Censin

Nella foto seguente, vediamo la scuola elementare "Silvio Pellico", all'angolo tra via Madama e corso Dante, alla fine degli anni 20



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l'aspetto dell'edificio è a tutt'oggi immutato; solamente, nell'ala su via Madama Cristina (solo parzialmente visibile nella foto), la palestra originaria, costituita da un basso fabbricato a un solo piano, è stata sostituita, negli anni 80, da un corpo della stessa altezza del resto dell'edificio, recante al piano terra la palestra; una costruzione questa, che, alla nascita della scuola a fine 800, per motivi architettonici non era stato possibile edificare.
Ecco l'aspetto attuale dell'ala ricostruita



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Censin

Come ho già avuto occasione di dire, la presenza del Politecnico al Valentino, con le facoltà di Ingegneria civile e Architettura, è sempre stata piuttosto ingombrante e invadente; basta ricordare che, nel dopoguerra (1949 - 1950), per sostituire la sede delle altre facoltà andata distrutta dai bombardamenti (era dove ora è il piazzale Valdo Fusi, col parcheggio), si era ipotizzata la costruzione di un grande complesso proprio al Valentino, giungendo perfino a prevedere la demolizione del Borgo Medioevale! (Tanto, sostenevano le autorità accademiche, si tratta solo di un "falso storico" costruito per l'Esposizione del 1884). Per fortuna, vi fu una forte opposizione al progetto, e alla fine la nuova sede venne costruita sull'area dell'ex Stadium in corso Duca degli Abruzzi, dove si trova tuttora, allargatasi recentemente nell'area ex OGR.
Si è comunque trovato modo di costruire recentemente, proprio accanto al Castello del Valentino, un edificio non proprio di grande bellezza!

Fabry Turin

Raso al suolo, ed anche più giù,l'isolato tra via Bertola e piazza San Carlo. C'era qui la galleria Natta, nella nuova via Roma vi sarà la galleria San Federico. Di fronte via Viotti: anch'essa in parte già demolita nel lato di via Roma. Negli anni dello sventramento Gabinio era nei cantieri con quaranta chili di attrezzature fotografiche, saliva sui tetti, si arrampicava sulle impalcature, scattava immagini che parevano scavi archeologici, sepolcrali panoramiche.

Fotografia di Mario Gabinio

Censin

Raccontava mio padre che, durante i lavori di demolizione dei vecchi edifici, il polverone sollevato era tale, che erano mobilitate squadre di pompieri con autopompe che irroravano in continuazione con getti d'acqua. Direi che solo un regime dittatoriale come quello fascista abbia potuto intraprendere un'opera del genere; in qualunque democrazia vi sarebbero tali e tante opposizioni e proteste, che non se ne farebbe nulla; in effetti, fin dalla fine dell'800 si parlava di un rifacimento di via Roma, per dare una degna cornice all'ingresso di chi arrivava in città alla stazione di Porta Nuova, ma non si era mai fatto nulla fino all'avvento del fascismo.
In fondo, lo stesso è successo un po' in tutte le città italiane; si pensi solo a Roma, con lo sventramento e la demolizione di tutto il quartiere attorno al Vaticano per realizzare la via della Conciliazione.

Censin

Ma l'ippodromo di Mirafiori continuò la sua attività fino al trasferimento dell'attività ippica a Vinovo, nel 1959! Ricordo ancora, nel 1957 - 58, passando col bus dinanzi all'ingresso, lo si vedeva tutto addobbato con bandiere. Dopo il trasferimento, vennero costruiti i palazzoni che vediamo attualmente di fronte alla Fiat.

Breus

Ma infatti: furono abbattute le scuderie di Gualino , mica l'ippodromo!

1948


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Più o meno gli stessi anni


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Modestino Balabam

fabio80s

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che brutto seguire l'avanzata inesorabile di quelle costruzioni brutte e tutte uguali, alveari che hanno rovinato il paesaggio agricolo senza offrire niente a parte un letto e un cucinino

plastik

dovrebbero essere i complessi di case popolari tuttora esistenti del circondario via Artom/Vigliani/Millelire

Qui su Bing Maps:

PG1964

Mi è capitato di leggere per caso che il circolo del golf, fondato nel 1920 a Torino, ha avuto sede a Lombardore prima della guerra. Dopo la guerra fu ridotto ad un campo a 9 buche all'interno dell'ippodromo di Mirafiori fino a che, nel 1956, fu progettato lo splendido green di La Mandria. Se la foto postata da Modestino Balabam è antecedente al 1955 il campo si dovrebbe vedere, forse è quell'anello interno all'ippodromo?

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Terque e quaterque a tutti!

gianchy2211

Questo tratto di Corso Casale è rimasto inalterato tranne che per la scomparsa del benzinaio sulla dx e l'edificio che si intravede appena al margine dx della cartolina che ospitava una fabbrica della Coca Cola dalla quale fino a fine anni '70 uscivano camion e camio di bottigilie.
Quando ero piccolo c'erano anche le vetrate sul corso casale che permettevano di osservare la varie fasi della lavorazione all'interno.
Dopo anni di inutilizzo causa spostamento a Gaglianico dell'imbottigliamento la fabbrica venne buttata giù per lasciare spazio ad un condominio.
Altra cosa scomparsa è il Dehors del Ponte Barra, trattoria tutt'ora esistente, che è stato spostato nel cortile della casa.

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gianchy2211

Da una fotografia di mio possesso acquistata anni fa ad un mercatino nello stato in cui la vedete ecco il laghetto del Valentino visto con le spalle al Corso Massimo. Sullo sfondo, a Dx, difatti potete notare la casetta stile Cottage ancora esistente all'angolo tra corso Raffaello e c.so Massimo. Ancora presenti sono i "minareti"...

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gianchy2211

Da una cartolina di mio possesso timbrata 1929 ecco come si presentava all'epoca l'angolo tra Corso Casale e Strada Superga.
L'edificio a dx fu sacrificato per fare spazio prima al nuovo capannone, ancora esistente, che ospita tutt'ora le vetture della Tramvia Sassi-Superga mentre il giardiono e gli alberi furono sacrificati per creare uno spiazzo davanti alla nuova stazione inaugurata pochi anni dopo.
L'edificio a sx non è altro che la scuola tutt'ora esistente all'angolo tra Strada Superga appunto e Cso Casale.
Fino al primo decennio di questo secolo fu propirietà delle suore Salesiane che lo vendettero qualche anno fa alla scuola Francese che lo occupa tutt'ora...

Fabry Turin

Inaugurato nel 1840 per collegare corso Vittorio con la zona della Crimea, era chiamato ponte sospeso.Fino al 1881 si è pagato pedaggio : 5 centesimi i pedoni,25 i cavalli, 20 le vetture a due ruote, 40 quelle a quattro ruote. Di tanto in tanto qualche disperato si gettava dal ponte nel Po ed era salvato dal barcaiolo Andrea Peyrano o da uno dei suoi fratelli. I Peyrano erano pieni di medaglie al valor civile. Il ponte in ferro è stato abbattuto nel 1902 e sostituito con il ponte Umberto.
Fotografia di Henri Le Lieure.

Aggiungo che la famiglia di Vittorio Emanuele II detiene il primato delle dediche toponomastiche:
Genitori:
al padre Carlo Alberto : via, piazza e monumento
alla madre Maria Teresa: via, piazza e ponte(fino al 1902)
ad egli : corso,largo e monumento
Consorte:
alla moglie Maria Adelaide : via ed ospedale
Figli e nuore:
principessa Clotilde: via
re Umberto I° : corso,largo, ponte e l'ospedale Mauriziano
regina Margherita(consorte di Umberto):corso,largo, ponte e l'ospedale Infantile
principe Amedeo : via ed ospedale
Maria Vittoria(consorte di Amedeo): via ed ospedale
principe Oddone: corso

Censin

La fabbrica imbottigliatrice della Coca Cola me la ricordo bene: la vidi passando nel 1959 e nel 1963; il reparto di imbottigliamento era nel seminterrato, dai finestroni si potevano osservare tutte le fasi della lavorazione.

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Censin

La via Maria Vittoria venne dedicata alla suddetta negli anni 20 del secolo scorso; in precedenza era denominata via San Filippo (dall'omonima chiesa che vi prospetta, all'angolo con via Accademia delle Scienze).

Censin

che brutto seguire l'avanzata inesorabile di quelle costruzioni brutte e tutte uguali, alveari che hanno rovinato il paesaggio agricolo senza offrire niente a parte un letto e un cucinino[/QUOTE]

Non per nulla, Torino ha meritato il triste appellativo di "dormitorio della Fiat"! Se questo non vale per fortuna per il suo splendido centro storico e per i quartieri ottocenteschi e del primo 900, per queste zone purtroppo è più che valido (anche se bisogna dire che, visto lo sviluppo della "Feroce" nel secolo scorso e la fame di manodopera che le linee di montaggio richiedevano, l'unica alternativa sarebbero state le baracche che ben han conosciuto i nostri emigrati in Germania, Svizzera e altrove).

Fabry Turin

Ho dimenticato di citare Ferdinando, duca di Genova, fratello di Vittorio Emanuele II, al quale è dedicato un ponte (sulla Stura) e fino al 1945 un corso(rinominato Stati Uniti).

ace of spades

dalla stampa di oggi
http://www.lastampa.it/2013/02/17/cr...UJ/pagina.html

Breus

http://www.skyscrapercity.com/showpo...ostcount=37158

Quello che davvero mi incuriosiche è l'acquedotto di porta Susa (Segusina). Infatti se è vero che Augusta Taurinorum, come la stragrande maggioranza delle città romane, un acquedotto doveva pur averlo, è altrettanto vero che gli archeologi, di ieri e di oggi, non ne hanno mai (ancora?) trovato alcuna traccia materiale. E gli acquedotti erano alcune tra le infrastrutture più imponenti costruite in età romana, difficile che nemmeno un piloncino striminzito sia giunto fino a noi...