturalmente in tanta materia può esserci qualche minuzia curiosa. Se ho letto bene nella sezione sportiva l'estensore della guida De Agostini fa giocare il Pastore (terza squadra di Torino degli anni 20) sul campo Marsiglia della Juventus e la TorineseUs allo Stadium.
1) Credo proprio che il Pastore (oltre a chiamarsi per esteso Buon Pastore con evidente riferimento alle sue origini) avesse il campo a Pozzo Strada. Secondo Juve forever (post 12804) in via Sagra S. Michele e secondo altri più genericamente al fondo di corso Peschiera. Si può pensare che fosse laddove poi sarebbe sorta la Capamianto??? O è una pensata grossolanamente sbagliata??? 2) Credo proprio che allo Stadium si siano giocate ben poche partite. Se la memoria non m'inganna tre della Nazionale. Ma nessun campionato intero da parte di qualche società/squadra di Torino. Tutta questa lunga premessa per chiedere se può essere argomento del forum la localizzazione (campo e sede in testo e fotografia) delle altre società/squadre di Torino che nei primi trent'anni del secolo tentarono invano di contrastare Toro e Juve. All'inizio del suddetto trentennio le preistoriche Ginnastica, Internazionale e TorineseFc che si fecero beffare dall'ospite Genoa, al mitico velodromo Umberto I, nel primo campionato in assoluto. Poi, prima della guerra, Audace, Piemonte e Vigor. Infine, dopo la guerra, Amatori (forse Vanchiglia) e appunto Pastore e TorineseUs. Lo sport viene certamente dopo l'architettura. Ma visto come fenomeno antropologico e umano è un segmento notevole della storia sociale di ogni paese. |
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#25990 | |
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Registered User
Join Date: Oct 2016
Location: Venaria Reale
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Caseggiato compreso tra la ferrovia Torino-Ceres e Via Stradella - Pressi Viale Madonna di Campagna - (Cascina delle Tre Rose) -
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Last edited by Danilo Tancredi; August 29th, 2017 at 07:28 PM. |
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#25991 | |
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Registered User
Join Date: Jun 2009
Location: Barletta & Trani (BT)
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c'è chi legge la storia... e chi la scrive...
Non è mai troppo Tardis... |
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#25992 |
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Registered User
Join Date: Jul 2014
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A completamento del discorso sulle monorotaie, segnalo che a Seattle esiste una linea funzionante su cui ho viaggiato 3 settimane fa.
Tra l'altro è del 1962 ed è una ALWEG parente molto stretta della nostra di Torino. Ha due rotaie parallele su ciascuna delle quali può viaggiare un treno. https://it.wikipedia.org/wiki/Monorotaia_di_Seattle http://www.seattlemonorail.com/ |
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#25993 |
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Registered User
Join Date: Dec 2012
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Ancora riguardo a Italia 61: l'assegnazione a Torino delle manifestazioni legate al centenario dell'Unità d'Italia era avvenuta il 10/6/1958; manco a dirlo, Torino aveva dovuto vedersela con Roma, appoggiata specialmente dalle destre (MSI), che sostenevano che le celebrazioni non potevano aver luogo che nell'attuale capitale; oltretutto, Roma voleva rifarsi della mancata esposizione universale del 1942 (EUR, o E42), come noto "saltata", dopo molti costosi preparativi, per gli eventi bellici.
Infine, Torino riuscì ad aggiudicarsi i festeggiamenti, forte anche del fatto che la Capitale già aveva ottenuto, nel 1955, l'assegnazione delle Olimpiadi del 1960, e due eventi di rilevanza uno di seguito all'altro sembravano un po' troppo, anche per Roma sempiterna.... Last edited by Censin; August 31st, 2017 at 04:24 PM. |
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#25994 |
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Registered User
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Ricorre, proprio in questi mesi, il sessantesimo anniversario di un evento non propriamente allegro: l'epidemia, o meglio "pandemia" dell'influenza asiatica, che fu l'incubo di tutta la seconda metà del 1957; ultima, almeno finora, grande pandemia influenzale mondiale.
L'epidemia si era manifestata in primavera inoltrata in Estremo Oriente, in particolare a Hong Kong e Singapore, con migliaia di vittime; purtroppo le speranze che venisse circoscritta a quelle aree furono vane: a giugno era già arrivata in Gran Bretagna, poco dopo sul Continente con casi in Olanda e Francia. Da noi, arrivò tra fine agosto e inizio settembre, dilagando in breve in tutta Italia; il "picco", a Torino, fu tra ottobre e novembre. Da noi in genere ebbe decorso relativamente benigno, ma quando colpì persone già dalla salute precaria o compromessa non lasciò scampo. Ricordava una collega di lavoro, che all'epoca abitava in corso Racconigi, che in una sola mattinata vide passare sul corso ben quattro funerali! Anche se non tutte le morti erano da ascriversi all'influenza, vi fu certamente un aumento dei decessi, rilevabile anche dalle statistiche riportate dai giornali. La pandemia costrinse a rinviare l'apertura delle scuole, che allora avveniva alla data "canonica" del 1° ottobre (San Remigio), di più di un mese, al 5 novembre (dopo la festività della Vittoria, che allora si celebrava il 4/10); per compensare il mese perduto, almeno parzialmente, l'anno scolastico 1957 - 58 fu però prolungato fino al 21/6/1958. Ma un po' tutte le attività furono sconvolte, dal campionato di calcio ai Saloni, con preoccupanti punte di assenza anche nei servizi essenziali (trasporti, pompieri, ecc.). Il sottoscritto riuscì a scamparla; l'unico colpito paradossalmente, in famiglia fu mio padre, l'unico che era stato vaccinato d'ufficio sul posto di lavoro! Il decorso peraltro fu benigno, con febbre non particolarmente alta e solo un po' di tosse...questo a metà ottobre. L'epidemia comunque aveva impressionato molto, anche perchè seguiva a meno di 40 anni di distanza la precedente pandemia della "spagnola", che però era stata molto più mortifera. Gradatamente, dopo il "picco", l'epidemia scemò; prima di Natale poteva considerarsi ormai passata. Restò, e resta, il ricordo, con la speranza, almeno per il sottoscritto, di non doverne rivedere altre simili! |
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#25995 | |
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Nella città americana più intelligentemente la linea venne costruita, a quel che si vede, in zone centrali, per questo ha e mantiene una sua utilità. Rimane una testimonianza di quell'epoca, in cui, come detto, le monorotaie sembravano essere il toccasana dei problemi di traffico e mobilità. Una "moda", come già detto, ormai tramontata. |
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#25996 | |
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1947. Inizia la ricostruzione.
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#25997 |
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#25998 | |
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La ricostruzione venne molto ritardata dalle controversie sorte tra chi voleva una ricostruzione "così com'era" (come per la milanese Scala, subito ricostruita integralmente dopo la distruzione bellica), e chi invece propendeva per una ricostruzione più "moderna" e aggiornata, sia architettonicamente che tecnologicamente (come era stato, negli anni 60, per il newyorkese Metropolitan). Come sappiamo, prevalse poi quest'ultima soluzione, col progetto di Mollino; l'inaugurazione del nuovo teatro avvenne nel 1973 (alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Leone, accolto dai contestatori al grido di: "Ovunque vai, in c... agli operai!"). |
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#25999 | |
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#26000 | |
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Rimanendo in tema di ricostruzione post bellica nella foto precedente è evidenziato il danneggiamento della Casa del Pingone che avvenne a causa del raid aereo del 13 luglio 1943.
![]() Nell'ultimo restauro compiuto sull'edificio è stata evidenziata la ricostruzione di una parte crollata durante, appunto, il bombardamento del 1943: il loggiato non è stato ricostruito e si nota una lunga crepa che ricorda il danno (che nella prima immagine ho colorato b/n).
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