Nocciola

posso rispondere perchè ormai il "mistero" è stato svelato. Non è il 59, ma la linea che allora si chiamava V e sta percorrendo Via Valdellatorre a Lucento. Su quelle macerie all'angolo ora c'è una banca ....

Nocciola

è quello che stanno dicendo sul gruppo: non è il 59 ... il 59 percorreva via Pianezza, via san Donato, piazza Solferino ed arrivava fino a porta nuova se ricordo bene, or fa capolinea in piazza solferino. Di quello degli anni 60 non riesco a trovare la foto.

turtu63

il 59 è questo,basta cambiare la lettera d con il numero 59.Faceva capolinea a Ponte Isabella

Breus

Ecco un altro autosnodato urbano degli anni '60 (spero che non sia già stata postata)




Già che ci sono, posto anche questo Lancia Esagamma 718 Viberti degli anni '70. A mio avviso, l'autobus più elegante che ha circolato sulla nostra rete.

Come è noto, ha rappresento un vero salto di qualità rispetto al passato (12 m. di lunghezza, quattro porte...) e il primo con biglietteria automatica, con tanto di macchinette emettitrici ed di obliteratrici (i torinese impararono una nuova parola ) a bordo.

Fuori....



.... e dentro

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turtu63

Fabry Turin

Il grande gelo del 1956 (fontana Angelica)



Il "vecchio" corso Inghilterra



curiosa la siepe

Fabry Turin

Rivedere alcune foto del Lancia Esagamma 718 mi provoca tanta nostalgia. Mi ricordo ancora il cambio manuale e la mascherina anteriore del radiatore che mi ricordava la faccia del Jolly Joker.

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forever_juve

Mi ricordo che mia madre mi raccontava che quando era da sposare, nel periodo dal '61 al '54, per spostarsi da borgata Parella dove risiedeva (Corso Monte Grappa) al Valentino, dove andava a ballare con le amiche, prendeva il D...

bube

EDIT

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Censin

Effettivamente, l'atmosfera di Torino, fino a poco più di mezzo secolo fa, più che a quella di una metropoli somigliava a quella di un "paesone", piuttosto provinciale; al di fuori della zona più centrale, tra piazza Castello, via Roma, piazza San Carlo e Porta Nuova, sempre piuttosto animata, il resto della città era molto tranquillo; al più, si animavano gli ingressi delle fabbriche, nelle ore di entrata e uscita dal lavoro.
Raccontava un'anziana collega di lavoro, sul punto della pensione quando io ero appena entrato, nata e cresciuta a Milano, rimasta orfana a 12 anni e adottata da zii abitanti a Torino e per questo giunta sotto la Mole: "Quando arrivai alla stazione di Porta Susa, uscita mi trovai nella grande piazza, in un caldo pomeriggio estivo, semideserta, solo qualche tram passava nel mezzo; unica nota animata, in un angolo, un manipolo della Milizia che svolgeva le consuete esercitazioni del "sabato fascista" (era un sabato pomeriggio del Ventennio)".
Il cambiamento si può dire sia arrivato col boom economico e dell'auto in particolare, che portò il traffico sempre più convulso e caotico che ancora viviamo; il primo ingorgo di auto in centro data al Natale del 1959, quando una marea impressionante di 4ruote vi si riversò , per compiere in auto quel giro prenatalizio che fino ad allora si faceva a piedi o coi mezzi pubblici. E da allora...

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Censin

Fino al 1966, quasi tutte le linee di autobus, cosiddette "celeri", erano contrassegnate da lettere dell'alfabeto (A, C, D, F, G, H , I, L, N, O, P); dal 1/1/1967, per motivi di intercambiabilità con le linee tranviarie, vennero "ribattezzate" con numeri: A diventò 64, C 60, D 65, F 57, G 53, ecc.
Inoltre, fino al 30/9/1963 il biglietto dell'autobus era maggiorato di 5 lire rispetto a quello di tram e filobus (dal 1/10/63 venne unificato in 50 lire per tutti i mezzi); ancora, le linee di bus più lunghe (la C, la F, la 52) , così come il tram 5 (borgata Lesna - Sassi) erano suddivise in due tratte: per una tratta bastava il normale biglietto, per l'intero percorso la tariffa era maggiorata. Le tratte vennero abolite solo nel 1976 (in alcuni paesi, es. Svizzera, tuttora sui mezzi pubblici urbani vige una tariffa a tratte simile).
Da un articolo de "la Stampa" del 1966, ecco il quadro completo delle variazioni da letterea numeri dei bus urbani



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Censin

Non fu un mezzo molto indovinato;a parte il cambio manuale, con trepidazioni moleste a ogni cambio di marcia, pare andasse soggetto a blocchi dello sterzo improvvisi; un mezzo, fortunatamente vuoto perchè rientrava dalla precollina al deposito di corso Tortona, per questo motivo, sul ponte di corso Regina, sbandò rischiando di finire nel fiume! Con l'avvento di nuovi autobus, venne presto relegato a linee secondarie; se ricordo bene, finì la sua carriera sulla linea 42 al suo esordio nel 1983.

Fabry Turin

Io ci salìi l'ultima volta sul 46(linea nata il 2 maggio 1982).

bube

Mah io ci ho viaggiato parechie volte non erano poi tanto male, quello che faceva piu' rumore era ,finche c'e' stata ,la macchinetta che vendeva i biglietti.Di solito appena il bus si fermava cominciava a vibrare ,spesso (con pochi passeggeri vibrava di piu') in maniera impossibile al punto di vederla sfuocata, il rumore oltre che dai coperchi e portelle della emettitrice proveniva dai soldini che erano nella cassetta interna che saltellavano .... poteva mandar fuori di testa qualcuno con emicrania congenita... Per qualche motivo la macchinetta, montata su silentblock (a molla ..strani ,poi sostituiti con altri in gomma ) su quasi tutti i bus 718 presi nell'antichita entrava in risonanza con le vibrazioni del motore al minimo scekerando violentemente tutto quello che aveva in pancia.
Un'altra cosa che ricordo dei 718 erano ile oscillazioni del retrotreno che alcuni autisti (piu discoli... e quasi solo nelle corse serali semivuote....58 e 58/ ) riuscivano a provocare a mezzo fermo .Non so' come facessero o se i mezzi avessero qualche problema congenito ma l'autista giocando un po con il freno o altro riusciva a far sollevare il posteriore prima di pochi cm e poi, dopo una o due oscillazioni ,sempre piu in alto, oddio non che il mezzo saltasse ma una 20ina di cm 1-2 volte al secondo su e giu' da fermo ,con acompaganamento di "PSs PSs PSs ecc" a me ed agli amici dei tempi metteva allegria ...alle madame ed altri invece provocava l'imbizzarrimento, per cui,in caso di maledizioni, alla fermata successiva si ritornava al concerto della emettitrice che quando il mezzo saltellava invece se ne stava buona buona senza far rumore di caccavella piena di monete agitata....bei tempi ci si contentava di poco ,no playstiaion , cinema 3D,drogaparty,(sesso non ne parliamo...) al massimo un giro di notte in V artom e dintorni per un po' di adrenalina ...
Anche su qualche 421 capitava una cosa simile ma era indipendente dalla volonta umana.....
Bb

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Breus

Una Torino sparita che molti vorrebbero veder tornare... che cosa manca?



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bube

EDIT

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PG1964

Quote:
Originally Posted by plastik
Se così fosse però la balaustra in stile gotico in primo piano potrebbe non esistere più, bisognerebbe verificare con una cartina di quegli anni per avere una conferma.

Dal repertorio edilizio, l' edificio di via Valeggio 46 ( quello in primo piano
secondo la tua ipotesi ), è stato demolito e successivamente ricostruito
nel 1947.

Ancora un mille grazie a plastik ed Icopix per aver risolto l'arcano mistero.
Ci sono passato a piedi due volte e con quell'enorme albero davanti non ho visto nulla.....mi pareva di esserci vicino ed infatti c'ero!

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Terque e quaterque a tutti!

PG1964

Dici di no? Questa è una 350cc. per esempio, ma aspetto che il proprietario ci dica cosa c'è scritto dietro alla foto per capirci di più.

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PG1964

Delle vecchie fabbriche di moto torinesi ne avevamo parlato a pag.141 (moto Borgo), la Della Ferrera era in corso Regina al 53bis, l'edificio dovrebbe essere questo:



Pubblicità dell'epoca:

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bube

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