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Old December 28th, 2014, 04:38 PM   #16021
Censin
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Originally Posted by Breus View Post
Mi dice il dito mignolo che non è presso il Lingotto, ma in corso Massimo d'Azeglio angolo corso Dante, di fronte agli stabilimenti FIAT. Il tram 7 non faceva capolinea lì, ma alle ore di uscita dei turni l'ATM accodava diverse vetture di varie linee (fra cui la 7) sul binario di servizio che c'era in corso Dante.
Il binario di servizio sul lato Nord di corso Dante, raccordato ai binari su via Madama, è rimasto in sito e in funzione fino al 1966; ultimamente serviva per permettere alle vetture in servizio sulle linee 14 e 15 ricoverate al deposito "Nizza" di raggiungere i rispettivi capilinea di piazza Zara (attraversando il ponte Isabella) e all'inizio del ponte Isabella. Scomparve dopo che il 14 venne limitato a Porta Nuova e il 15 venne "dirottato" dal ponte Isabella a piazza Bengasi, per coprire il percorso lasciato dalla soppressa linea 7.
La presenza di tale binario dava luogo a scene tutt'altro che edificanti: infatti, nessun cartello avvertiva allora del possibile passaggio di tram, e la maggioranza degli automobilisti, pensando fosse un binario ormai in disuso, parcheggiava tranquillamente sopra; quando poi qualche tram doveva passare, si trovava ovviamente il percorso ostruito. Da qui la ricerca affannosa del proprietario dell'auto incriminata (molti erano avventori del bar d'angolo tra corso Dante e via Ormea, fermatisi a prendere un caffè o un cicchetto), il quale, una volta trovato, non sempre reagiva con buone maniere alla richiesta di spostare la propria vettura; da qui alterchi piuttosto vivaci coi tranvieri, più di una volta furono sul punto di alzare le mani...
Un altro inconveniente era che l'unico binario serviva nei due sensi, per cui i tram che dal deposito andavano a prendere servizio al ponte Isabella o a piazza Zara dovevano percorrere il tratto di corso Dante contromano; fino a metà anni 50 ciò non creava grossi inconvenienti, ma successivamente col "boom" automobilistico privato arrivarono i problemi, specie nelle ore di punta.
Qui vediamo appunto, nei primi anni 60, un tram della linea 14 diretto a fine turno al "Nizza" mentre attraversa il ponte Isabella, per andare poi a imboccare il suddetto binario


Last edited by Censin; December 29th, 2014 at 04:41 PM.
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Old December 28th, 2014, 05:07 PM   #16022
giuseppe tubi
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Originally Posted by motori49 View Post
Grazie per le bellissime foto!!!!!!!!!!!!!!!!
purtroppo il problema sicurezza fino a metà degli anni 80 era pressochè sconosciuto, io ho lavorato per ben 37 anni nei cantieri e la prima volta che ci fu imposto l'uso del casco (pena una multa) ma non quello delle scarpe fu quando fui assunto dall' impresa UPIR (ora non esiste più) per la costruzione dei palazzi su via Gaidano e della piscina sempre interno Via gaidano nel lontano 1974
ma in tutte le altre imprese questo non accadeva , molte imprese usavano ancora i ponteggi in legno collegati tra di loro con delle catene (il termine giusto è GATTELLI) ponteggi usati ancora fino a qualche anno fa da un impresa di Torino molto importante
ora è migliorata la situazione ma ancora succedono gravi incidenti purtroppo
Mah, è senz'altro vero che le normative di sicurezza negli ultimi decenni si sono fatte molto più pesanti ed elaborate, ma non sono così sicuro che abbiano contribuito a migliorare poi molto la situazione rispetto al passato.
La sicurezza che a mio avviso oggi manca non è quella dovuta ai dispositivi obbligatori, che sono diventati fin troppi, ma quella che sta nell'addestramento e nella consapevolezza del lavoratore, che non si può trasmettere se non in parte con corsi o opuscoli.
La tendenza moderna è quella di una sicurezza a prova di imbecille, mentre una volta lavorando si imparava a non essere imbecilli. Forse non indossavano abbastanza i caschi e non erano ancora usate le scarpe antinfortunistiche se non per impieghi speciali, ma per esempio le cinture di sicurezza c'erano anche se di foggia molto più semplice. I caministi salivano le scale alla marinara per 50-100 metri con perizia e si attaccavano quando sostavano per riposarsi. Adesso invece è prescritto che si debbano avere due moschettoni da attaccare alternativamente per non essere mai liberi di cadere. Come è possibile lavorare così? Mi pare uno stress propedeutico all'infortunio.
Quando la situazione lo richiedeva i mezzi per assicurarsi c'erano: conservo ancora un "K2" che però non ho mai visto in funzione e che risale agli anni 60 se non addirittura prima. È un marchingegno con un verricello elettrico che veniva agganciato alla cintura e seguiva i movimenti della persona pronto a farla scendere a terra dolcemente in caso di caduta. Adesso ci sono dispositivi simili o a strappo molto più piccoli e funzionali.
Ovviamente non lo tenevano sempre attaccato, ma veniva usato in situazioni critiche come per esempio il montaggio di una passerella componibile appesa alla cerchiatura del camino. Pare che fosse il mezzo preferito dai più esperti per scendere più comodamente all'ora di pranzo senza doversi fare la scaletta!
I ponti erano di legno perché all'epoca si usavano ancora tecniche anteguerra, ma li costruivano carpentieri esperti che sapevano di dovergli affidare la propria vita. Poi arrivarono i più pratici tubi Innocenti. Quell'incidente fu dovuto probabilmente al montacarichi che agganciò il sottoponte e fece collassare il ponte superiore. Perché i ponti erano sempre due e a parte il momento critico in cui quello sottostante veniva smontato e rimontato al di sopra dell'altro molto difficilmente potevano cadere. Si ipotizzò persino che la fretta di finire e di guadagnare il cottimo (allora tutti i lavoratori di élite andavano a cottimo) avesse indotto i capi operai (tra i caduti ci fu il capo cantiere) ad affrettare le manovre e rinforzare meno i ponti per perdere meno tempo nei montaggi.
Per ironia della sorte la ciminiera avrebbe già dovuto essere finita, erano in quei dieci metri finali aggiunti all'ultimo momento al progetto originale!

Altri lavori pericolosi che adesso non si potrebbero più fare se non con un ponteggio da terra erano le cerchiature dei camini: si piazzava un cerchio in settori imbullonati e poi gli si appendevano delle mensole su cui si impostava una apposita passerella componibile con tanto di corrimani. Poi ci si saliva sopra per montare un altro cerchio, si faceva un'altra passerella e via così smontando e rimontando quella sottostante, fino alla cima.
Le passerelle di sommità e l'altra a mezza altezza che si vedono sulla ciminiera da 106 mt furono fatte così, al volo.

Si doveva lavorare in sommità per ripare il torrino oppure montare una passerella fissa? Nessun problema, si progettava un ponte con tutti i tubi e le tavole già tagliati a misura e numerati e lo si costruiva in cima. Il canto del cigno di questi lavori per noi fu negli anni 80 il restauro e la verniciatura a fasce bianche e rosse della ciminiera delle Molinette, con 10 metri di ponte fatto a scendere dalla cima. Sicuro come essere sulla Tour Eiffel.
Se invece dovevano solo piazzare o sostituire un parafulmine non c'era problema: salivano e si muovevano come cornacchie a cavalcioni del torrino.

Il discorso è lo stesso per le manovre con i paranchi a catena, con i quali si alzavano pesi incredibili durante i montaggi di impianti. Una volta non c'erano mica le gru semoventi di grande portata. L'anno scorso avevo postato un paio foto di assemblaggio di caldaie che al giorno d'oggi farebbero rabbrividire.

Non dico sicuramente che al giorno d'oggi si dovrebbe lavorare ancora così.
Le normative ci sono e vanno seguite, ma a parte pochi specialisti che operano attrezzati di tutto punto, a mio parere il normale lavoratore non è più educato ed autoeducato al lavorare con abilità consapevolezza e sicurezza.
Un esempio banale? Provate alla prima nevicata ad osservare gli spalatori avventizi. Quanti di loro sono capaci ad usare la pala in maniera efficace e senza essere il giorno dopo a letto col mal di schiena? Eppure una volta era un lavoro umile fatto da gente semplice, abituata a scavare, vangare, scarriolare. Come quelli che si demolirono Via Roma a mano.
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Old December 28th, 2014, 05:23 PM   #16023
giuseppe tubi
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Originally Posted by Censin View Post
Beh, di questo non avevo mai sentito parlare! Rivalta è stato un classico esempio di cattivo insediamento industriale: nato quando ormai il boom era finito, in una zona già quasi "satura", appena nato (1969) dovette affrontare le traversie dell'"autunno caldo", e, di fatto, non "decollò" mai! Poi, dagli anni 70, l'espansione della Fiat nel Centro-Sud lo relegò a una posizione secondaria, fino alla sua malinconica fine...Certo, quando i "grandi" sbagliano, sbagliano pure "in grande"!
Figurati che 7-8 anni fa feci un lavoro titanico per estrarre, riparare e ricollocare in una caldaia "Idrotermici" un grosso surriscaldatore tubolare che lavorava a più 100 bar, nella centrale termoelettrica di quello stabilimento.
Gli ingegneri di Fenice erano preoccupatissimi di poterlo avere a disposizione al più presto, ma la caldaia non andò mai più in funzione.
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Old December 28th, 2014, 05:51 PM   #16024
Censin
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Originally Posted by giuseppe tubi View Post
Mah, è senz'altro vero che le normative di sicurezza negli ultimi decenni si sono fatte molto più pesanti ed elaborate, ma non sono così sicuro che abbiano contribuito a migliorare poi molto la situazione rispetto al passato.
La sicurezza che a mio avviso oggi manca non è quella dovuta ai dispositivi obbligatori, che sono diventati fin troppi, ma quella che sta nell'addestramento e nella consapevolezza del lavoratore, che non si può trasmettere se non in parte con corsi o opuscoli.
La tendenza moderna è quella di una sicurezza a prova di imbecille, mentre una volta lavorando si imparava a non essere imbecilli. Forse non indossavano abbastanza i caschi e non erano ancora usate le scarpe antinfortunistiche se non per impieghi speciali, ma per esempio le cinture di sicurezza c'erano anche se di foggia molto più semplice. I caministi salivano le scale alla marinara per 50-100 metri con perizia e si attaccavano quando sostavano per riposarsi. Adesso invece è prescritto che si debbano avere due moschettoni da attaccare alternativamente per non essere mai liberi di cadere. Come è possibile lavorare così? Mi pare uno stress propedeutico all'infortunio.
Quando la situazione lo richiedeva i mezzi per assicurarsi c'erano: conservo ancora un "K2" che però non ho mai visto in funzione e che risale agli anni 60 se non addirittura prima. È un marchingegno con un verricello elettrico che veniva agganciato alla cintura e seguiva i movimenti della persona pronto a farla scendere a terra dolcemente in caso di caduta. Adesso ci sono dispositivi simili o a strappo molto più piccoli e funzionali.
Ovviamente non lo tenevano sempre attaccato, ma veniva usato in situazioni critiche come per esempio il montaggio di una passerella componibile appesa alla cerchiatura del camino. Pare che fosse il mezzo preferito dai più esperti per scendere più comodamente all'ora di pranzo senza doversi fare la scaletta!
I ponti erano di legno perché all'epoca si usavano ancora tecniche anteguerra, ma li costruivano carpentieri esperti che sapevano di dovergli affidare la propria vita. Poi arrivarono i più pratici tubi Innocenti. Quell'incidente fu dovuto probabilmente al montacarichi che agganciò il sottoponte e fece collassare il ponte superiore. Perché i ponti erano sempre due e a parte il momento critico in cui quello sottostante veniva smontato e rimontato al di sopra dell'altro molto difficilmente potevano cadere. Si ipotizzò persino che la fretta di finire e di guadagnare il cottimo (allora tutti i lavoratori di élite andavano a cottimo) avesse indotto i capi operai (tra i caduti ci fu il capo cantiere) ad affrettare le manovre e rinforzare meno i ponti per perdere meno tempo nei montaggi.
Per ironia della sorte la ciminiera avrebbe già dovuto essere finita, erano in quei dieci metri finali aggiunti all'ultimo momento al progetto originale!

Altri lavori pericolosi che adesso non si potrebbero più fare se non con un ponteggio da terra erano le cerchiature dei camini: si piazzava un cerchio in settori imbullonati e poi gli si appendevano delle mensole su cui si impostava una apposita passerella componibile con tanto di corrimani. Poi ci si saliva sopra per montare un altro cerchio, si faceva un'altra passerella e via così smontando e rimontando quella sottostante, fino alla cima.
Le passerelle di sommità e l'altra a mezza altezza che si vedono sulla ciminiera da 106 mt furono fatte così, al volo.

Si doveva lavorare in sommità per ripare il torrino oppure montare una passerella fissa? Nessun problema, si progettava un ponte con tutti i tubi e le tavole già tagliati a misura e numerati e lo si costruiva in cima. Il canto del cigno di questi lavori per noi fu negli anni 80 il restauro e la verniciatura a fasce bianche e rosse della ciminiera delle Molinette, con 10 metri di ponte fatto a scendere dalla cima. Sicuro come essere sulla Tour Eiffel.
Se invece dovevano solo piazzare o sostituire un parafulmine non c'era problema: salivano e si muovevano come cornacchie a cavalcioni del torrino.

Il discorso è lo stesso per le manovre con i paranchi a catena, con i quali si alzavano pesi incredibili durante i montaggi di impianti. Una volta non c'erano mica le gru semoventi di grande portata. L'anno scorso avevo postato un paio foto di assemblaggio di caldaie che al giorno d'oggi farebbero rabbrividire.

Non dico sicuramente che al giorno d'oggi si dovrebbe lavorare ancora così.
Le normative ci sono e vanno seguite, ma a parte pochi specialisti che operano attrezzati di tutto punto, a mio parere il normale lavoratore non è più educato ed autoeducato al lavorare con abilità consapevolezza e sicurezza.
Un esempio banale? Provate alla prima nevicata ad osservare gli spalatori avventizi. Quanti di loro sono capaci ad usare la pala in maniera efficace e senza essere il giorno dopo a letto col mal di schiena? Eppure una volta era un lavoro umile fatto da gente semplice, abituata a scavare, vangare, scarriolare. Come quelli che si demolirono Via Roma a mano.
Ricordo quando, nel 1962, era in costruzione lo stabilimento Fiat di Carmagnola (attuale Teksid); passando in treno di fianco allo stabilimento, si vedeva il serbatoio dell'acqua crescere di giorno in giorno, fino ad essere quasi finito; poi, ripassando col treno, lo si vide crollato e smozzicato! Venni a sapere che il crollo era avvenuto il giorno prima, senza fortunatamente fare vittime, subito dopo che l'ingegnere addetto l'aveva collaudato, con esito positivo! (Il serbatoio venne poi ricostruito, senza più problemi).
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Old December 28th, 2014, 10:22 PM   #16025
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Presto sui raccordi indusrtriali ferroviari torinesi uscirà un'opera che dirà la parola definitiva.
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Old December 28th, 2014, 11:46 PM   #16026
turtu63
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per i Parelliani
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Old December 29th, 2014, 12:19 AM   #16027
AndreaPetrus
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Ciao a tutti, ho vissuto 15 anni anni a Torino vi posto questa foto, cosa ne pensate?
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Old December 29th, 2014, 02:23 AM   #16028
FaseREM
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Via Nizza da piazza Bengasi:



Qui in formato più grande.


Approfitto per augurarvi buone feste con una suggestiva immagine invernale e notturna del laghetto del Valentino ghiacciato:

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Last edited by FaseREM; December 29th, 2014 at 02:30 AM.
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Old December 29th, 2014, 10:54 AM   #16029
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Buon 2015 a tutti.

Ne approfitto per inserire alcune immagini che (a memoria) non mi sembra di aver ancora visto recentemente

Duomo (1934)

Palazzo Richelmy



Duomo e Palazzo Richelmy
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Old December 29th, 2014, 04:36 PM   #16030
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Mirafiori Sud

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Old December 29th, 2014, 04:45 PM   #16031
Censin
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Originally Posted by AndreaPetrus View Post
Ciao a tutti, ho vissuto 15 anni anni a Torino vi posto questa foto, cosa ne pensate?
Interessante! Si vede ancora piazza San Giovanni senza il "palazzaccio" del Comune......
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Old December 29th, 2014, 04:57 PM   #16032
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Visto che si è parlato del tram 14, ecco una foto del capolinea Nord a Madonna di Campagna, in piazza Villari (nome dalla pronuncia incerta: è Vìllari o Villàri?).



La foto mostra il capolinea del tram, con ancora una vecchia vettura a due assi, quindi risale probabilmente a quando, prima del 1956, il tram arrivava al capolinea collinare di Ponte del Gatto; dopo che venne limitato a piazza Zara, comparvero le vetture a carrelli serie 3000.
La piazza è diversa da quando la vidi per la prima volta nel 1964, quando presentava una rotonda centrale; ero arrivato nella piazza proprio col 14, che avevo preso alla fermata del ponte Isabella, in una giornata di festività infrasettimanale primaverile (Ascensione o Corpus Domini) di quelle abolite nel 1976, profittando delle corse del tesserino settimanale scolastico, per "vedere fin dove arrivava"; ricordo che era una bella giornata limpida, ma arrivati in corso Mortara improvvisamente il cielo si era rabbuiato, per via dei fumi delle Ferriere, di cui nella foto si vede una ciminiera.
Nel 1972 il tram, già limitato dal 1966 a Porta Nuova, scomparve del tutto, a causa dei cantieri di costruzione del cavalcavia ad anello di corso Mortara, ora demolito; al suo posto arrivò il bus 72, prolungato negli anni 80 a Venaria in sostituzione dell"intercomunale" in partenza da via Fiochetto.
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Old December 29th, 2014, 05:04 PM   #16033
Censin
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Originally Posted by FaseREM View Post
Via Nizza da piazza Bengasi:


rivediamo piazza Bengasi col capolinea ad anello del tram 7, come era fino al 1963, quando percorreva via Nizza anche in direzione Nord, portandosi in via Genova all'altezza di via Millefonti; venne spostato su corso Maroncelli in quell'anno, quando il corso venne completamente aperto e venne istituito il senso unico per tutti i veicoli, su via Nizza in direzione Sud e su via Genova in quella opposta, come è tuttora.
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Old December 29th, 2014, 05:07 PM   #16034
Censin
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Originally Posted by Toro1958 View Post
Ne approfitto per inserire alcune immagini che (a memoria) non mi sembra di aver ancora visto recentemente

Duomo (1934)

Palazzo Richelmy



Duomo e Palazzo Richelmy
Il bel palazzo Richelmy, inopinatamente abbattuto nel Ventennio in ossequio al piccone risanatore!
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Old December 29th, 2014, 06:02 PM   #16035
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Originally Posted by Fabry Turin View Post
Due foto della vecchia via Livorno : la prima a fianco della chiesa "le Stimmate di San Francesco", la seconda dalla fine della via verso sud
Certo che uno che fosse stato via dalla zona per qualche decennio, tornandovi, non la riconoscerebbe proprio più! Al posto delle fabbriche, i grattacieli della Manhattan torinese, il grande centro commerciale Ipercoop del Parco Dora, oltre il fiume l'altro centro commerciale dell'ex SNOS....Sembra davvero un altro posto; nemmeno la ricostruzione di via Roma e dintorni degli anni 30 "cambiò i connotati" così drasticamente a una zona!
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Old December 29th, 2014, 06:13 PM   #16036
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Originally Posted by FaseREM View Post

Approfitto per augurarvi buone feste con una suggestiva immagine invernale e notturna del laghetto del Valentino ghiacciato:

Si riconoscono sullo sfondo i "minareti" (gli sfiatatoi delle camere di dissezione) delle Facoltà Scientifiche (erano in tutto tre coppie, per sei complessivi; ne rimane ora una sola coppia) e il già ricordato "Villino Caprifoglio".
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Old December 29th, 2014, 08:36 PM   #16037
Modestino Balabam
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Originally Posted by AndreaPetrus View Post
Ciao a tutti, ho vissuto 15 anni anni a Torino vi posto questa foto, cosa ne pensate?
L'area Palatina fu una zona che risentì molto dei cambiamenti storici e architettonici tra la fine Ottocento e parte del secolo successivo.
A partire dalla costruzione dell'ala nuova di Palazzo Reale, che cancellò le vetuste scuderie adiacenti Palazzo Reale e riscoprì l'anfiteatro romano, alla legge Napoli, che "riordinò" parte della pianta urbana, fu un susseguirsi di cambiamenti.
La chiusura dell'ospedale di S.Maurizio e Lazzaro e sua parziale demolizione, l'edificazione dell'Istituto Tasso, la sparizione dell'isolato di S.Lucia, i bombardamenti della guerra.
Abbiamo ampiamente discusso di tutti questi punti e credo che di una cosa siamo un po' tutti d'accordo: parafrasando Marco Porcio Catone "Palazzaccio delenda est".
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Old December 30th, 2014, 01:01 AM   #16038
giuseppe tubi
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Originally Posted by Censin View Post
Il bel palazzo Richelmy, inopinatamente abbattuto nel Ventennio in ossequio al piccone risanatore!
Palazzo del Castellamonte. Ma anche un altro isolato estremamente degradato e fatiscente...
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Old December 30th, 2014, 01:41 AM   #16039
Fabry Turin
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Originally Posted by Censin View Post
Visto che si è parlato del tram 14, ecco una foto del capolinea Nord a Madonna di Campagna, in piazza Villari (nome dalla pronuncia incerta: è Vìllari o Villàri?).
Io l'ho sempre chiamata Vìllari (accento sulla prima ì) poichè l'ho sempre sentita così.

Comunque, colgo l'occasione, per mandare a tutti i miei migliori auguri per il 2015.
__________________
"Come with me I need you, I fear the dark and I live all alone. I'll give you wine and food too, and something special after if you like"

"Seems Helen of Troy has found a new face again"

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Old December 30th, 2014, 03:56 PM   #16040
Toro1958
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Aereoporto di Torino Caselle (TRN)

... penso sia anteriore al conflitto mondiale
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