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Old May 29th, 2018, 10:29 AM   #28221
andymont
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Originally Posted by Censin View Post
Di solito, nelle esposizioni si fa ricorso a padiglioni provvisori rimovibili al termine della manifestazione: così è stato per Expo 2015 a Rho, così fu per l'esposizione del 1911 e le altre al Valentino; per Italia 61 assurdamente si volle realizzare "cattedrali nel deserto", salvo il Circarama, costruito come provvisorio dalla Fiat e smontato al termine.


Dipende tutto dalla lungimiranza e dall' intelligenza di chi governa la città prima e dopo l'evento.
Fosse così come dici tu, Parigi (e forse il mondo ) non avrebbe la Tour Eiffel, Bruxelles non avrebbe l' Atomium, Seattle non avrebbe lo Space Needle, Montreal l'Ile de Notre Dame e la Biosfera. Solo per fare qualche esempio. Diventati il simbolo e l'attrazione principale della città.
Non è complicato, ma frutto di progettualità e intelligenza, il trovare un corretto riutilizzo di opere ed aree servite per un evento di quel tipo.
La monorotaia forse non serviva più a nulla, ma la funivia poteva restare ed essere utilizzata turisticamente come in tantissime altre città.
Non dimentichiamo il degrado di quell'area prima del 1961.
In fondo molte costruzioni di Italia '61 sono state riutilizzate a scopo universitario.
Il Palavela (un delitto sarebbe stato demolirlo) serve ancora per eventi, e pure il Palazzo del Lavoro (non ci fosse una congerie di cialtroni a deciderne il destino) potrebbe avere un corretto riutilizzo.
In fondo, ma non tanto in fondo, quella che era la "location" di Italia '61 rappresenta oggi il più bello ed elegante degli ingressi in Torino, rotonda Maroncelli esclusa...

Last edited by andymont; May 29th, 2018 at 10:42 AM.
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Old May 29th, 2018, 11:11 AM   #28222
MikeAlphaTango
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Originally Posted by Censin View Post
Se mi si permettono considerazioni personali: mi sono sempre astenuto da commenti molto euforici ed entusiastici su Italia 61, perchè tutto sommato il mio giudizio su quell'evento, peraltro davvero memorabile, è decisamente negativo: fu per mio conto un vero e proprio sperpero di risorse, in un momento in cui la città, in forte crescita demografica dovuta all'immigrazione, aveva disperato bisogno di servizi primari, dalle scuole (dove a elementari e medie, lo posso testimoniare personalmente, si facevano i doppi turni, in qualche caso si arrivava addirittura ai tripli), agli ospedali (mancavano ancora sia l'attuale San Giovanni Bosco sia il Martini di via Tofane, costruito successivamente in sostituzione di quello in corso Ferrucci andato distrutto durante la guerra); tutto quanto realizzato si è rivelato dopo inutilizzabile, salvo forse il Palavela poi ricuperato per le Olimpiadi: dalla monorotaia al Palalavoro, tutto è ridotto ormai a ruderi.. e non è detto che i nostri posteri un giorno arrivino a demolire il Palalavoro ormai inutilizzabile e per loro privo di significato...
Non dimentichiamo però che i padiglioni delle esposizione delle Regioni furono recuperati e oggi ospitano il Campus ONU di Torino (quello che una volta era conosciuto come BIT).

Quando Italia '61 terminò ci si domandò cosa fare di quell'area.
Su iniziativa della Sezione Piemonte della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), che tra l'altro aveva curato le esposizioni all'interno del Palazzo del Lavoro, si mise in moto una macchina organizzativa (che tra i suoi membri più attivi aveva sia Agnelli che il sindaco Peyron) che propose all'Organizzazione Internazionale del lavoro (BIT o ILO a seconda che si sia francofoni o anglofoni), all'epoca alla ricerca di un luogo in cui impiantare un proprio centro di formazione, di occupare quegli spazi.

Oggi il Campus ONU di Torino (unico centro di formazione delle Nazioni Unite al mondo) ospita il Centro di formazione dell'ILO (ITCILO). l'UNICRI (Agenzia ONU per la ricerca sul crimine organizzato), lo Staff College delle nazioni Unite (UNSSC, centro di formazione per i funzionari ONU), la Sezione Piemonte e Valle d'Aosta della SIOI (che si occupa di formazione e promozione in campo internazionalistico) e il Centro per l'UNESCO di Torino.

Insomma, non proprio degli spazi sprecati

__________________
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Old May 29th, 2018, 11:40 AM   #28223
CharlieDelta62
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Originally Posted by Censin View Post

in quell'anno, lasciando inalterata la chiesetta, l'intero edificio venne rifatto, assumendo l'aspetto attuale
...forse era meglio se rimaneva com' era.....
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Old May 29th, 2018, 03:19 PM   #28224
marco[n]
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Originally Posted by andymont View Post
Dipende tutto dalla lungimiranza e dall' intelligenza di chi governa la città prima e dopo l'evento.
Fosse così come dici tu, Parigi (e forse il mondo ) non avrebbe la Tour Eiffel,
Solo una nota come curiosità: la torre Eiffel si prevedeva di smontarla, non piaceva ai parigini e la salvarono solo lungaggini burocratiche varie e poi la prima guerra mondiale.
__________________
Prima di tutto: Dora e Zappata. E finire Rebaudengo.
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Old May 29th, 2018, 04:36 PM   #28225
Censin
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Originally Posted by andymont View Post
Dipende tutto dalla lungimiranza e dall' intelligenza di chi governa la città prima e dopo l'evento.
Fosse così come dici tu, Parigi (e forse il mondo ) non avrebbe la Tour Eiffel, Bruxelles non avrebbe l' Atomium, Seattle non avrebbe lo Space Needle, Montreal l'Ile de Notre Dame e la Biosfera. Solo per fare qualche esempio. Diventati il simbolo e l'attrazione principale della città.

...
Anche dell'Expo 2015 è rimasto l'Albero della Vita....
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Old May 29th, 2018, 04:39 PM   #28226
Censin
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Originally Posted by CharlieDelta62 View Post
...forse era meglio se rimaneva com' era.....
Si era nel periodo della crescita demografica del dopoguerra, coll'arcinoto baby boom; occorreva far fronte all'aumentata richiesta di strutture per l'infanzia, come gli asili infantili (quello in questione delle Consolatine lo frequentai per molti mesi...).
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Old May 29th, 2018, 04:44 PM   #28227
Censin
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Originally Posted by MikeAlphaTango View Post
Non dimentichiamo però che i padiglioni delle esposizione delle Regioni furono recuperati e oggi ospitano il Campus ONU di Torino (quello che una volta era conosciuto come BIT).

Quando Italia '61 terminò ci si domandò cosa fare di quell'area.
Su iniziativa della Sezione Piemonte della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale), che tra l'altro aveva curato le esposizioni all'interno del Palazzo del Lavoro, si mise in moto una macchina organizzativa (che tra i suoi membri più attivi aveva sia Agnelli che il sindaco Peyron) che propose all'Organizzazione Internazionale del lavoro (BIT o ILO a seconda che si sia francofoni o anglofoni), all'epoca alla ricerca di un luogo in cui impiantare un proprio centro di formazione, di occupare quegli spazi.

Oggi il Campus ONU di Torino (unico centro di formazione delle Nazioni Unite al mondo) ospita il Centro di formazione dell'ILO (ITCILO). l'UNICRI (Agenzia ONU per la ricerca sul crimine organizzato), lo Staff College delle nazioni Unite (UNSSC, centro di formazione per i funzionari ONU), la Sezione Piemonte e Valle d'Aosta della SIOI (che si occupa di formazione e promozione in campo internazionalistico) e il Centro per l'UNESCO di Torino.

Insomma, non proprio degli spazi sprecati
In effetti, l'inutilizzazione riguarda essenzialmente il Palazzo del Lavoro, che, dopo aver ospitato una parte del BIT e alcune strutture comunali (aule per corsi di formazione interni), è oggi desolatamente vuoto.
Sempre per conto del Comune, ospitò in passato prove di esame per concorsi pubblici comunali,
anche, se ben ricordo, qualche manifestazione fieristica e commerciale.
La proprietà dell'edificio era in passato del Ministero del Lavoro; non so attualmente.
Resta comunque il fatto, come già detto, dello spreco di risorse in un'epoca in cui Torino aveva bisogno di ben altro; e forse l'origine della "contestazione" si può in parte ricercare anche in quello.
Meglio in ogni caso aver rinunciato ad altre opere grandiose, e, mi si permetta, retoriche, per il centocinquantenario; che ha comunque permesso il ricupero delle OGR.
Anche l'Expo 2015, se ben ricordo, è stata "salutata" da manifestazioni di protesta da quelli che oggi si chiamano "antagonisti", e che mezzo secolo fa si sarebbero chiamati "contestatori", con atti di violenza e vandalismo, fortunatamente non nella nostra città...

Last edited by Censin; May 29th, 2018 at 04:54 PM.
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Old May 29th, 2018, 05:16 PM   #28228
Censin
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L'attuale corso De Gasperi era in passato il primo tratto di corso Orbassano; venne intitolato allo statista a metà degli anni 60, quando si decise di dedicare parte delle strade del quartiere Crocetta ai "Padri della Repubblica", ora che erano tutti passati a miglior vita....
Nella foto sotto lo vediamo ancora con la vecchia denominazione, probabilmente negli anni 50


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

Vediamo ancora i binari tranviari percorsi dal 9 fino alla riforma della rete del 1982, e successivamente dal 12 fino al 1987, quando la linea venne deviata su corso Duca degli Abruzzi e i binari poco dopo scomparvero.
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Old May 29th, 2018, 05:33 PM   #28229
Censin
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L'originario negozio di Berry nella vecchia via Roma


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

Date le sue dimensioni e importanza (il più importante negozio di ottica e fotografia della città), riuscì a rimanere, trasferendosi all'atto dell'abbattimento nei padiglioni di piazza San Carlo e poi nella nuova via, nel punto dove già si trovava in precedenza


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

nel dopoguerra, si dedicò anche all'elettronica e radiotelevisione; fu il primo a trasmettere, dal 1950 fino all'inizio delle trasmissioni regolari nel 1954, i programmi televisivi sperimentali sui primi televisori, con lunghe file di persone che osservavano dalle vetrine; successivamente, negli anni 60 e primi anni 70, le trasmissioni sperimentali a colori (quelle regolari, per l'opposizione "lamalfiana" al colore, arrivarono solo nel 1977, buoni ultimi in Europa dopo anche la Grecia...), per la verità con immagini di qualità non eccelsa ("come le peggiori foto a colori", come dicevano anche i giornali).
Attualmente, il negozio è tornato all'ottica, con Salmoiraghi e Viganò.
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Old May 29th, 2018, 08:04 PM   #28230
cityto
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Originally Posted by Censin View Post
L'originario negozio di Berry nella vecchia via Roma


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

Date le sue dimensioni e importanza (il più importante negozio di ottica e fotografia della città), riuscì a rimanere, trasferendosi all'atto dell'abbattimento nei padiglioni di piazza San Carlo e poi nella nuova via, nel punto dove già si trovava in precedenza


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

nel dopoguerra, si dedicò anche all'elettronica e radiotelevisione; fu il primo a trasmettere, dal 1950 fino all'inizio delle trasmissioni regolari nel 1954, i programmi televisivi sperimentali sui primi televisori, con lunghe file di persone che osservavano dalle vetrine; successivamente, negli anni 60 e primi anni 70, le trasmissioni sperimentali a colori (quelle regolari, per l'opposizione "lamalfiana" al colore, arrivarono solo nel 1977, buoni ultimi in Europa dopo anche la Grecia...), per la verità con immagini di qualità non eccelsa ("come le peggiori foto a colori", come dicevano anche i giornali).
Attualmente, il negozio è tornato all'ottica, con Salmoiraghi e Viganò.
Diciamo che si é trasformato ma é sempre stato Berry cambiato faccia ed evoluzione della proprietà4 passata di mano in mano. non a caso era l inventore e primo negozio dei persol che entrambe venne acquistato da Luxottica che é proprietario di salmoiraghi e Viganò ...
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Old May 30th, 2018, 01:06 PM   #28231
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persino nervi, che il palazzo del lavoro progetto', non sapeva bene come fare a riutilizzarlo finita la festa... questo per dire che la sua conformazione e la sua posizione erano gia' all'epoca critiche
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Old May 30th, 2018, 04:37 PM   #28232
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Originally Posted by ace of spades View Post
persino nervi, che il palazzo del lavoro progetto', non sapeva bene come fare a riutilizzarlo finita la festa... questo per dire che la sua conformazione e la sua posizione erano gia' all'epoca critiche
Ma allora, perchè lo progettò così?
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Old May 30th, 2018, 04:59 PM   #28233
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tipico capolinea tranviario degli anni 50 o 60, col casotto in legno di servizio in primo piano


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

questi casotti molte volte ospitavano un graduato, col compito di coordinare il movimento delle vetture tranviarie; sempre, a fianco, vi era un cassone con la sabbia per il rabbocco delle "sabbiere", indispensabile per la corretta frenatura, in caso di pioggia o rotaie viscide, ecc.
Molte volte erano chiusi a chiave con lucchetto, ma in alcuni casi erano lasciati aperti; servivano allora, se in casa si aveva un gatto o altri animali, per rifornirsi gratis di buona sabbia, in un'epoca in cui ancora non esistevano o quasi negozi di articoli per animali, con sabbia o lettiere da poter comprare...
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Old May 30th, 2018, 05:10 PM   #28234
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imbocco di via Garibaldi, quando ancora si chiamava via Dora Grossa (forse l'eroe dei due mondi all'epoca dello scatto era ancora vivo...), con in primo piano un tram a cavalli della linea di corso Vinzaglio della Belga


https://www.facebook.com/groups/4289...n=group_dialog

segue a piedi a fianco lo "scambista", che aveva l'incarico di azionare gli scambi subito prima del passaggio della vettura ippotrainata (l'altra società tranviaria, la Società dei Tramways Torinesi, se ben ricordo, non aveva scambi: toccava al guidatore "orientare" i quadrupedi in modo da dirigersi sull'uno o sull'altro binario).
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Old May 30th, 2018, 05:29 PM   #28235
Censin
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1937: nei cortili interni della Fiat Lingotto, il collaudo delle prime "Topolino"


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Old May 30th, 2018, 05:42 PM   #28236
nilton42
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Circa il post 1404/28070 sulla demolizione del palazzo Sip/Telecom ex Stipel la vista era frontale da corso Vittorio spalle all'ex carcere. Se a qualcuno interessa l'edificio in questione nacque all'inizio degli anni 60 come estensione della Stipel e fu anche la prima embrionale sede dello CSEL (Centro studi e laboratori). Successivamente gli fu aggiunta la T per telecomunicazioni (CSELT) e trasferita in via Reiss Romoli (irredentista triestino e poi nel secondo dopoguerra dirigente della telefonia italiana). Attualmente con il nome di TILAB e' un importante centro di ricerca a livello europeo.
Curiosamente all'angolo tra via Beaumont e via Cavalli in alto (chissa' perche') e quindi poco visibile c'era una scultura forse di Umberto Mastroianni. Dubito sia stata salvata. Chissa' che qualche accanito ricercatore non ne rintracci la fotografia.
L'edificio non era per niente decrepito. E' pensabile che la demolizione e la sostituzione con pari edificio (certamente piu' funzionale e moderno ed attualmente utilizzato dalla Rai) sia stato parte dell'operazione di dismissione del patrimonio immobiliare della societa'. Come noto tale ridimensionamento e' stato possibile grazie alla minor necessita' di spazio dell'elettronica e dell'informatica rispetto all'elettromeccanica. In parallelo anche una drastica diminuzione dell'occupazione peraltro ancora in corso. Come sempre dietro ad ogni foto c'e' dell'altro. In questo caso migliaia di vite lavorative andate letteralmente in polvere.

Last edited by nilton42; May 30th, 2018 at 06:03 PM.
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Old May 30th, 2018, 06:03 PM   #28237
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Originally Posted by Censin View Post
Ma allora, perchè lo progettò così?

Secondo MuseoTorino (per quel che vale), Nervi propose diverse ipotesi di riutilzzo.


http://www.museotorino.it/view/s/71c...88b8b61a5e728a


Cito: Nonostante le varie soluzioni per un possibile riutilizzo proposte dallo stesso Nervi nel concorso del 1959, tra cui figura anche un impianto sportivo, gli anni passano tra usi impropri e assenza di strategie.
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Old May 30th, 2018, 08:27 PM   #28238
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Originally Posted by Oscaruzzo View Post
Secondo MuseoTorino (per quel che vale), Nervi propose diverse ipotesi di riutilzzo.


http://www.museotorino.it/view/s/71c...88b8b61a5e728a


Cito: Nonostante le varie soluzioni per un possibile riutilizzo proposte dallo stesso Nervi nel concorso del 1959, tra cui figura anche un impianto sportivo, gli anni passano tra usi impropri e assenza di strategie.
appunto non aveva le idee chiare manco lui
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Old May 30th, 2018, 08:28 PM   #28239
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Originally Posted by Censin View Post
Ma allora, perchè lo progettò così?
perche' gli architetti sono degli artisti
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Old Yesterday, 01:38 PM   #28240
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imbocco di via Garibaldi, quando ancora si chiamava via Dora Grossa (forse l'eroe dei due mondi all'epoca dello scatto era ancora vivo...), con in primo piano un tram a cavalli della linea di corso Vinzaglio della Belga

segue a piedi a fianco lo "scambista", che aveva l'incarico di azionare gli scambi subito prima del passaggio della vettura ippotrainata (l'altra società tranviaria, la Società dei Tramways Torinesi, se ben ricordo, non aveva scambi: toccava al guidatore "orientare" i quadrupedi in modo da dirigersi sull'uno o sull'altro binario).
Parziale rettifica: Garibaldi si spense nella "sua" Caprera nel 1882, mentre la linea tranviaria in questione venne istituita solo nel 1887; inoltre la foto è chiaramente un'istantanea, per come è stata ripresa, e la prima macchina fotografica per istantanee venne immessa sul mercato dalla Kodak solo nel 1888 (all'insegna dello slogan "Voi pensate a scattare, al resto pensiamo noi"), per cui è senz'altro posteriore a tale anno.
Evidentemente, la dedica della via a Garibaldi avvenne solo dopo diversi anni dalla sua morte; probabilmente non senza polemiche, visto che l'Eroe dei Due Mondi, rivoluzionario e molte volte in contrasto col Re Vittorio Emanuele II, non godette mai di molti favori nella "sabauda" e "lealista" Torino...
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