Censin

Visto l'atteggiamento "compunto", penso si riferisca al grande Congresso Eucaristico, con raduno da tutti i paesi e città del Piemonte, che ricordava mia madre, per avervi preso parte.

Censin

In via Porta Palatina si vedono ancora i binari tranviari percorsi allora dalle linee della Atm (linee 8 e 10), che aveva la "concessione" della via; nel punto della via della foto, per la sua ristrettezza, i binari confluivano in uno solo (come fu anche ad es. per via Palazzo di Città fino al 1950); i binari contornavano da un lato le Porte Palatine (non potevano mica, i tram, infilarcisi sotto!).




Con il riscatto della rete della Belga, nel 1923, i binari scomparvero, e le linee vennero deviate nelle strade parallele vicine (via Milano - via XX Settembre).

Censin

quando ero stato al Moncenisio (1998), nel museo allestito nella "piramide" in riva al lago che rievoca le vicende del Colle e delle zone limitrofe, vi erano le foto di un bus elettrico simile a quello, con una sola asta biforcata all'estremità, che fece servizio negli anni attorno alla Prima Guerra Mondiale sull'altro versante del Colle, tra Lanslebourg e Modane.

Paolo98.To

Che meraviglia! Esempio magnifico dello stile liberty. Davvero un peccato non sia giunta fino ai nostri giorni...

Non so se questo video sia già stato postato, probabilmente si, ma intanto...

https://www.youtube.com/watch?v=7RgL3oabCwQ

Modestino Balabam

Si tratta della rappresentazione della Passione di Gesù.

Modestino Balabam

Laboratorio sperimentale cartiere Burgo, corso Stupinigi 115.



Oggi

https://goo.gl/maps/8dHNP

Censin

Infatti, la sacra rappresentazione si era svolta nell'ambito del Congresso Eucaristico; ricordava mia madre che era stata colpita dalla vastità dello Stadium, che, se per le sue dimensioni mal si prestava alle gare sportive, era molto scenografico per tali esibizioni spettacolari.

Censin

Mah, le esposizioni sono sempre un po' "fiere dell'effimero"; anche dell'attuale Expo milanese è già previsto che ben poco rimanga, alla fine della manifestazione; d'altra parte , per Italia61 vediamo che fine han fatto i grandi palazzoni costruiti, in controtendenza, per rimanere anche dopo: il Palavela appena "ricuperato" grazie alle Olimpiadi del 2006 (ma c'è già chi rimpiange le vetrate originarie); il Palalavoro che sembra ormai irrecuperabile, e sta cadendo pezzo per pezzo....

Picard66

Io penso che sia legato alle diverse necessità di illuminazione.

I tram, mezzi a percorso vincolato, avevano necessità di illuminare la strada al centro per rendere visibili eventuali ostacoli.

Autobus, filobus, automobili e camion avevano invece necessità di illuminare anche il bordo strada (si pensi alle cunette).

Curioso che a Torino i Tram a doppio faro siano arrivati in tempi recenti (anni '80).

A Milano i primi tram a doppio faro sono i Tram serie 5000 entrati in servizio nel 1937, salvo poi tornare al monofaro.

solo con le vetture più recenti (Eurotram e Sirio) si è tornati al doppio faro.

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Modestino Balabam

Stadio Comunale, corso Sebastopoli anni '90.

Modestino Balabam

Ippodromo Mirafiori.


Galoppatoio Valentino.

Breus

Ancora una foto del deposito SATTI di via Rapallo:



(sperando che non sia già passata..)

giuseppe tubi

I tram non avevano nemmeno frecce e stop. Non mi ricordo come fossero le luci di posizione posteriori, se c'erano.

Picard66

Gli indicatori di direzione sono stati sicuramente imposti con il CdS del 1959.

Stando ai figurini dei tram serie 1500 di Milano, i tram in origine non avevano luci di posizione.

Chiederò info agli esperti nel 3d sui trasporti milanesi.

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ImpiantiFissi

Quello che si vede a sinistra immagino sia il binario di raccordo tra corso IV Novembre/Agnelli e corso Unione Sovietica. Non sembra utilizzato neanche all'epoca. Eppure le bancarelle con bandiere e altro fanno pensare che la foto venne scattata in occasione di qualche partita importante.

La sistemazione attuale di corso Sebastopoli, spezzato definitivamente in due tronconi in occasione delle Olimpiadi 2006, mi è sempre sembrata poco logica. E dal punto di vista "tranviario" sopprimere l'unico raccordo di collegamento dei percorsi del 10 e del 4 tra la Crocetta e Mirafiori non è stata un'ideona.

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"Torino? È la città più noiosa del mondo, insieme a Bordeaux!"
Parola di Gustave Flaubert.

Icopix

Da quanto mi suggerisce la "militanza Ultras" direi che si potrebbe trattare di uno Juventus-Roma di metà anni ottanta;
i colori presenti sulla bancarella, l'autobus "scortato" da due auto civetta;
i due furgoni della "celere" (uno vicino all'autobus, uno a bloccare l'accesso
al viale davanti alla Maratona) sottintendono che si tratta di un'immagine scattata poco prima dell'inizio dell'incontro
(sul mezzo pubblico ci sono sicuramente gli ultrà della Roma in arrivo da Porta Nuova).
La mia idea è supportata anche dall'assenza di tram sul binario, che solitamente veniva "caricato" di mezzi
(in quel punto solitamente il 9; il 10 aveva un binario dedicato analogo su corso Agnelli ) in vista del termine dell'incontro.

Picard66

Questa la risposta di uno degli esperti...

"Le luci di posizione in origine erano date da 3 elementi: il faro anteriore, le velette anteriori e posteriori, e le luci interne. Per il traffico veicolare degli anni 20-30, questo bastava ed avanzava. Per metà degli anni 40, poi, le vetture circolarono che le fasce bianche, i finestrini oscurati, e il faro anteriore schermato. Le luci di posizione in ambito urbano non rappresentarono un problema fino alla seconda metà degli anni 50 (le vetture interurbane sia STEL che STIE ne erano già provviste dagli anni 20, inizialmente con due grosse lampadine poste all'interno delle motrici, che l'ATM provvide poi a incassare abbassando i finestrini anteriori, cosa che la STIE fece verso la fine degli anni 40) e comunque queste vennero subordinate all'installazione delle luci di direzione, avvenuta tra il 1958 e il 1959. Le luci di posizione posteriori sulle 28 fecero la loro comparsa nella seconda metà degli anni 60 e vennero inizialmente installate appena sotto l'imperiale, divenendo, nei fatti, anche luci d'ingombro. Per ragioni che non ci è dato sapere (estetica? Manutenzione? Circuiti elettrici?) queste vennero poi portate sulla cassa a fare coppia con le luci di direzione tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70, tanto che vi sono molte foto di questa configurazione con l'avvolgitore della perteghetta."

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Censin

Se ben ricordo, le luci posteriori arrivarono solo negli anni 80; in precedenza, da qualche anno (metà anni 70) erano stati "provvisoriamente" dotati di una fascia posteriore rossa fosforescente.

Censin

Lo avevo già ricordato: tutto attorno, il Galoppatoio era circondato da un siepone per evitare "sguardi" indesiderati dall'esterno; una volta (sarà stato nel 1957 o 1958, avevo 8 o 9 anni), dalla parte del "Parco Giochi" di viale Carlo Ceppi, trovato un "buco" nella recinzione, ci avevo infilato la faccia, riuscendo a scorgere cavalli e cavalieri impegnati nel salto di ostacoli ecc.

Censin

Nella foto si vede in primo piano una delle motrici della linea intercomunale per Orbassano - Giaveno; poichè dalla didascalia della foto questa sembra essere stata scattata nel 1969, evidentemente una o più di tali motrici erano "sopravvissute" alla chiusura della linea nel 1958.
Peccato che, in seguito, tutte le motrici siano scomparse, probabilmente avviate alla demolizione, senza conservarne almeno un esemplare, da restaurare ed esporre almeno in forma statica; a ricordo di una linea intercomunale rimasta nel ricordo di tanti torinesi anche come il "trenino" della villeggiatura, quando arrivava fino a Giaveno, fino a metà degli anni 50; visto che successivamente le corse tranviarie vennero limitate a Orbassano, sostituite per il resto da autocorriere; nel 1957 - 1958 erano ormai rimaste due coppie di corse tranviarie giornaliere per Orbassano, finchè a ottobre del 1958 tutte vennero sostituite dalla "gomma" e la tranvia soppressa (anche se parte di binari e palificate era ancora visibile a metà anni 60, prima dell'allargamento della strada).
Molti vecchi a Giaveno ricordavano ancora, fino a qualche decennio fa, il "trenino", colle difficoltà, specie nella stagione invernale, a superare il tratto in discreta pendenza nell'abitato di Trana prima del santuario di Santa Maria della Stella, che a volte rendevano necessaria la discesa dei passeggeri che proseguivano a piedi per la salita, per alleggerire il convoglio e consentirgli di arrivare in cima, al bivio della strada per i Laghi.