Censin

La vettura elettrica era, anzi è, di costruzione della STAE, Società Torinese Automobili Elettrici, nata come "filiazione" della francese Krieger, di cui su Wikipedia esiste una esauriente descrizione

https://it.wikipedia.org/wiki/STAE

Come spiegato, la fabbrica era situata in corso Regina numero 46 (dovrebbe essere nella zona dell'ex Italgas), con oltre 16.000 mq (diventati poi 20.000 nel 1907), con due saloni-officina di oltre 50 mt di lunghezza e un garage per manutenzione e ricarica delle auto elettriche, aveva come presidente nientemeno che Napoleone Leumann, dell'omonimo cotonificio di Collegno. Ebbe per la verità vita piuttosto breve, visto che, nata nel 1905, chiuse i battenti già nel 1913, incapace di reggere la concorrenza del motore a scoppio che ormai stava imponendosi sulla trazione elettrica.
Ma più importante delle auto elettriche a batteria, dell'azienda è notevole il tentativo di risolvere i problemi del cambio di velocità delle auto a benzina, delicato e di difficile maneggio (come ben sanno tutti i patentandi e neopatentati), con un motore a scoppio collegato ad una "trasmissione elettrica": il motore a scoppio, che gira a regime quasi costante, mette in moto una dinamo, che fornisce l'energia elettrica a due motori elettrici che direttamente e indipendentemente azionano le ruote motrici posteriori (non vi è quindi necessità di differenziale). Si tratta dello stesso principio attualmente applicato in campo ferroviario, con i locomotori diesel-elettrici!
Non risulta che questa soluzione abbia avuto seguito in campo automobilistico, forse per la notevole perdita di energia che si ha nel passaggio da motore a scoppio a motore elettrico (scarso rendimento energetico), che può ridurre notevolmente la potenza del motore (i cambi automatici venuti in seguito sono più o meno tutti meccanici); nei locomotori diesel ferroviari, chiaramente, si dispone di ben altre potenze!
Sia i veicoli a batteria che quelli a benzina con trasmissione elettrica beneficiavano già di frenatura elettrica, con "freno motore": sfruttando la reversibilità delle macchine elettriche, nelle discese e in frenata i motori si trasformavano in dinamo, trasformando l'energia cinetica in energia elettrica (smaltita poi forse in apposite resistenze "dissipatrici", come si usava anche in campo tranviario; il recupero dell'energia per la ricarica delle batterie è cosa recente, delle auto elettriche).

Breus

Oh bella, questo me l'ero perso!

Però qualcosa non mi torna.

Se nel 1866 (Rabbini) la lunga costruzione che delimitava ad ovest il Pallamaglio (che cos'era? un po' largo per essere un semplice muro) pare (relativamente) a filo con la futura via Ormea, nella carta posta da Archicharles (1874) risulta invece posto parecchio "sotto" la via. (vedi anche scheda MT). Quindi non mi pare essere il muro rappresentato nella foto di Toro1958.

Un po' complicato, ma spero di essermi spiegato. Cmq: http://www.museotorino.it/view/s/fbe...ba64126fa1fe66

Inoltre la foto è del 1911 (anch'io subito l'avevo di parecchio antedatata). Non è pensabile che in un quartiere ormai totalmente disegnato sopravvivesse una parte del muro del Pallamaglio, e andasse proprio a sbarrare una delle nuove vie tracciate. A che pro?

E cmq dal Rabbini erano passati ben 50 anni!

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Eppure io ho fiducia nella saggezza di questa Città

(L'Alternativa non esiste)

archicharles

Grazie! Sfortunatamente il fotogramma inquadra poco più in giù, comunque ti allego quello che ho (se ti servisse una definizione maggiore fammi un fischio).


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Toro1958

Panorama dell'Esposizione del 1898 al Valentino


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Z.G

Poichè ho frequentato per anni l'istituto Arti e Mestieri, mi viene in mente che sotto il cortile "censurato" c'era, e ci sarà ancora, un rifugio antiaereo il cui ingresso era una porticina nell'intercapedine tra il fabbricato e il piano del cortile stesso.
Tutto il primo piano costruito, di entrambi i palazzi, è effettivamente semiinterrato.

Sono 18 anni che non entro più li, ma penso che non sia cambiato nulla sotto questo aspetto.

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Toro1958

Corso Gabetti (anni '20)


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Breus

Forse anche '30, ma è incredibile come certe parti di Torinon NON siano cambiate. E son poco meno di 100 anni!

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(L'Alternativa non esiste)

Toro1958

(da Paolo Sandri su FB) "Casa del clero San Pio X .La sua costruzione iniziò in mezzo ai prati sull'area dell'ex ippodromo di Mirafiori, nell'allora Corso Corsica (ora Corso Benedetto Croce)"


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Censin

La fontana dei Mesi è ancora in corso di ultimazione (tra l'altro, sono in corso attualmente gli ennesimi lavori di restauro!); alle sue spalle, si vedono le costruzioni, in stile moresco, della Galleria del Lavoro (meccanica generale) e della Galleria dell'Elettricità.
Attualmente, al loro posto, vi è il molto meno estetico "posteriore" di Torino Esposizioni, appena coperto da sieponi, che sono dimora di scoiattoli e altri "abitanti" del Valentino.

Censin

Vediamo corso Gabetti nell'aspetto rimasto sostanzialmente immutato dalla sua formazione, con la copertura del rio di val San Martino negli anni 20, fino alla fine degli anni 80, quando sono stati rifatti i binari e la linea aerea tranviaria e sono state poste le protezioni per il passaggio della linea 3 della ML (attualmente sostituita dalla linea tranviaria 6).

Toro1958

Il "vero" Salone dell'Auto è sparito anche dal Lingotto ...


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Censin

Il Salone dell'Auto è tornato dove era nato: al Valentino (anche se non più nel palazzo di Torino Esposizioni).

andymont

Al Lingotto il Salone ha cominciato il suo declino. Lì fu deciso di spostare il Salone per necessità di spazio ma soprattutto per voleri politici ed economici insindacabili, ma ci si dimenticò che il Salone si sarebbe svolto a casa di un "competitor" cosa che fece storcere il naso a tante case automobilistiche.
Se poi si aggiunge il fatto altrettanto importante, che al Lingotto erano presenti numerosissimi pilastri, che facevano sì che uno stand di una casa auto adatto ad un qualsiasi altro salone, non era riutilizzabile a Torino. Ciò comportava costi non indifferenti per l'allestimento di stand appositamente progettati e costruiti. Fu così che tante case rinunciarono alla partecipazione ed il salone lentamente si impoveri.
Quando poi fu venduto ai "bolognesi" che privilegiarono il loro Motor show, morì definitivamente.

Al di là del business immobiliare che vari soggetti hanno tentato, si è dimostrato che il Lingotto non è adatto a fiere ed esposizioni. La prova è che un po' alla volta sono sparite tutte...

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CRIFERO

Buona sera a tutti bellissima la foto della Casa del clero in corso Benedetto Croce qualcuno di voi ha per caso foto della edificazione di questa via?

Toro1958

E' rimasto però solo il nome ... il "concetto" di Salone è ... sparito!

Toro1958

... è l'unica immagine del Corso che ho visto in tanti anni ... sorry

turtu63

martinetto,1929
scout dell'oratorio

hostare immagini

turtu63

Francesco Falchero‎,Torino sparita su facebook


La fotografia é stata fatta nel cortile dell' istituto gestito dai salesiani, che in quel periodo si chiamava " Scuole Apostoliche del Martinetto " fondato nel 1886 dal Vescovo Agostino Richelmy. I salesiani sono subentrati nell' istituto nell' ottobre del 1894.
Solo alla sua morte avvenuta ad ottobre del 1923, é stato dato il nome Richelmy all' istituto

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ace of spades

che siano sparite non e' semplicemente vero... la realta' e' che son sparite quelle che vivevano solo ed esclusivamente di prebende pubbliche

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http://killerinthesun.blogspot.it/

andymont

A parte un po' di manifestazioni da strapaese, è rimasto solo il Salone Internazionale del Libro, nonostante tutte le sue vicessitudini .
Speriamo di non doverne discutere presto in "Torino Sparita"...